Ricerca Scientifica

ITALIA-USA - UI-CANC'99: FOCUS SU INTELLIGENZE ARTIFICIALI E APPLICAZIONI INDUSTRIALI

COOPERAZIONE SCIENTIFICA INTERNAZIONALE - SINERGIA FRA COPIT MAE ED ENTI SCIENTIFICI

IN PIEMONTE NEL 2000 LA CONFERENZA EUROPEA PER LO SPAZIO - ISTITUITO COPIT/PIEMONTE

SETTORE BIOMEDICO ACCORDO FRA IL KAROLINSKA INSTITUTE E L'UNIVERSITA' DI BOLOGNA

SCUOLA EUROMEDITERRANEA CONSERVAZIONE E RESTAURO DEI BENI CULTURALI

NASCE IN TOSCANA IL PRIMO OSSERVATORIO REGIONALE PER IL SETTORE CHIMICO

NETDAYS EUROPE- NUOVE TECNOLOGIE PER EDUCAZIONE E FORMAZIONE


COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE - NUOVI SVILUPPI NELLA MEDICINA MOLECOLARE A MONTEROTONDO

MATERIALI PLASTICI - EVOLUZIONE TECNOLOGICA E PROSPETTIVE DI RICERCA

BIOTECNOLOGIE - PREVISIONI PER IL 2005: IN ITALIA UN FATTURATO DI 12.500 MILIARDI DI LIRE

BIOTECNOLOGIE ED ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI IN AGRICOLTURA


ITALIA-SVEZIA - PROGETTI DI COLLABORAZIONE -WORKSHOP SULLA CHIMICA

PROMOZIONE DELLA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA ITALIANA ALL'ESTERO
ADDETTI SCIENTIFICI ITALIANI ALL'ESTERO - I SEGUITI DEL CONVEGNO PROMOSSO DA MAE CNR E MURST

CNR - I RISULTATI DEL PROGETTO STRATEGICO TUBER BIOTECNOLOGIA DELLA MICORIZZAZIONE

PROMOZIONE DELLA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA ITALIANA ALL'ESTERO
CONVEGNO ADDETTI SCIENTIFICI - OBIETTIVI E STRATEGIE DELLA PROMOZIONE ALL'ESTERO

CONVEGNO ADDETTI SCIENTIFICI: NUOVO RUOLO DELL'ADDETTO SCIENTIFICO

CONVEGNO ADDETTI SCIENTIFICI - UN'IPOTESI: IL CENTRO DI COORDINAMENTO PER LE RELAZIONI SCIENTIFICHE E TECNOLOGICHE INTERNAZIONALI

CONVEGNO ADDETTI SCIENTIFICI - L'ATTIVITÀ INTERNAZIONALE DEL CNR


SANITà - IL CONTRIBUTO DELL'ARCHEOLOGIA GENETICA NELLO STUDIO DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER

AMBIENTE - IL LAGO D'ORTA RINASCE GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE

FISICA - AD OPERA DI SCIENZIATI ITALIANI LA MISURA DELLA FORZA GRAVITOMAGNETICA NELL'UNIVERSO

LE RISORSE ACQUATICHE CONTINENTALI SEMPRE PIÙ MINACCIATE DAL DEGRADO AMBIENTALE

OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI ARCETRI: UN'ESPERIENZA COGNITIVA

TANNET- NETWORK EUROPEO DI RICERCA PER LE INDUSTRIE CONCIARIE

DALLO SPETTROMICROSCOPIO MEPHISTO UN AIUTO NELLA TERAPIA DEL CANCRO

L'IMA DI GENOVA ESPORTA IN GIAPPONE MODELLI MATEMATICI PER LA MODELLAZIONE DIGITALE DEL TERRITORIO

ITALIA/BELGIO (COMUNITÀ FRANCOFONA) PROTOCOLLO DI COOPERAZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA

NUOVE RISORSE PER IL RISPARMIO ENERGETICO E LA RIDUZIONE DELL'IMPATTO AMBIENTALE

RICERCHE AVANZATE DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA SULLA COMPOSIZIONE CHIMICA DEI DIPINTI

LEGGE REGIONALE DELL'EMILIA ROMAGNA N°140/97- BONUS FISCALI PER L'INNOVAZIONE ALLE IMPRESE

A BARI ALL'ISTITUTO DEL GERMOPLASMA UNA BANCA GENETICA ITALIANA DELLE PIANTE

IL PARCO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DI SALERNO E DELLE AREE INTERNE DELLA CAMPANIA

L'ITALIA E LE BIOTECNOLOGIE: IL PROGETTO FINALIZZATO BIOTECNOLOGIE E BIOSTRUMENTAZIONE


IL CNR DEL FUTURO NEL RAPPORTO '98 DELLA PRESIDENZA

CNR - RAPPORTO '98: L'ATTIVITÀ INTERNAZIONALE

UNA MOLECOLA PER PROTEGGERE LE CELLULE DALLO STRESS

CON L'AIRCMO SOSTEGNO ALLA RICERCA ED ALLA CURA DELLE MALATTIE DEGLI OCCHI

ECONET- TECNOLOGIA, AMBIENTE, TERRITORIO A FAVORE DELLO SVILUPPO DELLE FASCE COSTIERE

L'ITALIA DELLA RICERCA E LE RISORSE ITALIANE ALL'ESTERO: L'INIZIATIVA DEL CNR E DEL MAE

ITALIA LEADERSHIP MONDIALE DELL'ASTRONOMIA DEI LAMPI DI RAGGI GAMMA

BICENTENARIO DELLA PILA DI VOLTA - INIZIATIVE DI CARATTERE SCIENTIFICO IN LOMBARDIA

DALLA COLLABORAZIONE CNR E CENTRO RICERCHE FIAT LA CONCEPT CAR

CNR - I FENOMENI FRANOSI DELLE ISOLE VULCANICHE DEL TIRRENO

L'ISTITUTO DI STRUTTURA DELLA MATERIA NELLL'AREA DEL CNR A TOR VERGATA

UNA SUPERMEMORIA DA 256 MEGABITE PER I PC

COLLABORAZIONE FRA ITALIA E STATI UNITI SULLE NUOVE TECNOLOGIE

ISOLE PONTINE: A VENTOTENE: UN POLO EUROPEO PER LA RICERCA BIOMARINA NEL MEDITERRANEO

ISOLE PONTINE - A SANTO STEFANO UN CENTRO INTERNAZIONALE SUI DIRITTI UMANI

UN NODO SCIENTIFICO PER LA RICERCA ITALIANA

ANDREA: SISTEMA INFORMATIVO PER L'EDUCAZIONE AMBIENTALE

UNA GIORNATA DI STUDIO SULL'UTILIZZO DELLA ROBOTICA IN CHIRURGIA

SCIENZE STORICHE - NASCE UN NUOVO ISTITUTO DI RICERCA

CORSI INTERNAZIONALI DI FORMAZIONE SCIENTIFICA PROMOSSI DALL'AREA DI RICERCA DI BOLOGNA

INCENTIVI ALLE PMI PER ASSUNZIONI, INNOVAZIONE E RICERCA

CHIMICA - UNA LIBRARY DIGITALE PER INFORMARE SULLA CHIMICA FINE

UNA RICERCA DEL CNR SUL POTENZIAMENTO DEL VALORE NUTRITIVO DEGLI ORTAGGI

I MANOSCRITTI ORIGINALI DI GALILEO IN INTERNET

FONDI PER UNIVERSITÀ E RICERCA SCIENTIFICA

LA NAVE DEL CNR URANIA NEL MEDITERRANEO

ITALIANA LA TECNOLOGIA DIGITALE PER LA TELEVISIONE

MOSAN-MILANOSALUTE- UNA FIERA PER L'INCONTRO TRA RICERCATORI ED INDUSTRIA

CNR - L'AREA DI RICERCA DI TORINO A CONFRONTO CON L'INDUSTRIA

UNA RETE DI SPORTELLI INFORMATIVI TECNOLOGICI A SERVIZIO DELLE PMI

INFORMAZIONE EUROPEA- LA LOMBARDIA PREDISPONE LA RETE VERNE

IL MINISTERO DELL'AMBIENTE: 325 MILIARDI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

LE INIZIATIVE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE IN TIBET

IL CICLO IDROLOGICO DELL'AREA MEDITERRANEA: INDISPENSABILI I PROGETTI EUROPEI FINALIZZATI

CNR - DALLE SPEDIZIONI DI NOBILE ALL'ULTIMO PROGETTO NELL'ARTICO

A TRIESTE UN CENTRO INTERNAZIONALE SULL'USO PACIFICO DELLE BIOTECNOLOGIE

L'AREA DI RICERCA DEL CNR IN FRIULI A SOSTEGNO DELLE PMI

ENEA E CAMERE DI COMMERCIO PER UNA RETE DI SPORTELLI INFORMATIVI TECNOLOGICI

Il MILLEMIGLIA IN AUTOMATICO: UNA RICERCA DELL'UNIVERSITÀ DI PARMA

TERAPIE NON CONVENZIONALI NELLA LOTTA AL CANCRO - A FRIBURGO SI STUDIANO NUOVI METODI

COLOMBO- PROGETTO UE PER IL BIORISANAMENTO

FIUME TEVERE XXI SECOLO ANCORA A RISCHIO INONDAZIONI

LA PRIMA MISURAZIONE DEL GRAVITOMAGNETISMO AD OPERA DI SCIEN ZIATI ITALIANI

IRPEM - PRIMO ISTITUTO DEL CNR SULLA PESCA MARITTIMA

L'AREA DELLA RICERCA DI GENOVA

TOR VERGATA - 21 ISTITUTI DI RICERCA - 8 DEL CNR

AREA DELLA RICERCA DI GENOVA: EUROUFFICIO PER L'ASSISTENZA A ISTITUTI E RICERCATORI

COLLABORAZIONE ITALO/BRITANNICA PER PROGETTI DI RICERCA

PER IL PROGETTO STRATEGICO SULL'OCCUPAZIONE DEL CNR LA RICETTA STA NELLA FLESSIBILITà INNOVATIVA

12 MILIARDI DI CONTRIBUTI AGLI ENTI DELLA RICERCA SCIENTIFICA

UN CD ROM DEL CNR SULLA CARTOGRAFIA NEL MEZZOGIORNO

IL CONTRIBUTO ITALIANO NELLA LOTTA ALL'EFFETTO SERRA

TEN34: UNA RETE DI COMUNICAZIONE DEDICATA ALL'EUROPA DELLA RICERCA

AREA DI PADOVA - UN CENTRO RICERCHE IN EVOLUZIONE

UNA CITTÀ DELL'INNOVAZIONE NEL PARCO ARCHEOLOGICO E SCIENTIFICO DI PULA

IL CNR DI ROMA:UN CENTRO D'INCONTRO INTERNAZIONALE SULLA RICERCA

UN MICROSCOPIO PER VEDERE DENTRO LA MATERIA

TEN34: UNA RETE DI COMUNICAZIONE PER L'EUROPA DELLA RICERCA

L'UNIVERSITÀ DI TRENTO E LO STUDIO DELLA FISICA ATTRAVERSO I GIOCATTOLI

UN POLO SCIENTIFICO DEL CNR A SESTO FIORENTINO

UNIVERSITÀ URBINO - PROGRAMMA TRIENNALE SULLE TECNOLOGIE ECOCOMPATIBILI

L'AVVENTURA SCIENTIFICA ITALIANA IN ARTICO

CNR : UN ISTITUTO PER LE TECNOLOGIE EDILIZIE

ALL'ERA DI TRIESTE UNA BILANCIA SPAZIALE

TOR VERGATA- IN FUNZIONE LO SPORTELLO PER LA RICERCA

PARCHI TECNOLOGICI : CENTURIA PARCO SCIENTIFICO-TECNOLOGICO AGROINDUSTRIALE

PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI: L'AREA SCIENCE PARK DI TRIESTE

PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI: TECNOPOLIS PARCO SCIENTIFICO DI VALENZANO


ITALIA-USA -UI-CANC'99: FOCUS SU INTELLIGENZE ARTIFICIALI E APPLICAZIONI INDUSTRIALI

Boston ospiterà dal 3 al 6 ottobre UI-CANC'99 (USA-Italy - Conference on Applied Neural and Cognitive Sciences) un focus dedicato ai sensori intelligenti, alla robotica ed alle tecnologie applicate nei diversi settori industriali.
L'iniziativa è promossa dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, tramite l'ambasciata d'Italia a Washington, che ha riconosciuto le scienze neurali e cognitive applicate come area di potenziale interesse strategico per la ricerca e lo sviluppo industriale in Italia nei prossimi dieci-venti anni.

UI-CANCS'99, sponsorizzata congiuntamente dall'Ufficio dell'Addetto scientifico italiano presso l'Ambasciata d'Italia a Washington e dall'Artificial Life, Inc., metterà a confronto le esperienze di ricerca e dell'industria in Italia e negli Stati Uniti.
In particolare, nel corso delle cinque sessioni di lavoro, verranno esaminate le forti potenzialità esistenti nell'applicazione delle tecnologie al settore industriale, medicale e ad altri ambiti produttivi.
I ricercatori che parteciperanno a UI-CANCS'99 illustreranno la situazione attuale ma, anche, gli sviluppi futuri e metteranno a confronto i risultati italiani con quelli raggiunti dall'industria americana, cercando di identificare i settori più promettenti dell'indutria italiana e della ricerca universitaria che dovranno essere potenziati nei prossimi anni.

UI-CANCS'99 offre un'opportunità unica per presentare ed esaminare una vasta gamma di progetti scientifici e industriali nell'ambito delle scienze neurali e cognitive applicate afferma il prof. Alexander Tenenbaum, addetto scientifico italiano a Washington, sottolineando gli obiettivi dell'iniziativa, che ha - tra l'altro - lo scopo di potenziare le collaborazioni tra Italia e Stati Uniti e di sviluppare nuovi progetti congiunti.
Ci auguriamo - sottolinea Tenenbaum - che questo sia il primo di una serie di incontri internazionali a cadenza regolare, che permettano di monitorare il progresso in questi settori e di identificare le aree che necessitano di ulteriore sviluppo, offrendo al contempo un punto di incontro ai rappresentanti dell'industria e della ricerca americani ed italiani.
L'iniziativa, d'altra parte, è nata in funzione dell'interesse espresso dagli stessi scienziati italiani in USA nel corso di un'indagine conoscitiva promossa dall'Ufficio degli addetti scientifici italiani a Washington, che ha rivelato l'area delle intelligenze artificiali come uno degli ambiti di maggior rilievo per la collaborazione scientifica Italia-USA.

L'iniziativa, cui hanno preso parte per il Comitato organizzatore: Daniele Amati, International School for Advanced Studies, Trieste; Emilio Bizzi, Massachusetts Institute of Technology, Cambridge; Paolo Gaudiano, Artificial Life, Inc., Boston ed Alexander Tenenbaum, dell'Ambasciata d'Italia a Washington, prevede quattro sessioni di lavoro: Smart Sensors, Intelligent Robotics e Software Agents, Biomedical Applications ed, infine, una serie di Relationship Between Industry and Research.
A concludere i lavori: una Tavola Rotonda ed una visita a laboratori ed aziende dei settori interessati.(Italian Network)


COOPERAZIONE SCIENTIFICA INTERNAZIONALE - SINERGIA FRA COPIT MAE ED ENTI SCIENTIFICI

Prosegue il dibattito sul ruolo dell'addetto scientifico italiano per la promozione all'Estero del Sistema Scientifico e Tecnologico Italiano, avviato nello scorso mese di maggio, dal Ministero degli Esteri ed il COPIT, rispondendo all'invito del Sottosegretario agli Esteri, sen. Patrizia Toia, ha costituito un nuovo Gruppo di lavoro per la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale, modificando struttura e programma dell'esistente (GPR) Gruppo Parlamentari ed Esperti per la ricerca e l'innovazione.
Al centro della prima riunione, presieduta dal sen.Tassone, con gli esponenti del MAE ed i rappresentanti di alcune organizzazioni scientifiche ed enti italiani interessati al settore, una valutazione sui limiti attuali e le necessità del sistema tecnologico italiano per un efficace sviluppo della collaborazione internazionale, oltre ad una messa a fuoco delle risultanze del convegno MAE per individuare proposte e suggerimenti in merito all'assetto auspicabile per la rete degli addetti scientifici.da portare all'attenzione del Parlamento.

Chiari gli orientamenti emersi da questo primo incontro che verranno approfonditi, nei prossimi giorni, all'interno di un apposito Gruppo di lavoro misto:
  • una ridefinizione dei compiti e delle qualifiche dell'addetto scientifico;
  • la necessità che venga affiancato da una struttura che lo coadiuvi, magari composta da ricercatori cooptati per brevi periodi, al fine di garantire un costante ricambio con individui costantemente informati sui progressi tecnologici;
  • la funzione che il COPIT può svolgere quale elemento di raccordo per la riorganizzazione del Sistema Scientifico tra gli Enti di Ricerca, le università ed una miriade di soggetti impegnati nel settore (circa 500), che attualmente risente, anche, di una scarsa efficienza delle risorse investite. Molti dei mezzi finanziari messi a disposizione non sono, infatti, pienamente utilizzati.

    Una riorganizzazione che va vista nell'ambito dell'insieme dei rapporti internazionali ed in cui il ruolo dell'Addetto scientifico è fondamentale come momento di contatto tra il Sistema Italia ed i mercati esteri dove i prodotti tecnologici italiani possono essere introdotti o da cui può essere importato know how.
    D'altra parte, è convinzione delle diverse componenti del mondo della ricerca, che esista l'effettiva necessità di dare riconoscibilità all'estero alla funzione dell'addetto scientifico come "Consigliere" (funzione che già svolge, in realtà) giacchè altre sono le mansioni che l'"Addetto" ricopre a livello internazionale.
    La stessa amministrazione del MAE riconosce che, nell'ambito della riorganizzazione della struttura e degli organici del Ministero degli Affari Esteri, tale figura debba essere ripensata alla luce di un disegno legislativo coerente.
    Per il direttore generale delle Relazioni Culturali, ministro Facco Bonetti, potrebbe essere configurata, ad esempio, nella riforma della legge n.401 del 1990 (sull'attività degli Istituti Italiani di Cultura all'Estero).

    Non concordano, però, gli addetti scientifici, i quali - rappresentanti dal prof. Mario Scalet - avvertono come l'esperienza della legge n.401 del 1990 non sia ottimale e, d'altra parte, le esigenze degli Addetti scientifici non possono essere limitate dal punto di vista delle professionalità, oltre che dal punto di vista temporale, come delineato in una sommaria trattazione dalla legge n.168 del 1967.
    Scalet avanza alcune ipotesi per rafforzare i compiti degli addetti: una formazione specifica per il personale coadiutore, basata su una figura di livello medio alto (non appartenente al mondo della ricerca nè dell'amministrazione) con funzioni miste e di supporto.

    Quanto al ruolo dell'addetto, Scalet sottolinea come alcune chances potrebbero derivare dal D.P.L. 5422, attualmente in Senato, che avanza ipotesi sul ruolo del consigliere nel settore agricolo. Una sua estensione agli addetti scientifici permetterebbe di stabilire una chiara definizione, il contingente necessario; i tempi di permanenza all'estero.
    La legge n.168 del 1967 limita ad otto gli anni di permanza consentiti , mentre, si potrebbe proporre un limite massimo di 6 anni, con un ulteriore possibilità di rinnovo, intervallati da una permanenza in Italia di almeno due anni da spendere nel Centro di Coordinamento istitutito a livello centrale.

    Dal dibattito è chiaramente emersa come essenziale la nascita di una struttura: l'Ufficio dell'Addetto Scientifico, munito di maggiori strumenti e maggiori risorse finanziarie (di fatto, attualmente, degli stanziamenti per il settore vanno per il 90% alla cultura non scientifica ed alla promozione della lingua italiana all'estero).
    L'Ufficio scientifico potrebbe essere composto, è stato ipotizzato, da contrattisti assunti sul posto per i contatti con le controparti nei paesi di accreditamento. Le diverse amministrazioni, pubbliche e private interessate, potrebbero istituire borse e stage all'estero per coadiuvare l'azione dell'Addetto.
    Infine, alla luce dei cambiamenti in atto all'interno dell'Amministrazione del MAE è stata evidenziata l'esigenza di una unità d'azione all'interno delle direzioni generali per quanto riguarda la scienza, attraverso l'accorpamento delle funzioni territoriali con le tematiche.(Italian Network)


    IN PIEMONTE NEL 2000 LA CONFERENZA EUROPEA PER LO SPAZIO - ISTITUITO COPIT/PIEMONTE

    Si è costituito in Piemonte, per iniziativa di alcuni senatori e deputati torinesi, il raggruppamento regionale piemontese del Comitato di parlamentari per l'innovazione tecnologica e per lo sviluppo sostenibile, associazione culturale a statuto "onlus" ed a carattere "bipartisan", che da tempo segue le problematiche della partecipazione italiana alla programmazione spaziale europea.
    L'annuncio è stato dato dall'on. Gaetano Rasi a seguito della Conferenza Permanente Europea per lo Spazio, insediatasi a Parigi il 29 e 30 aprile scorso Il nostro obiettivo, ha detto Rasi, è di avviare la preparazione della sessione annuale della conferenza sullo spazio il cui svolgimento è previsto in Italia nel 2000.

    La scelta del Piemonte (come già per il Lazio, l'Abruzzo e la Campania) non è, d'altra parte, casuale. Il territorio è sede di importanti insediamenti di tecnologia e di ricerca spaziali ed è, quindi, fortemente interessato a prendere parte ai lavori della conferenza europea.
    La nostra attenzione - ha sottolineato Rasi - si appunta in particolare sul nesso tra ricerca scientifica e spazio poiché, specie con i progetti per la "stazione spaziale", le risorse dell'alta tecnologia operanti nella città si sono venute fortemente qualificando in ambito europeo e mondiale ed avranno certamente molto da dire in occasione dell'incontro del prossimo anno con i parlamentari di Francia, Gran Bretagna, Germania.(Italian Network)


    ACCORDO PER IL SETTORE BIOMEDICO FRA IL KAROLINSKA INSTITUTE E L'UNIVERSITA' DI BOLOGNA

    Il Rettore dell'Università di Bologna, Prof. Fabio Roversi Monaco, ed il Rettore del Karolinska Institute (sede della famosa Facoltá di Medicina di Stoccolma), Prof. Hans Wigzell, hanno firmato un importante accordo che consentirá lo scambio di docenti e studenti a livello post laurea nell'ambito delle scienze bio-mediche e fungerá da catalizzatore per migliorare i rapporti accademici tra il Karolinska Institute e l'Universitá di Bologna.
    É il primo atto ufficiale tra le due universitá dopo l'accordo firmato lo scorso anno tra l'Ateneo di Bologna e l'Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma per sostenere e coordinare alcune attivitá dello stesso.

    Ad oggi sono già stati organizzati corsi e seminari con partecipazione mista italo-svedese.
    La prima iniziativa di livello internazionale è stata la co-organizzazione assieme alla Wenner Gren Foundation di un Simposio Internazionale su: Progressi nella Ricerca sullo Strabismo tenutosi a Stoccolma dal 24 al 26 giugno scorso. Tale Simposio, cui hanno partecipato per invito i maggiori esperti mondiali della materia, è stato organizzato da Gunnar Lennerstrand, professore di oftalmologia del Karolinska Institute e da Emilio Campos, professore di ottica fisiopatologica dell' Ateneo bolognese, che hanno in atto da circa 10 anni una stretta collaborazione scientifica. Tra l'altro, attualmente, un ricercatore del gruppo del prof. Campos (l'ing. Roberto Bolzani) lavora a Stoccolma per un periodo di due anni.

    La cerimonia d'apertura del Simposio si è svolta presso la sede dell'Istituto Italiano di Cultura alla presenza del Magnifico Rettore, Prof. Fabio Alberto Roversi Monaco, dell'Ambasciatore d'Italia S.E. Quaroni, del Dr. Roberto Galloni, addetto scientifico all'Ambasciata d'Italia e del Direttore dell'Istituto Dr. Rosino Risi.(Dr. Roberto Galloni - Addetti Scientifico presso l'Ambasciata d'Italia in Svezia -Italian Network)


    SCUOLA EUROMEDITERRANEA CONSERVAZIONE E RESTAURO DEI BENI CULTURALI

    La crescente necessità, avvertita sia dai paesi europei sia dai paesi mediterranei, di salvaguardare i beni culturali ha spinto il CNR, attraverso lo sportello SMED e l'Istituto di Ricerca sulle tecnologie ed i materiali plastici IRTEMP, ad organizzare la Scuola superiore euromediterranea di specializzazione in Nuovi materiali e tecnologie per la conservazione ed il restauro di beni culturali composti da polimeri di fibre naturali, ovvero libri, prodotti tessili, miniature, papiri....).
    L'iniziativa è promossa in collaborazione con il Consiglio nazionale delle Ricerche egiziano, il Consiglio superiore per la scienza e la tecnologia della Giordania, i ministeri Università e della Ricerca scientifica e Affari Esteri e l'Ufficio UNESCO di Venezia (UVO ROSTE- Ufficio regionale per la scienza e la tecnologia in Europa).

    I corsi (lingua ufficiale l'inglese), riservati ad un massimo di 50 studenti laureati in Chimica, Fisica, Archeologia e Beni Cultuari, sono finalizzati alla creazione di nuove figure professionali dall'approfondita conoscenza scientifica, concentrando l'attenzione su settori scientifici finora scarsamente studiati che riguardano l'utilizzo, in tempi antichi, di fibre naturali di origine vegetale ed animale.

    L'iniziativa, che sarà avviata nel prossimo mese di ottobre, prevede due distinti momenti: a Napoli (3-9 ottobre) e Venezia (10-17 ottobre) il programma della scuola prevede, tra l'altro, riferimenti di natura chimica fisica, strutturale e morfologica delle fibre naturali; metodi sperimentali per la caratterizzazione meccanica e morfologica; tecnologie; tinture sintetiche e naturali; effetti del degrado ambientale sui prodotti tessili ecc...

    I partecipanti, suddivisi in piccoli gruppi, saranno accompagnati da un tutor in attività di laboratorio finalizzate a studiare metodologie di applicazione e tecniche di investigazione utili a caratterizzare i polimeri fibrosi ed i relativi.
    Per ulteriori informazioni: IRTEMP- Loredana D'Orazio Via Toiano, 6 80072 Arco Felice Napoli tel. ++39 081 85.34.255 fax ++39 081 86.63.378 e-mail: dor@mail.irtemp.na.cnr.it SMED Claudia Salvatore Via Toiano, 6 80072 Arco Felice Napoli tel. ++39 081 86.64.022 oppure 85.34.175 fax ++39 081 86.63.378 e-mail:salvat@mail.irtemp.na.cnr.it (Italian Network)


    NASCE IN TOSCANA IL PRIMO OSSERVATORIO REGIONALE PER IL SETTORE CHIMICO

    Si è insediato a Firenze il tavolo regionale dell'Osservatorio nazionale per il settore chimíco, presente il coordinatore nazionale dell'Osservatorio per il settore chimico Attilio, del quale fanno parte i presidenti delle province di Livorno e Pisa. E' infatti l'area Pisa-Livorno ad essere stata individuata come provincia a vocazione chimica e area ottimale (insieme ad altre dieci a livello nazionale) per favorire la nascita e lo sviluppo di sistemi integrati di imprese nel settore e aiutare i soggetti locali nello sforzo di definizione di nuove strategio di sviluppo.
    Con questa iniziativa la Toscana è la prima regione in Italia ad insediare il tavolo regionale dell'Osservatorio nazionale, un organismo collegiale istituito dal ministro dell'Industria Franco Bersani come strumento di monitoraggio e di coordinamento delle linee di politica industriale nel settore chimico.(Italian Network)


    NETDAYS EUROPE- NUOVE TECNOLOGIE PER EDUCAZIONE E FORMAZIONE

    Con la promozione di numerosi progetti in tutta Europa, avrà luogo dal 13 al 21 novembre 1999 la terza edizione di Netd@ys Europe, un'iniziativa della Commissione Europea finalizzata a promuovere l'uso effettivo delle nuove tecnologie nell'educazione e nella formazione, a vantaggio di scuole, centri culturali come musei o biblioteche, enti pubblici ed associazioni giovanili.
    La consapevolezza che la formazione degli insegnanti sia un fattore determinante per la migliore utilizzazione dei nuovi mezzi di comunicazione nell'insegnamento, ha focalizzato l'attenzione di Netd@ys '99 sul nuovo ruolo di insegnanti e formatori, con particolare riferimento a tematiche quali: cittadinanza, solidarietà con gruppi isolati o svantaggiati, scienze, arte, ambiente, occupazione/disoccupazione, identità e diversità culturale europea.

    Saranno considerati ammissibili i progetti che possano costituire un esempio per l'utilizzazione di tecnologie on line nell'apprendimento e nell'insegnamento.

    Per ulteriori informazioni: Alain Dumort, Maria Kokkonen, Loic Bestrd- European Commission- D.G. XII Sector New Technologies in Education and Training 5-7 Rue Belliard B-1040 Bruxelles tel. 0032 3 29.92.783 fax 0032 2 29.66.297.(Italian Network)



    COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE - NUOVI SVILUPPI NELLA MEDICINA MOLECOLARE A MONTEROTONDO

    E' stato firmato a Roma, alla Farnesìna, dal Direttore Generale delle Relazioni Culturali del Ministero degli Affari Esteri, Gianfranco Facco Bonetti, e dal Direttore Generale dell'EMBL, Prof, Fotis Kafatos, l'Accordo di sede tra il Governo italiano ed il Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL) di Heidelberg, il principale Istituto di ricerca Europeo operante nel campo della biologia molecolare.
    L'accordo, che dovrà essere formalmente ratificato dal Parlamento italiano, consente l'avvio di un importante programma internazionale di ricerca presso il Campus internazionale "Adriano Buzzati-Traverso" del CNR a Monterotondo, dove l'EMBL ha insediato tre nuovi gruppi di ricerca.

    Il nuovo programma, dell'EMBI, a Monterotondo, è di importanza cruciale per lo sviluppo della ricerca italiana nei settori della biologia molecolare e dell'ingegneria genetica e per le possibili applicazioni nei diversi ambiti della medicina e delle biotecnologie,
    In particolare, si svolgeranno studi riguardanti la medicina molecolare applicata a ceppi modello di topo che rappresentano le principali patologie umane, derivanti sia da malattie ereditarie (difetti del patrimonio genetico trasmessi alla prole dai genitori) che malattie multifattoriali complesse.

    Scopo della ricerca è, in pratica, arrivare a definire gli effetti patologici della distruzione o alterazione di geni specifici nei diversi organi o tessuti del corpo, quale passo fondamentale per lo sviluppo di specifiche terapie innovative.
    Al progetto partecipano l'Istituto di Biologia Cellulare del CNR, l'archivio EMMA dei ceppi modello di topo, e l'International Centre for Genetíc Engineering and Biotechnology, che ha proprie sedi a Trieste ed a New Delhi, e svolge un ruolo determinante per l'apertura della ricerca e delle nuove tecnologie dall'Europa verso Paesi in via di sviluppo. Collabora alle ricerche del Campus di Monterotondo anche lo statunitense "Jackson Laboratory".

    L'iniziativa è molto importante per l'Italia - ha sottolineato il prof. Glauco Tocchini-Valentini, direttore dell'Istituto di Biologia Cellulare del CNR - perchè a Monterotondo la ricerca italiana si confronta con le ricerche più avanzate dell'Europa e degli Stati Uniti e sviluppa i contatti con Paesi del Terzo Mondo. Si tratta di una iniziativa che segna positivamente il progresso del nostro Paese in questo importante settore della medicina molecolare. (Italian Network)


    MATERIALI PLASTICI - EVOLUZIONE TECNOLOGICA E PROSPETTIVE DI RICERCA

    Le materie plastiche sintetiche assumono una sempre maggior rilevanza economica sui mercati mondiali.Il loro consumo mondiale ammontava nel 1995 a 93 milioni di tonnellate, con una previsione di crescita stimata intorno al 5% sino al 2.000 ed un consumo di 120 milioni di tonnellate.
    Al centro dell'interesse i prodotti emersi dalla competizione che dagli anni '80 in poi ha registrato la nascita dei diversi polimeri (mercato di sostituzione) elemento di sviluppo per l'affermazione di alcune plastiche (soprattutto polietileni e polipropilene) che hanno raggiunto posizioni di mercato di assoluta rilevanza (60% del mercato mondiale), con ritmi di crescita annua al di sopra della media (6% per il polietilene, 7,5% per il propilene, che ha sostituito per il 50% stirenici e poliammidi ed, in parte, il PVC-prodotto in crescita nei Paesi ad alto tasso di sviluppo, come Tailandia, Cina e India, per l'edilizia ed altri usi nel genio civile).

    In questo scenario - dove, chi non riesce a competere, creando prodotti a basso costo grazie ad un progressivo miglioramento tecnologico, è destinato a scomparire - si stanno da tempo manifestando alcuni importanti segnali di cambiamento, quali la progressiva specializzazione dei Paesi più industrializzati nelle produzioni a più alto contenuto scientifico, il passaggio dal business del prodotto a quello della funzione/servizio, la tendenza delle imprese ad interagire maggiormente con i settori industriali che utilizzano i loro prodotti.
    Ad affermarlo è il presidente del Comitato Sviluppo e Innovazione di Federchimica, Giorgio Squinzi, il quale sottolinea come si possano riscontrare novità anche nell'ambito dell'attività di Ricerca e Sviluppo di molte imprese, che hanno impresso un approccio interdisciplinare ed intersettoriale, oltre ad una maggiore tendenza ad interagire con istituzioni pubbliche di ricerca in grado di esprimere punti innovativi, concentrazione delle risorse su aree ben definite e condizioni più favorevoli di collaborazione con centri di eccellenza.

    Un importante momento di incontro è rappresentato dal Comitato per lo Sviluppo e l'Innovazione di Federchimica, presieduto dal Prof. Giuseppe Sironi, che ha dato vita ad un apposito Gruppo di lavoro altamente qualificato con il compito di analizzare lo stato dell'arte e le prospettive di sviluppo dei processi/prodotti dei grandi polimeri. Di tale Gruppo fanno parte esponenti di grandi aziende ed esperti del settore: ENI, Snamprogetti, EniChem, Exxon Chem. Med., SNIA, Polimeri Europa, Solvay...
    Dall'attività del Gruppo è emerso un programma di ricerca che risponde alle necessità tecnologiche delle aziende operanti nel settore con caratteristiche comuni, ovvero: semplificazione dei processi, riduzione dei costi, identificazione di nuovi campi di applicazione dei materiali, riciclo e riutilizzo dei materiali. Ciò significa che gli sforzi della ricerca sono guidati dalle esigenze del mercato (market oriented).

    Da alcuni anni, tuttavia, la ricerca di materiali completamente nuovi con elevate prestazioni ha subito una battuta d'arresto in quanto le previsioni di crescita, estremamente promettenti del mercato dei tecnopolimeri sono risultate errate e la quota di mercato che avrebbe dovuto conquistare è risultata marginale, secondo quanto rileva il prof. Sironi, che spiega come tale mancato decollo nei consumi non abbia permesso il conseguente abbassamento del costodi produzione, costringendoli in condizioni di svantaggio rispetto ai polimeri tradizionali.
    Mentre, in alcuni campi, quale quello dei nuovi catalizzatori metallocenici, per la sintesi di poliolefine, vi è ancora ampio spazio per la ricerca esplorativa, non dimenticando le esigenze del mercato.

    Tra le tematiche che si pongono al centro dell'interesse del mondo della ricerca, nuove linee di attività riguardanti le poliolefine, i polimeri stirenici, il PVC, il nylon, i poliesteri, le gomme sintetiche. (Italian Network)


    BIOTECNOLOGIE - PREVISIONI PER IL 2005: UN FATTURATO DI 12.500 MILIARDI DI LIRE IN ITALIA

    Sul fronte delle biotecnologie, si ipotizza per il 2000, in Italia, un incremento del fatturato a 5000 miliardi di lire. Nel quinquennio successivo, la cifra potrebbe sfiorare i 12.500 miliardi di lire. Tuttavia, si tratta di poca cosa rispetto al resto d'Europa, laddove si ipotizza un incremento del valore economico della produzione biotech del 275% nel periodo 1995 - 2005, per raggiungere un valore di 150 miliardi di euro, con un milione e mezzo di impiegati nel settore, soprattutto giovani altamente qualificati.

    Per l'Italia si ipotizza un aumento di fatturato nel 2000 fino a 5000 miliardi di lire e, nel quinquennio successivo, la cifra potrebbe sfiorare i 12.500 miliardi di lire. E ciò anche se, allo stato attuale, il Paese si trova in una situazione di sostanziale arretratezza rispetto ai partner europei e mondiali, rischiando di rimanere irrimediabilmente indietro nella sfida all'innovazione del prossimo millennio.
    Un'analisi - tracciata dalla Fondazione Censis - Centro di studi investimenti sociali - evidenzia come ancora ci siano, però, poche imprese biotecnologiche ed insufficienza di investimenti in ricerca e sviluppo del settore.
    Nel 1997 sono state censite 240 imprese operanti nelle biotecnologie, con un incremento nel periodo 1989 - 1997 di 106 imprese. Il fatturato è passato da 230 miliardi nel 1989 a circa 1900 miliardi nel 1997 con un incremento del 700%. Il consistente valore percentuale è stato, però, praticamente annullato da un analogo sviluppo a livello mondiale, tanto che l'Italia continua a rappresentare solo il 5% del fatturato mondiale del settore.

    In Europa, invece, le imprese operanti nel settore tra il 1996 ed il 1998 sono passate da 27.500 a 45.823. Il fatturato è cresciuto, nello stesso periodo, da 1721 a 3709 milioni di euro (+115,5%).
    La dinamica continentale è trainata dal Regno Unito e, recentemente, dalla Germania, che ha realizzato negli ultimi due anni un autentico balzo in avanti.

    La comparazione dei dati in materia di Ricerca e Sviluppo non migliora la situazione italiana. Con una spesa pari all'1,06% del PIL, l'Italia non solo è abbondantemente al di sotto della media dell'Europa (1,89%) ma è buon quart'ultima, precedendo Spagna (0,85%), Portogallo (0,59%) e Grecia (0,49%).
    Il personale occupato è pari allo 0,81% del totale della forza lavoro, mentre la Svezia registra un 2,18%, la Finlandia un buon 1,97%, seguite poi da Francia (1,46%), Germania (1,5%) e Regno Unito (1,28%).
    Presso l'Ufficio Brevetti Europeo, su un totale di 8031 domande depositate solo 1,5% provengono dall'Italia, con il 50% di marca Usa, il 9,3% della Germania, l'8,5% del regno Unito ed il 6,7% della Francia.

    I dati presentati dal Censis sono in stretta correlazione con la percezione dell'opinione pubblica rispetto alle biotecnologie: il 48,5% degli intervistati non è informato a sufficienza sulle biotecnologie; il 27,8% ritiene che le biotecnologie comportino benefici per la salute ed il benessere dei cittadini ed il 23,8% ha dichiarato di temere rischi per la salute. I dati, tuttavia, mutano a seconda del grado di istruzione dell'intervistato, laddove la percezione dell'innovazione sulle biotecnologie circa i benefici per la salute ed il benessere dei cittadini dai laureati sfiora il 49%, fra i diplomati il 36%, mentre fra i possessori di licenza media è del 17% e di licenza elementare del 15%. Naturalmente il tasso percentuale più basso sui possibili rischi per la salute (21,8%) è riscontrabile proprio fra i laureati a fronte del tasso più alto fra i possessori di licenza elementare. (Italian Network)


    BIOTECNOLOGIE ED ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI IN AGRICOLTURA

    Un'innovazione tecnologica ispirata e guidata dalle esigenze espresse dalla collettività e dai consumatori, senza chiusure pregiudiziali, è l'obiettivo che deve essere perseguito in tema di biotecnologie applicate all'agricoltura
    E' quanto emerso dal convegno Biotecnologie ed organismi geneticamente modificati in agricoltura, organizzato da Confagricoltura in collaborazione con l'Ambasciata statunitense che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Bernice Slutsky e Sara Schwarz, del Servizio estero del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti.
    Slutsky ha sottolineato l'importanza della biotecnologia quale metodo scientifico più innovativo per migliorare i raccolti, in quanto in grado di offrire mezzi per produrre alimenti più nutrienti e di miglior sapore, raccolti più abbondanti, ed una maggiore protezione per le piante da malattie e parassiti.
    In conseguenza di ciò, gli agricoltori utilizzano un minor numero di prodotti chimici, mentre i consumatori hanno una maggiore scelta durante tutto l'anno e, soprattutto, secondo FAO, Organizzazione Mondiale della sanità, OCSE ed Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, inoltre, l'uso delle tecniche biotecnologiche non influisce sulla sicurezza del prodotto, tanto che gli alimenti ottenuti attraverso le biotecnologie sono stati approvati in paesi quali Giappone, Canada, Brasile, Argentina, Stati Uniti ed Unione Europea.

    Il convegno ha rappresentato per Augusto Bocchini, presidente di Confagricoltura, l'occasione per ribadire l'esigenza di creare un sistema internazionale delle biotecnologie fondato su norme comuni non discriminatorie e, nel caso dell'alimentazione, basate sull'assoluto rigore scientifico.
    Inevitabilmente, le discussioni sulle colture geneticamente modificate sono destinata a durare a lungo e Confagricoltura ha individuato nel WTO la sede essenziale per la risoluzione delle controveisie commerciali.

    Per ulteriori informazioni è possibile consultare, tra gli altri, il sito Internet del Dipartimento statunitense di Agricoltura.(Italian Network>)



    >p>

    ITALIA-SVEZIA - PROGETTI DI COLLABORAZIONE -WORKSHOP SULLA CHIMICA

    Oggi l'Europa si sta unificando sia politicamente che culturalmente. La Commissione Europea di Bruxelles sta portando avanti una serie di programmi mirati a rafforzare i legami scientifici e culturali tra i Paesi dell'Unione.
    La Scienza, d'altra parte, ha sempre richiesto un impegno sinergico a livello internazionale fa rilevare Roberto Galloni, addetto scientifico presso l'ambasciata d'Italia a Stoccolma, che sottolinea come gli scienziati non conoscano limiti né diversità culturali. Il lavoro della scienza è, infatti, al di sopra delle differenze culturali fra i Paesi, dei sistemi politici e delle religioni.
    In tale contesto, l'Italia e la Svezia hanno una forte tradizione di collaborazione per quanto riguarda la scienza e la cultura, una tradizione che ha avuto forti vincoli con la Corte Svedese e la Famiglia Reale. E ciò anche nel settore della chimica..
    Nell'ambito di questa intesa, l'Istituto Italiano di Cultura, ha organizzato, dal 22 al 24 giugno 1999, un convegno su Quantum Chemistry, in collaborazione con il Dipartimento di Fisica -Chimica e Inorganica dell'Università di Bologna e il Dipartimento di Chimica Teoretica dell'Università di Lund.
    Nel corso del convegno sono stati discussi gli ultimi risultati dei progetti bilaterali. In particolare, è stato fatto il punto sia sugli studi applicati che su quelli fondamentali nei campi di comune interesse.
    E', quindi, auspicabile che l'incontro di questi giorni a Stoccolma produca ulteriori sviluppi nei rapporti fra i due Paesi nell'ambito della chimica teorica, un'area di ricerca - afferma l'addetto scientifico italiano a Stoccolma - d'interesse sempre più crescente in quasi tutti i campi della chimica e della biochimica.(Italian Network)


    ADDETTI SCIENTIFICI ITALIANI ALL'ESTERO - I SEGUITI DEL CONVEGNO PROMOSSO DA MAE CNR E MURST

    Quali i seguiti al convegno di fine maggio sul ruolo degli addetti scientifici in un momento in cui la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale è divenuta componente strategica della politica estera del nostro Paese e la ricerca e innovazione tecnologico un fattore critico decisivo per lo sviluppo e la competitività del Sistema-Paese in una realtà scientifica ed economica sempre più globalizzata ?
    Dall'incontro, voluto dal MAE e dal CNR, con la collaborazione del MURST, e presieduto dal Sottosegretario agli Esteri, sen. Patrizia Toia, è emersa, innanzitutto, l'urgenza di rendere la rete degli addetti scientifici uno strumento dinamico di affermazione della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica italiana. In questo senso il contributo di idee e di proposte offerto dai rappresentanti del Parlamento (dalla Commissione Esteri al COPIT, il Comitato di parlamentari per l'Innovazione Tecnologica), della ricerca, delleUniversità e delle imprese, in grado di assicurare al processo di riorganizzazione della rete il concorso di tutto il sistema scientifico e tecnologico italiano.
    Una rete - sottolinea il Ministro plenipotenziario Campo, responsabile MAE del settore, che come hanno evidenziato le ricerche effettuate dal Centro Landau Network di Como (coordinamento degli enti con il compito di promuovere scambi scientifici e tecnologici con l'estero), dalla Fondazione Rosselli di Torino (stato dei collegamenti fra rete e mondo industriale), insieme alla pubblicazione sulle attività degli addetti scientifici, curata dalla Direzione Generale Relazioni Culturali del MAE, ha conformato l'azione degli addetti all'impegno per valorizzare le aree di eccellenza della ricerca e della tecnologia italiane.

    Quanto alla figura dell'addetto scientifico, delineata dal Segreterio Generale del MAE, Ambasciatore Vattani, si evidenzia la necessità di un soggetto pronto a cogliere e segnalare le opportunità offerte al sistema italiano nell'ambito del rafforzamento e rilancio della competitività sul piano gIobale della ricerca e della innovazione tecnologica italiane con una più diversificata capacità di iniziativa e con una logica di sistema e di interrelazione fra strutture pubbliche e imprese alla quale conformare le procedure di analisi, programmazione ed attuazione.
    Sul piano degli interventi: si è posta, tra l'altro, in evidenza la necessità di integrare a livello internazionale le reti universitarie sorte per impulso italiano con la rete diplomatico-consolare e gli Istituti di Cultura.

    In sostanza, il Convegno ha fornito un utile contributo di idee e di proposte per porre in atto gradualmente, e compatibilmente con le risorse di bilancio, una strategia di breve e medio periodo rivolta, da un lato, a restituire al Ministero degli Esteri il ruolo centrale di:volano e di raccordo dei programmi e delle iniziative assunte dai soggetti attivi di cooperazione internazionale e, dall'altro, a riorganizzare e potenziare la rete degli addetti scientifici.
    Le linee essenziali di questa strategia potrebbero, dunque, riguardare sul piano del
  • Coordinamento e concertazione:
    alla luce dell'esperienza della Commissione Nazionale per la promozione della lingua e della cultura italiana all'estero, (legge n.401 del 1990), si prevede, intanto, la costituzione di un Comitato ristretto, di cui farebbero parte i rappresentanti dei ministero degli Esteri e dei ministeri tecnici dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, Industria, Ambiente, Tesoro e Politiche Agricole, oltre alle maggiori istituzioni scientifiche e della Confindustria.
    Compiti di tale Comitato saranno:
    - individuazione delle linee strategiche e le priorità di azione nei settori in cui l'offerta italiana è più competitiva (ad esempio, il trasferimento tecnologico al settore delle piccole e medie imprese);
    - miglioramento dei meccanismi e delle finalità degli accordi internazionali, focalizzandoli su temi di importanza strategica per 1e relazioni fra l'Italia ed i paesi interessati ed ancorandoli ad una prospettiva di collaborazioni allargate a progetti regionali (ad esempio, nel quadro dell'Iniziativa Centro-Europea e dell'Iniziativa Adriatica).
    - progetti multilaterali per realizzare l'integrazione fra ricerca e industria e per convogliare risorse disponibili verso iniziative che diano garanzie di ritorni adeguati per il sistema italiano della scienza e della tecnologia. Di tale Comitato, presieduto dal Sottosegretario delegato agli scambi scientifici e tecnologici,
    Fulcro deIla Commissione: un gruppo di non meno di 4 Consiglieri per la scienza e la tecnologia, esperti di qualificata esperienza comandati presso il Ministero degli Esteri (Direzione Generale degli Affari Economici e Direzione Generale delle Relazioni Culturali), con competenze specifiche per la cooperazione bilaterale, la cooperazione multilaterale, la cooperazione europea e i trasferimenti tecnologici.
  • Riorganizzazione e potenziamento della rete degli addetti scientifici.
    con il recupero della situazione anteriormente al 1993 (30 addetti al posto dei 22 attuali presso 19 rappresentanze all'estero, di cui 3 presso l'Ambasciata a Washington), l'incremento a 33 posti, con la riapertura delle sedi già occupate in passato e l'apertura di nuove nei paesi che offrono maggiori opportunità all'affermazione della ricerca e delle tecnologie di punta italiane e la ricostituzione dell'Ufficio Scientifico (due posti) presso la UE che dovrebbe interagire con gli uffici delle istituzioni scientifiche italiane presenti a Bruxelles.
    Maggiore organicità alla ristrutturazione della rete si avrebbe, tuttavia, - fanno notare alla Farnesina - se i posti di addetto scientifico, tanto per le Ambasciate che per le Rappresentanze presso le organizzazioni intemazionali, fossero compresi in un sub-contingente specifico degli esperti nominati ai sensi dell'art. 168.

    La logica di sistema dovrebbe valere per tutti gli Uffici scientifici: in altri termini occorre pensare all'ufficio scientifico come a una "struttura", che divenga il punto di riferimento di tutto il sistema italiano della ricerca.
    Inoltre, fra le ipotesi di lavoro: l'invio di personale esperto con incarichi specifici di breve-media durata, d'intesa con i centri di ricerca, le università e le imprese (come previsto dal programma di "short tenn nobility" del CNR). Si sta, inoltre, vagliando presso il MAE la possibilità di effettuare da parte di giovani laureati in discipline scientifiche e tecniche periodi di formazione presso gli Uffici degli addetti scientifici con il concorso finanziario degli istituti, università e imprese di provenienza.
    Nella stessa logica di sistema un più organico rapporto tra gli uffici scientifici e gli istituti italiani di cultura. Inserimento degli istituti di cultura nella cooperazione scientifica e tecnologica intemazionale finalizzato alla promozione dei contatti, gli scambi e progetti di ricerca comuni tra università italiane e locali. A questo fine si prevede la possibilità di assegnare agli istituti di cultura personale dell'area culturale con incarichi specifici di promozione della collaborazione interuniversitaria.

    Infine, sul piano delle risorse finanziarie sono prevedibili integrazioni di bilancio che permettano di realizzare iniziative promozionali anche presso i Paesi vicini a quello di residenza, dotandoli di fondi di dotazione per le attività istituzionali, come avviene per gli Istituti di cultura. Si calcola in media un ammontare di 100 milioni di lire per Ufficio e per anno, con un onere complessivo gravante su apposito capitolo di nuova istituzione di 2 miliardi di lire nel 2000, 2,5 miliardi nel 2001 e 3,3 miliardi nel 2002.(Italian Network)


    CNR - I RISULTATI DEL PROGETTO STRATEGICO TUBER BIOTECNOLOGIA DELLA MICORIZZAZIONE

    I risultati del progetto strategico del CNR-Tuber biotecnologia della micorizzazione, presentati recentemente al Consiglio Nazionale delle Ricerche, a Roma, non rivestono importanza solo dal punto di vista commerciale nel settore agroalimentare per la produzione del tartufo ma, altresì, un valore fondamentale nella messa a punto di un efficace sistema di sostegno allo sviluppo delle coltivazioni arboree e della rigenerazione ambientale.
    Le conoscenze acquisite nell'ambito del Progetto, e lo sviluppo di strategie biotecnologiche più rispondenti alle moderne conoscenze di biologia molecolare e di ingegneria genetica, rappresentano il presupposto per un rilancio della tartuficoltura con vantaggi anche in campo ambientale.
    La coltivazione del tartufo, effettuata mediante produzione di piantine micorrizate certificate, utilizzabili in azioni di rimboschimento di particolari aree, si presenta infatti come una valida strategia di recupero ambientale. Le radici della maggior parte delle piante sono in stretta associazione con una o, talvolta, più di una specie fungina ed è ormai chiaro che alcune di queste piante non possono crescere o raggiungere uno sviluppo normale senza le micorrize. A testimonianza di ciò le esperienze effettuate negli Stati Uniti in aree sottoposte a forte sfuttamento, come le miniere di rame, dove l'insediamento di piante sottoposte a procedure di ingegneria genetica hanno ottenuto ottimi risultati in termini di ripopolazione vegetale.

    I risultati della ricerca sono, in parte, accessibili attraverso due pubblicazioni: un volume che descrive i metodi molecolari messi a punto per la identificazione delle diverse specie di tartufo bianco e nero: Tuber magnatum, Tuber borchi, Tuber maculatum, Tuber Aerulum, Tuber dryophilum, Tuber melanosporum, Tuber brumale e Tuher indicum. I metodi sviluppati permettono, in particolare, l'identificazione delle diverse specie di tartufo in tutte le fasi del ciclo biologico: corpo fruttifero, micelio ed ectomicorriza.
    I metodi, basati sul riconoscimento di specifiche sequenze di DNA caratteristiche di ogni specie rappresentano tino strumento essenziale per la definizione di protocolli di certificazione sia a livello nazionale che internazionale permcttendo il mantenimento di posizioni leaders dell'Italia, in questo settore sia livello europeo che extraeuropeo.

    Inoltre, è stato sviluppato TUBERKEY un sistema computerizzato su CD Rom, di facile comprensione, per l'identificazione di 18 diverse specie di tartufo. I caratteri morfologici, insieme ai dati molecolari, sono stati codificati nel formato DELTA (Description Language for Taxonomy) già utilizzato come standard di descrizione tassonomica di numerose specie animali e vegetali.

    Le metodologie messe a punto ed i risultati ottenuti - afferma il prof. Vilberto Stocchi, coordinatore del progetto, permetteranno lo sviluppo di processi innovativi nel campo della biotecnologia della micorrizazione, come - per esempio - la propagazione di miceli, la propagazione in vitro di specie di piante autoctone, l'ottenimento di piante micorrizate ed il miglioramento delle tartufaie naturali
    Un punto che il prof. Stocchi (Università di Parma) tiene a sottolineare riguarda i processi che attengono allo sviluppo del progetto: processi sviluppati nell'ambito delle biotecnologie e non della manipolazione genetica.
    Tuberkey è accessibile su Internet al sito http://irisbioc.bio.unipr.it/tuber/tuberkey.html. Informazioni e chiarimenti sulle tematiche in oggetto possono essere richieste all'Istituto di Scienze biochimiche dell'Università di Parma a: Claudio Rivetti (rivetti@ipruniv.cce.unipr.it), Riccardo Percudani (riccardo@ipruniv.cce.unipr.it), Alessandra Zambonelli (zambonel@pop.agrsci.unibo.it), Simone Ottonello (simone@irisbioc.bio.unipr.it).

    Il Progetto Tuber è stato finanziato dal CNR in collaborazione con dieci Regioni italiane (Abruzzo, Calabria, Emilla Romagna, Lombardia, Marche, Liguria, Piemonte, Toscana, Umbría, Valle d'Aosta). Ha registrato la partecipazione di sette diverse Unità e dodici Gruppi di Ricerca italiani, fra cui i prof.Maurizio Iaccarino, attualmente all'Università di Parigi, Francesco Salamini, attualmente all'Università di Colonia e Stephen della Porta all'Università di New Haven, con competenze diverse nel campo della micologia, microbiología, botanica, biochimica, biologia molecolare, biologia cellulare ed ingegneria genetica. (Italian Network)


    CONVEGNO MAE CNR MURST: OBIETTIVI E STRATEGIE

    Rafforzare e rilanciare la componente italiana a livello bilaterale e multilaterale nel settore scientifico e tecnologico quale elemento strategico per la proiezione del Sistema Italia a livello internazionale. Questo lo scopo del recente convegno sul nuovo ruolo dell'addetto scientifico, promosso, ad otto anni dal primo, dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica, il CNR, la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), l'INFM (Istituto Nazionale di Fisica della Materia), l'ENEA (Ente Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente), l'Istituto Superiore di Sanità e la Confindustria.
    Un convegno dal quale sono emerse, con estrema chiarezza e realismo, luci ed ombre di un sistema di cui è ben arduo fornire una proiezione organica all'estero.
    Ad essere impegnati in questo compito sullo scacchiere internazionale un numero del tutto limitato di uomini e donne, rarissime, di scienza: appena 22 addetti scientifici per 20 Paesi esteri, costretti ad operare in una pressochè totale assenza di direttive scientifiche, carenza di strumenti giuridici e limitatezza di mezzi finanziari. Rari diplomatici della scienza italiana, per ruolo ma non per riconoscimento giuridico, che, in questi anni, sono riusciti ad ottenere proficui risultati. Risultati, però, destinati a divenire quanto mai vani se non saranno supportati per il futuro da una ridefinizione organica in Italia dell'intero settore e da una strategia di promozione all'estero nell'ambito di una politica di razionalizzazione e valorizzazione di risorse, ruoli e compiti da parte dello stesso Ministero degli Affari Esteri.

    Ordunque, poichè la cooperazione internazionale nella scienza e nell'innovazione tecnologica è riconosciuta quale componente strategica della politica estera nazionale, è fondamentale che vi sia una ridefinizione in termini di strumenti, risorse umane ma, anche, di strutture e linee direttive nell'ambito di una logica di sistema, ha sottolineato il sottosegretario agli Esteri, con delega alle Relazioni Culturali, sen. Patrizia Toia.
    Una razionalizzazione che deve partire da un'elaborazione degli accordi internazionali - 27 allo stato attuale, di cui 6 in Parlamento in attesa di ratifica - più attenta che in passato per la complessità e la vastità degli argomenti che essi delineano, per proseguire con una puntuale definizione delle direttive e degli obiettivi che dovranno essere raggiunti, il monitoraggio delle iniziative intraprese e la valutazione degli esiti, la ridefinizione delle competenze territoriali nelle aree di maggior interesse per l'Italia (Mediterraneo ed Europa dell'Est), oltre che la rielaborazione dei criteri di scelta delle risorse umane delegate a gestire il settore in Italia ed all'estero.
    Ed, ancora, il consolidamento delle rete che comprende le strutture diplomatico-consolare, gli Uffici degli addetti scientifici e gli Istituti di cultura nell'azione di servizio e di proiezione all'estero del sistema, una più ampia ed incisiva presenza all'interno degli organismi multilaterali, la possibile predisposizione di una struttura di coordinamento per l'Italia e l'estero, di nuovi strumenti formativi per i quadri tecnici ed informativi correlati al mondo scientifico e produttivo... In sostanza, una riorganizzazione che permetta l'affermazione dei settori più avanzati della scienza e dell'industria, con effetti positivi in termini di crescita e di competitività dello stesso Sistema.

    In questa logica: la creazione di un network degli addetti scientifici e la identificazione delle risorse scientifiche italiane all'estero delle quali si sta tentando una mappatura, che ha per ora consentito la predisposizione di una iniziale banca-dati di mille nominativi, elaborata dal CINECA in collaborazione con gli addetti scientifici.

    Sul piano interno, l'esigenza di un impegno complessivo comporta il coordinamento delle strutture delegate al settore scientifico e tecnologico ora suddiviso fra ben tre Direzioni generali (Relazioni Culturali, Affari Economici e Cooperazione allo sviluppo) e la predisposizione di un Comitato di raccordo fra l'ambito scientifico e quello diplonatico-amministrativo, dal quale possano scaturire un più complessivo coordinamento della rete degli addetti secondo le direttive strategiche della politica di Governo.
    Alla stessa stregua vi è piena concordanza di idee sull'indispensabilità del rafforzamento delle interrelazioni tra le strutture pubbliche del MAE, Murst, CNR, strutture di base, università e mondo delle imprese.

    In Italia - è stato più volte sottolineato - esistono realtà scientifiche di estrema eccellenza, riconosciute ed apprezzate come tali a livello internazionale, insieme ad istituti universitari, enti ed uffici rilevanti sul piano scientifico e tecnologico ancora limitatamente funzionali al contesto generale, che devono essere, però, più ampiamente sostenuti per la stessa valenza politica e lo spessore che hanno acquisito sul piano internazionale. In questa logica, l'impegno del MAE e dello stesso Murst, per il quale il sottosegretario Antonino Cuffaro ha proposto la creazione di una sorta di Comitato Interministeriale, cui spetterà il compito di riorganizzare e valorizzare risorse e specificità.

    Questioni sulle quali, gli addetti scientifici italiani all'estero sollecitano da tempo concrete risposte. Per questo motivo, accogliendo l'invito dal presidente del COPIT, la Commissione Interparlamentare Permanente per la Scienza e la Tecnologia, essi presenteranno quanto prima alla stessa Commissione un documento di base dal quale partire per la realizzazione di una più moderna ed efficace organizzazione di promozione della cooperazione scientifica e tecnologica italiana in campo internazionale.(Italian Network)

    CONVEGNO MAE CNR MURST: NUOVO RUOLO DELL'ADDETTO SCIENTIFICO

    Alla luce del dibattito che il convegno promosso dal Ministero degli Affari Esteri sul Nuovo Ruolo dell'Addetto Scientifico in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche ed il Ministero per la Ricerca Scientifica, ha suscitato fra gli operatori del settore lasciamo alle valutazioni, elaborate dagli stessi addetti in un documento conclusivo, il compito di illustrare questioni, problemi ed iniziative in atto ed in divenire.

    Il Convegno è stata un'importante occasione per ripensare il ruolo dell'Addetto scientifico al fine di poter promuovere con efficacia il sistema scientifico e l'industria italiana sulla mutata scena internazionale. Esso ha anche fornito un'indicazione di come la scienza e la tecnologia costituiscano una componente rilevante per la politica estera del Paese, data la valenza che esse hanno assunto nelle relazioni internazionali.
    L'attuale contesto di riforme - dal Ministero degli Esteri al riordino del sistema italiano della ricerca S&T - appare il momento opportuno per elaborare proposte di qualità per funzioni strategiche dello Stato, quali l'analisi, la definizione e l'applicazione di strategie, la promozione ed il coordinamento nel settore della collaborazione scientifica e tecnologica internazionale. Con questo spirito è stato preparato il presente documento contenente le analisi e le proposte che seguono.
  • 1. A circa trent'anni dalla nomina del primo Addetto emerge con chiarezza l'importanza del servizio svolto dalla figura dell'esperto scientifico per la collaborazione internazionale in campo scientifico e tecnologico. Il ruolo dell'Addetto scientifico comprende le seguenti funzioni: la conoscenza del panorama scientifico e tecnologico e delle linee di tendenza di questo sistema nel Paese di accreditamento; l'organizzazione di iniziative di promozione (convegni, mostre, incontri, ...); la negoziazione di accordi e programmi esecutivi, e l'attuazione di questi ultimi; la consulenza e il supporto al corpo diplomatico nelle sedi bilaterali e multilaterali su temi scientifici e tecnologici; l'analisi e l'elaborazione di strategie per il miglioramento della collaborazione a livello bilaterale, di area e nelle organizzazioni internazionali; la promozione delle industrie nazionali tecnologicamente avanzate.
  • 2. In questo campo, il confronto con l'organizzazione degli Uffici scientifici degli altri paesi sviluppati - i vari sistemi rappresentano tra l'altro degli interessanti riferimenti per il miglioramento del nostro servizio - indica il ritardo del nostro Paese che concorre a sfavorirci nella competizione tecnologica e nella partecipazione ai grandi programmi internazionali di ricerca.
  • 3. Un passo importante per garantire la funzionalità della rete ed un suo collegamento efficace con il sistema scientifico italiano sarebbe la costituzione di un ufficio centrale di coordinamento della scienza e la tecnologia italiane all'estero, dotato di risorse umane e finanziarie adeguate, da realizzare attraverso il concentramento ed il potenziamento delle attuali strutture a ciò deputate presso il Ministero degli Esteri.
  • 4. Il rafforzamento della rete non può prescindere dall'aumento delle risorse finanziarie e umane. Il rilancio degli "uffici scientifici e tecnologici" passa attraverso la decisione di assegnare più unità di personale, di differente livello - Consigliere, Addetto, Borsista o Stagista, Volontario, Contrattista locale - ai vari uffici. E' altresì indispensabile adeguare il livello del personale dell'ufficio centrale a quello degli esperti assegnati alle rappresentanze diplomatiche. Viene accolta con favore l'idea avanzata dal CNR per l'istituzione di alcune borse di studio per giovani laureati da utilizzare presso gli uffici scientifici all'estero e si auspica che questa iniziativa venga seguita da altre analoghe.
  • 5. Alla definizione degli indirizzi dell'attività degli uffici S&T all'estero potrebbe utilmente concorrere il comitato di coordinamento proposto nel corso del Convegno e composto da rappresentanti del Ministero degli Esteri, del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, dei principali enti scientifici italiani e dell'industria tecnologicamente avanzata.
    Appare altresì opportuna una riunione/convegno di tutti gli addetti a cadenza biennale, mentre andrebbe sviluppato il coordinamento degli Uffici che operano in una determinata area organizzando, di concerto con le nuove direzioni territoriali, una riunione all'anno per definire strategie e programmi comuni di iniziative.
  • 6. Cruciale è la figura professionale dell'Addetto/Consigliere scientifico-tecnologico che dovrebbe operare sia al centro che in periferia. Una simile professionalità dovrà unire la formazione tecnico-scientifica, all'esperienza nell'ambito della ricerca o dell'innovazione tecnologica ed alla specifica attitudine ai rapporti internazionali. E' pertanto indispensabile garantire, con nuove procedure, la mobilità del personale con le università, gli enti di ricerca e le imprese.
    E' altrettanto importante che l'esperienza maturata in questo servizio venga valorizzata, sia nell'ambito delle strutture di provenienza che attraverso la promozione di candidature negli organismi internazionali. Viene altresì proposta la creazione di una banca dati, presso la DGRC, degli addetti/consiglieri scientifici che hanno terminato il proprio servizio.
  • 7. La creazione di una specifica carriera di "Consigliere scientifico e tecnologico" nel Ministero degli Esteri da aprire a personale di alto livello, come prospettato nello studio del Landau Network, rappresenterebbe un salto di qualità importante per il rafforzamento della rete degli Uffici scientifici e per l'incisività dell'azione svolta dal MAE nelle sedi internazionali che trattano temi con importanti implicazioni scientifiche e tecnologiche.
  • 8. Come già detto è importante aumentare il numero degli addetti/consiglieri scientifici dotandoli di maggiori risorse finanziarie, soprattutto per rafforzare gli uffici che, in molti casi, potrebbero essere competenti per un'area territoriale piuttosto che per un singolo Paese. In ogni caso sembra opportuno rivedere l'attuale normativa sugli esperti, sia per quanto riguarda il limite di tempo per la permanenza all'estero sia per l'accreditamento.
  • 9. Per quanto riguarda l'aspetto legato allo scambio di informazioni tra gli uffici scientifici e il sistema scientifico e tecnologico italiano sono state definite le seguenti raccomandazioni:
    a) Il sito web del MAE è una risorsa importante. Si auspica che tutte le Ambasciate sviluppino al più presto un loro sito che sia ben connesso con Internet. Dove ancora oggi non è possibile realizzare ciò, le Ambasciate potrebbero organizzarsi con uno spazio nel server del MAE con accesso per le modifiche. Una pagina specifica dell'Ufficio dell'Addetto scientifico dovrà essere collocata entro questo sito web.
    b) Le informazioni scientifiche di tipo generale sul sistema Italia della ricerca dovrebbero essere contenute nel sito web del MAE a cui deve essere data la massima cura per la presentazione ottimale.
    c) I siti web degli uffici degli addetti scientifici delle singole Rappresentanze dovranno avere sul loro sito le informazioni relative alle collaborazioni scientifiche con i paesi di accreditamento e le indicazioni sul sistema scientifico del Paese.
    d) Un notiziario sulle principali novità scientifiche dei vari paesi potrà essere contenuto nei siti delle Ambasciate che dovranno essere in possesso anche di una mailing-list di istituzioni, di Ministeri e di Imprese (Confindustria, Confcommercio, etc.) a cui spedire le informazioni più rilevanti e urgenti.(Italian Network)


    CONVEGNO ADDETTI SCIENTIFICI - UN'IPOTESI: UN CENTRO DI COORDINAMENTO PER LE RELAZIONI SCIENTIFICHE E TECNOLOGICHE INTERNAZIONALI

    Un approfondito studio del Landau Network-Centro Volta sull'attuale situazione esistente all'interno del sistema scientifico e tecnologico italiano per lo sviluppo della collaborazione internazionale, ha evidenziato alcune esigenze prioritarie per raggiungere obiettivi di maggiore efficienza e ridurre i ritardi temporali accumulati dal nostro sistema nel passaggio dalla ricerca scientifica al suo concreto utilizzo. Un sistema - è bene ricordarlo - che riceve solo l'1% del PIL contro il 2,5% della media europea.

    In primo luogo, secondo l'analisi del Landau Network (ONG i cui interventi sono finalizzati alla promozione della cooperazione scientifica e tecnologica su scala mondiale), è evidente l' esigenza di un centro di coordinamento per la collaborazione internazionale nel campo della scienza e della tecnologia, con compiti di analisi, elaborazione di strategie, promozione del sistema italiano, esecuzione degli accordi, presenza e supporto tecnico nelle sedi gestionali e negoziali.
    Una struttura, necessariamente unitaria, da collocare preferibilmente presso il Ministero degli Affari Esteri )a motivo dell'articolazione del MAE in rappresentanze estere) a fronte di una istituzione troppo recente del Ministero del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica che inevitabilmente comporta una serie di problemi. Tuttavia, non viene esclusa la costituzione di una struttura ad hoc, impostata come agenzia e controllata dai due Ministeri ed anche da altri soggetti interessati alla collaborazione internazionale in questo settore.

    Il Centro di coordinamento dovrebbe riunire, d'altra parte, le competenze scientifiche e tecnologiche divise tra la DGAE (ambiente ed energia) e la DGRC (accordi bilaterali e cooperazione multilaterale legata agli organismi internazionali), prevedendo una modifica del Regolamento concernente l'organizzazione e le funzioni degli uffici dirigenziali del MAE, recentemente approvato dal Governo.
    Nulla viene, invece, ipotizzato in relazione alle competenze della Direzione Generale per la Cooperazione con i Paesi in via di Sviluppo, per la quale rimane ancora aperta la soluzione della nascita di una 'Agenzia ad hoc.

    Quanto al ruolo degli addetti scientifici (22 all'estero e 2 in Italia), secondo lo studio del Landau Network, si rende ormai necessaria la creazione del nuovo ruolo di consigliere scientifico, prevedendo, al contempo, l'istituzione degli uffici scientifici all'estero e la definizione degli elementi organizzativi.
    Il personale di questo servizio dovrà essere di livello medio-alto e con esperienze nel settore scientifico e tecnologico. A tal proposito, il Landau rileva che, sebbene sia indispensabile creare posizioni stabili per la struttura di coordinamento, è essenziale al tempo stesso garantire una forte mobilità con il mondo dell'università e della ricerca S&T., per cui sono prevedibili forme di distacco temporaneo dagli enti di appartenenza senza oneri per questi ultimi. Il che presuppone uno specifico budget che copra lo stipendio della persona distaccata.
    La struttura ipotizzata potrebbe prevedere a regime 30 figure di consigliere scientifico (o di addetto nelle ambasciate minori) a livello dirigenziale da utilizzare sia all'estero che in Italia. A queste andrebbero ad aggiungersi altrettanti esperti in mobilità provenienti dalle istituzioni accademiche e scientifiche italiane che abbiano maturato esperienze scientifiche in Italia ed in sedi estere, coadiuvati da personale volontario (in sostituzione del servizio militare).

    Sul fronte finanziario il Landau Network suggerisce una opportuna riallocazione degli stanziamenti destinati al settore - appena 5 miliardi per tutte le attività previste dagli accordi bilaterali di cooperazione S&T a fronte dei 150 miliardi destinati per la promozione culturale e per le attività degli Istituti Italiani di Cultura - ed una revisione dei contributi versati agli organismi scientifici internazionali rispetto ai quali si lamentano oggi insufficienti ritorni per l'Itali.

    Sul piano degli strumenti normativi, l'attivazione del Centro di coordinamento nazionale per la scienza e la tecnologia presso il MAE, potrebbero essere prevista attraverso la modifica della legge 401/90 sulla Riforma degli Istituti Italiani di Cultura oppure una nuova legge ad hoc, impostata sulla 401/90 e che prenda spunto dalla legge 400/88 per quanto concerne il ruolo dei consiglieri ed esperti della Presidenza del Consiglio dei Ministri.(Italian Network)


    CONVEGNO ADDETTI SCIENTIFICI - L'ATTIVITÀ INTERNAZIONALE DEL CNR

    Secondo appuntamento in pochi mesi con la scienza italiana all'estero per il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che, partendo da una prima analisi sulle risorse italiane esistenti fuori d'Italia, è giunto ad approfondire il tema della promozione della cooperazione scientifica italiana in ambito internazionale ed il ruolo degli addetti scientifici.
    Un ruolo che sta diventando sempre più importante a fronte della progressiva internazionalizzazione del sistema della ricerca, degli enti e delle università e che ormai necessita, secondo il presidente del CNR, Lucio Bianco, di una vera e propria struttura di sostegno (Uffici del consigliere per la scienza e la tecnologia) per gestire la crescente pluralità degli interlocutori ed il livello di interdisciplinarietà.

    Un impegno verso l'attività internazionale che gli organi di Governo del CNR - istituito durante il ventennio fascista con funzioni di promozione della scienza italiana all'estero - considerano uno dei maggiori obiettivi strategici per lo sviluppo delle proprie strutture scientifiche.
    In questo senso, gli sforzi fatti per non penalizzare, pur in presenza di sensibili restrizioni al bilancio dell'Ente, le relazioni internazionali esistenti in relazione ai principali obiettivi che il CNR si pone: rafforzamento della partecipazione ai programmi della ; - lo sviluppo mirato dei rapporti con istituzioni scientifiche dei paesi occidentali più avanzati; - una rivisitazione della collaborazione bilaterale nel suo complesso, già avviata, tendente alla individuazione di strategie e moduli differenziati e innovativi (Paesi dell'Europa Centrale ed Orientale, Est Asia, Paesi del Bacino del Mediterraneo). Quanto alle relazioni scientifiche con gli Stati Uniti da oltre cinquant'anni interlocutore e partner privilegiato di tutta la comunità scientifica italiana e dello stesso CNR, che intende rilanciare tale rapporto, in vista della prossima verifica biennale dell'Accordo bilaterale intergovernativo, puntando a concrete e limitate priorità.
    Fra gli obiettivi del CNR: assicurare, come per il passato, la partecipazione della comunità scientifica nazionale alle maggiori e più prestigiose organizzazioni scientifiche internazionali non governative, sedi primarie della circolazione delle idee e dei risultati, e- dove si attua il necessario raccordo tra le conoscenze della rete scientifica nazionale (CNR compreso) e quelle degli altri paesi; favorire e stimolare la mobilità dei ricercatori italiani con vari strumenti operativi, compreso il programma speciale Short term mobility che consente l'ínvio all'estero di ricercatori italiani e soggiorni di studio presso istituzioni scientifiche italiane di ricercatori stranieri di alta qualificazione.(Italian Network)



    SANITà - IL CONTRIBUTO DELL'ARCHEOLOGIA GENETICA NELLO STUDIO DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER

    L'epidemiologia, nel campo delle demenze, e in specie della Malattia di Alzheimer, non è riuscita a spostarsi da un ambito di puro fenomeno descrittivo a quello di individuazione delle "cause". Molto è noto circa l'incidenza e la prevalenza ma le etiologie (verosimilmente molteplici) dei casi sporadici rimangono per lo più oscure.
    Progressi importanti, invece, sono stati fatti con la genetica molecolare attraverso lo studio, lungo e complesso, di alcune vastissime famiglie in cui la malattia segrega in maniera autosomica dominante. Un contributo, in questo senso viene dato dalla d.ssa Amalia C.Bruni del Centro Regionale di Neurogenetica della ASL 6 di Lametia Terme, che ha presentato, in diverse sedi scientifiche in Italia ed all'estero, un importante studio su Il ruolo dello studio sulle famiglie calabresi con Malattia di Alzheimer nell'isolamento del gene PS1.

    Le Famiglie FAD Calabresi, ben note per vastità ed omogeneità di quadro clinico, hanno giocato un ruolo determinante ai fini dell' isolamento e la clonazione del gene AD3 sul cromosoma 14.
    La ricerca clinica e genetico-molecolare è stata una lunga avventura durata undici anni. Un pezzo di storia della neurologia per la quale molti sforzi sono stati richiesti e molte collaborazioni sono state stabilite. Un merito per gli uomini che l'hanno costruita, alcuni come il professor Bergamini e il prof. Amaducci, purtroppo oggi scomparsi.

    La malattia di Alzheimer che studiamo, il cui gene è isolato sul cromosoma 14, ha dei tratti clinici caratteristici, molto particolari. Un' età di esordio intorno ai 42 anni, un' età di morte di 49 anni, e, oltre la sindrome cognitiva, comune a tutte le malattie di Alzheimer, la presenza di segni extra piramidali, di mioclonie, di crisi convulsive, e, di uno stato di agitazione massivo che, spesso e volentieri nelle epoche precedenti, appunto, motivava il ricovero nell' ospedale psichiatrico.
    L'età di morte è un criterio fondamentale, che può essere ricercato indietro, ricostruendo l' albero genealogico, esattamente come indicatore di malattia. Con questa metodologia si è riusciti, passo dopo passo, in tutti questi lunghi anni, a ricostruire degli incommensurabili alberi genealogici.

    Dal primo nucleo familiare ricostruito dal Prof. Foncin nel '72, a partire dalla proposita emigrata a Parigi, il pedigree si è via via ingrandito arrivando ad inglobare la famiglia descritta in America da Feldman nel 1963. Fu esattamente la sintomatologia clinica particolare, con mioclonie e crisi convulsive a muovere il sospetto a Foncin che potesse trattarsi della stessa famiglia. Il sospetto divenne certezza quando, nell' ospedale psichiatrico di Girifalco trovammo la cartella clinica del soggetto di collegamento, ricoverata nel 1904 (prima che Alzheimer descrivesse la malattia) e deceduta a 38 anni.

    Un momento molto importante fu quando - ricorda la d.ssa Amalia C.Bruni - fui chiamata a visitare una paziente di 52 anni in profondo stato demenziale. La donna aveva nella sua storia familiare, una madre e una sorella morte per la malattia. Il quadro clinico mi colpì particolarmente perchè era così incredibilmente uguale al resto della famiglia N da indurmi a sospettare che questa paziente potesse far parte dello stesso gruppo familiare.
    Ricostruimmo l'albero genealogico e ci imbattemmo nello stesso cognome degli antenati della famiglia N. Non riuscivamo, però, a trovare un legame a livello di uffici di stato civile. Fu allora che iniziammo il lavoro sugli archivi parrocchiali e il dottor Gei, nel giro di tre mesi trovò il legame tra la nuova paziente il resto della Famiglia N.
    Questo lavoro ci permise di risalire fino alla prima coppia fondatrice da cui si origina, nel XII secolo, tutta la famiglia N. La nostra trasmettitrice obbligata è Vittoria che muore a 43 anni. Vittoria e Domenico si sposano nel 1737, hanno una serie di figli che nascono una parte in un piccolo paese di montagna, successivamente la coppia si sposta a Nicastro. Vittoria è, quindi, la trasmettitrice obbligata di questa enorme famiglia N che conta oggi 74 ammalati, 13 trasmettitori obbligati, 15 generazioni e che coinvolge oltre 16.000 soggetti.

    Altro passo importante nella storia di questa ricerca fu la segnalazione da parte del professore Bergamini di due sorelle affette in giovane età.
    Le sue due pazienti, dunque, "forse avevano degli antenati calabresi". Trovammo l'origine della famiglia in Calabria (con uno studio sui cognomi) e, soprattutto, trovammo altri 14 ammalati tra ricoverati all' ospedale psichiatrico di Girifalco e ormai deceduti, e ancora viventi. Era la Famiglia To.
    Quando andammo a studiare il quadro clinico di questi malati ci rendemmo conto che la somiglianza era impressionante, non solo rispetto ai dati quantitativi ma anche a quelli qualitativi. Ipotizzammo che ci fosse un antenato comune. Questa forma di malattia di Alzheimer ha un tasso di mutazione abbastanza basso, è rara; l' avere trovato queste due famiglie, così grandi, con la stessa sintomatologia all' interno di trenta Km circa ci rafforzava nell'idea dell'antenato comune o di un effetto fondatore. L' antenato comune l' abbiamo cercato per tanti anni negli archivi parrocchiali, senza trovarlo.

    Qualche anno dopo riceviamo la segnalazione di tre fratelli giovani (40/42 anni) affetti da Alzheimer a Milano. La sintomatologia clinica era identica a quella dei nostri pazienti.
    Con Fabio Macciardi e Luigi Ferini-Strambi, ricostruimmo anamnesticamente il primo albero genealogico; ci rendemmo conto, successivamente, che lo studio dei cognomi ci indirizzava già sui cognomi della famiglia To. In un lavoro a tempo record, riuscimmo a ricollegare queste due famiglie intorno al 1850, che origineranno la famiglia To e la famiglia FJO1 a Milano. Questi due gruppi familiari non si conoscono e non sanno di essere legati geneticamente.
    Le famiglie N e To-FJO1 sono state, quindi, oggetto importante negli studi di genetica molecolare. Tra Peter Hyslop e il nostro gruppo, anche se con tanti chilometri e l' oceano di mezzo, c'è stata una stretta integrazione. Integrazione anche con il gruppo di Firenze, con Sandro Sorbi, che segue una branca della famiglia emigrata nella Toscana.

    Sembra che questo tipo di lavoro genealogico sia solo storico e staccato dalla biologia molecolare. Ma come si integra la storia con quelle che sono le nuove tecnologie lo ha dimostrato la genetista Maria Paola Montesi, attraverso il lavoro di ricostruzione degli aplotipi.
    Paola Montesi riuscì con il calcolo delle probabilità a ricostruire gli aplotipi della prima trasmettitrice obbligata. Mi piace riferire che questo lavoro, che l'informatica riesce a realizzare su due generazioni, la dott.ssa Montesi lo ha fatto su 15 e solo con l' aiuto del suo cervello.

    C'erano dunque due sequenze in comune: BCE e I55 che erano condivisi dai malati sia della N che To. L'origine geografica comune, l'omogeneità del quadro clinico e la presenza di queste stesse sequenze lasciava fortemente sperare che il gene fosse in uno di questi tratti.
    E' stato così che Peter Hyslop nel giugno 95, ha isolato e clonato il gene AD3. La proteina putativa presenta una serie di mutazioni differenti, diverse nelle diverse famiglie. La mutazione Met146Leu è, invece, una sola comune nella famiglia N e nella famiglia TO. L' ipotesi dell' antenato comune si è rivelata corretta. Le due famiglie possono essere, quindi, considerate come una unico gigantesco ceppo, distribuito storicamente dal 1600 ai nostri giorni. 107 sono i soggetti che hanno sviluppato la malattia, 15 le generazioni indagate, 13 i trasmettitori obbligati, 16.000 soggetti informatizzati.
    L'isolamento del gene AD3 ha aperto una speranza a terapie causali, che siamo certi, arriveranno tra non molto tempo.

    Il modello genetico costituito dalla popolazione FAD calabrese, anche in questo caso, potrà dare grandi contributi per validare nuove terapie.(Amalia C.Bruni - Italian Network)


    AMBIENTE - IL LAGO D'ORTA RINASCE GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE

    Il Lago d'Orta, il settimo lago italiano per volume, è rinato grazie alla collaborazione fra istituti di ricerca italiane ed istituti stranieri, quali la Mc Gill University, Montreal, Canada; Wrigh State University, Dayton, USA; Michigan State University, USA; State University of New York,USA.

    Sin dal 1926 ha rappresentato un caso emblematico di inquinamento industriale da metalli pesanti e prodotti acidificanti (solfato di ammonio), diventando, dal 1960, il più grande e profondo lago acidificato al mondo. I valori di pH dell'intera massa di acqua si collocavano tra 3,9 e 4,5 unità e permettevano il mantenimento in soluzione di alti livelli di composti tossici, soprattutto metalli, quali rame, alluminio, zinco e nichel.
    A partire dal 1989, grazie agli studi e alle proposte del CNR Istituto Italiano di Idrobiologia, il lago fu sottoposto ad un trattamento di liming con 10.900 t di carbonato di calcio. I risultati più importanti, oltre alla neutralizzazione dell'intera massa lacustre, sono state la piena ripresa della nitrificazione, fino alla completa eliminazione dell'azoto ammoniacale, nonché la ricostruzione di una riserva di alcalinità adeguata e, di conseguenza, la forte diminuzione dei metalli tossici disciolti nelle acque.

    Prima del 1926 il Lago d'Orta era un lago ricco di pesci. Nel 1927 fu costruita sulla sponda orientale del lago una fabbrica di rayon (la Bemberg), che scaricava senza alcuna depurazione elevate quantità di solfato di ammonio e rame. I primi effetti furono drammatici per la morte di quasi tutte le forme viventi a causa della tossicità del rame e dell'interruzione della catena alimentare. Durante gli anni cinquanta solo alcune specie di fitoplancton, una di zooplancton e pochi pesci erano presenti; il benthos profondo scomparve. Dagli anni '60 l'ossidazione biochimica dell'ammonio in lago provocò l'acidificazione delle sue acque, che presentavano una alcalinità assai limitata a causa della geologia del bacino imbrifero.
    A partire dal 1982, le principali cause esterne dell'acidificazione del lago furono rimosse ma rimaneva fortemente acido perchè le quantità di ammonio ancora presenti erano tali da impedire la neutralizzazione delle acque lacustri in tempi sufficientemente rapidi; i metalli restavano in soluzione nella loro forma ionica più tossica; l'acidità delle acque aumentava sinergicamente la tossicità dell'ecosistema, bloccando la possibilità della costituzione di una catena alimentare stabile.

    Per queste ragioni, il CNR Istituto Italiano di Idrobiologia, nell'ambito della propria linea di ricerca Strategie per la gestione ed il recupero di ambienti lacustri, programmò dettagliati studi limnologici per verificare la possibilità e i tempi del recupero del lago. Sulla base di questi risultati, l'Istituto Italiano di Idrobiologia ha quindi proposto un trattamento di liming per neutralizzare l'aciditá delle acque lacustri, eliminare definitivamente l'ammonio, causa primaria dell'acidificazione, ristabilire i valori naturali di alcalinità, ridurre i contenuti di metalli tossici. L'intervento fu condotto dal maggio 1989 al giugno 1990, immettendo complessivamente 10.900 t di CaC03 (circa 15.000 t di calcare naturale, finemente macinato).
    Gli effetti sull'idrochimica lacustre furono subito evidenti: all'inizio del 1991 l'intera massa d'acqua era ormai completamente neutralizzata; la riserva alcalina del lago incominciò a ricostituirsi dopo la neutralizzazione delle sue acque. L'incremento del pH consentì la piena ripresa dei processi di nitrificazione.

    Dal 1993 l'azoto ammoniacale è assente e si può affermare che la causa primaria dell'acidificazione del lago è stata dei tutto rimossa. I metalli tossici, le cui concentrazioni sono fortemente dipendenti dal pH, mostrarono una progressiva riduzione, tanto che i contenuti di rame ed alluminio e di altri microinquinanti inorganici sono prossimi allo zero in tutta la massa d'acqua.
    Oggi è possibile affermare che la situazione del lago d'Orta è molto simile alle condizioni originarie anteriori all'inquinamento. Il Lago d'Orta, dopo aver rappresentato per parecchi decenni un caso emblematico di inquinamento industriale, è ora internazionalmente riconosciuto come uno dei casi paradigmatici di recupero ambientale.(Italian Network)


    FISICA - AD OPERA DI SCIENZIATI ITALIANI LA MISURA DELLA FORZA GRAVITOMAGNETICA NELL'UNIVERSO

    La teoria della relatività generale di Einstein prevede matematicamente che una massa in movimento generi una "nuova forza", non prevista dalla teoria gravitazionale classica di Newton, chiamata "forza gravitomagnetica", per la sua analogia con la forza magnetica dell'elettromagnetismo generata da cariche elettriche in movimento.
    Poichè non esiste alcun fenomeno simile nella teoria gravitazionale di Newton dove la massa è l'unica caratteristica di un corpo che generi un'attrazione gravitazionale, la misura di questa forza costituisce un'importante verifica sperimentale della relatività generale.
    In astrofisica, ad esempio, il campo gravitomagnetico di un buco nero supermassivo dovrebbe avere un ruolo fondamentale nell'allineamento degli enormi getti di plasma da alcuni nuclei galattici attivi e quasars.

    Un nuovo metodo, basato sull'uso di satelliti inseguiti via laser, per l'osservazione e la misura di questa forza è stato sviluppato dal dr. Ignazio Ciufolini, dell'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario del CNR, che, con alcuni collaboratori, ha ottenuto la prima osservazione diretta della forza gravitomagetica o effetto Lense-Thirring, confermata poi nell'ambito di una collaborazione internazionale diretta dal CNR con il Dipartimento Aerospaziale, Scuola d'Ingegneria Aerospaziale, Centro dì Ricerche Progetto San Marco dell'Università la Sapienza di Roma, la NASA-Goddard, University of Maryland e la INTA-LAEFF di Madrid.
    L'effetto gravitomagnetico di Lense-Thirring misurato consiste in una piccolissima perturbazione delle orbite dei due satelliti LAGEOS e LAGEOS II (quest'ultimo costruito e lanciato dall'ASI, Agenzia Spaziale Italiana, e dalla NASA).

    Recentemente i dati relativi alle orbite di questi due satelliti sono stati indipendentemente elaborati in Italia e USA utilizzando il più recente modello del campo gravitazionale terrestre, EGM-96. Quest'ultima raffinata misura, con un errore totale inferiore al 20%, è stata pubblicata su Science nel Marzo 1998.
    La NASA e l'Università di Stanford hanno in preparazione da oltre 25 anni un raffinato esperimento chiamato Gravity ProbeB per l'accuratissima misura della forza gravitomagnetica; a questo fine e per altre importanti misure di relatività generale, geodinamica e geodesia, l'Agenzia Spaziale Italiana ha recentemente selezionato il progetto CNR chiamato LARES (Laser Relativity Satellite).(Italian Network)


    LE RISORSE ACQUATICHE CONTINENTALI SEMPRE PIÙ MINACCIATE DAL DEGRADO AMBIENTALE

    Le risorse acquatiche continentali, che costituiscono una delle principali fonti di nutrimento e di proteine per milioni di individui, sono sempre più minacciate a causa del degrado ambientale e necessitano di misure di salvaguardia urgenti, secondo quanto afferma la FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.
    Secondo stime preliminari della FAO, nel 1997, più di 7,7 milioni di tonnellate di pesce è stato pescato nei laghi, fiumi, acquitrini, paludi, riserve acquifere e stagni, e cioè all'incirca il 6 per cento della produzione complessiva di 122 milioni di tonnellate di pesce. Il contributo delle risorse acquatiche continentali è, però, senza dubbio superiore, considerata l'inprecisione dei dati raccolti.
    La Cina occupa il primo posto producendo circa 1,8 milioni di pescato. In Europa e nell'America del Nord, anche la pesca esercitata durante il tempo libero è considerata importante dal punto di vista economico.

    Vari fattori minacciano la sostenibilità delle risorse acquatiche continentali: l'industrializzazione, l'urbanizzazione, la deforestazione, la perdita della biodiversità, la rarefazione e il deterioramento dell'habitat acquatico, l'inquinamento causato dall'uomo nei bacini idrografici.
    Il degrado dei terreni e delle foreste, la perdita di biodiversità, la penuria e l'inquinamento delle acque dolci sono tutti fattori che diventano pù gravi in Africa, nel Sud-Est Asiatico, in America Latina e nei Caraibi. Perdita di biodiversità e degrado dell'habitat sono segnalati anche in Europa e nella Comunità degli Stati Indipendenti all'interno dei paesi baltici.
    La pressione esercitata nei bacini idrografici asiatici di Cina, India e Sud-Est Asiatico tende ad aumentare e ciò crea molta preoccupazione in quanto questi paesi costituiscono le zone di maggiore produzione di pesce d'acqua dolce a livello mondiale.

    Secondo la FAO, molti decisori politici non sono ancora veramente coscienti dell'importanza che riveste la produzione ittica continentale per la sicurezza alimentare e per il reddito e i produttori soffrono per la mancanza o l'inadeguatezza di diritti e sostegno istituzionali. La FAO afferma che questi ultimi risentono dell'assenza di informazione e formazione e della difficoltà di accesso al prestito.
    L'Organizzazione delle Nazioni Unite raccomanda, quindi, agli Stati di attuare diverse soluzioni al più presto e di inserire la pesca continentale nel quadro gestionale delle terre e delle acque, per invertire questa tendenza ed arrestare il degrado delle risorse acquatiche continentali. (Italian Network)


    OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI ARCETRI: UN'ESPERIENZA COGNITIVA

    Il Dipartimento di Astronomia e Scienza dello Spazio dell'Università di Firenze ha promosso una interessante iniziativa: fare partecipi un gruppo di sordi, tra i venti ed i cinquant'anni in possesso di licenza della scuola dell'obbligo, dell'osservazione astronomica.
    Nonostante ovvie difficoltà gli astronomi sono rimasti sorpresi dalla rapidità e dalla facilità di comunicazione, grazie sia alla ricettività del pubblico, sia ad un linguaggio, quello dei segni (L.I.S.), caratterizzato da estrema sinteticità, ma anche da una straordinaria, ed inattesa, efficacia ed immediatezza espressiva.

    La difficoltà maggiore nella realizzazione di questa visita presso l'Osservatorio astronomico di Arcetri è stata la necessità di mantenere un contatto visivo con il gruppo di sordi nonostante la penombra necessaria in una cupola. La soluzione adottata è stata l'uso di una lampada a luce di Wood (comunemente detta "luce nera") che emette nell'UV (366 nm) e rende brillante gli oggetti bianchi, ma viene assorbita dagli altri colori.
    Inoltre, i ricercatori si sono imbiancati le labbra per permettere la lettura labiale, indossando guanti bianchi per la comunicazione gestuale e facendoli indossare agli stessi spettatori. Si è resa così possibile la conversazione con un numero elevato di sordi che difficilmente seguono programmi televisivi di divulgazione astronomica in quanto non sottotitolati.
    L'Esperienza ha dimostrato la positività dell'iniziativa e la possibilità di divulgazione complessa ad un pubblico cui finora non sono state offerte che limitate chances di sviluppo delle propie capacità cognitive.

    Per ulteriori informazioni e-mail :bindi@arcetri.astro.it oppure sarocchi@arcetri.astro.it (Italian Network)


    TANNET- NETWORK EUROPEO DI RICERCA PER LE INDUSTRIE CONCIARIE

    Tannet è un'azione concertata per l'industria europea del cuoio che mira ad unire esperti scientifici e tecnici a vantaggio dell'industria europea del cuoio ed a supporto del suo sviluppo economico e della sua sostenibilità in campo ambientale.
    In concreto, l'iniziativa, promossa da COTANCE (Confederazione europea dei conciatori) ed UNIC (Unione Nazionale Industria Conciaria) è un progetto comunitario finalizzato a realizzare un network europeo di collegamento per gli attori della ricerca ambientale per il settore conciario (concerie, imprese della filiera pelle, università e centri di ricerca).
    Tra i partners europei: Danish Technological Institute, Centro di ricerca del cuoio di Inghilterra (BLC), Francia (CTC), Spagna (AIICA), Grecia (El.Ke.De.), Germania (LGR), Portogallo (CTIC).
    Per elaborare una strategia per ricerca ambientale e sviluppo tecnologico fondata sulle esigenze dell'industria conciaria, il network unirà insieme conciatori, loro associazioni, loro fornitori e produttori di articoli in cuoio come pure Università ed autorità pubbliche, allo scopo di individuare le esigenze di ricerca dell'industria.

    La collaborazione gratuita al Network consente di prendere contatto con industrie e ricercatori all'interno del settore europeo del cuoio; ricevere la documentazione prodotta nell'azione concertata; di commentare i documenti ed influenzare la strategia europea per la ricerca ambientale futura.
    Per ulteriori informazioni: sito Internet di UNIC ++39 02 80.10.26.



    DALLO SPETTROMICROSCOPIO MEPHISTO UN AIUTO NELLA TERAPIA DEL CANCRO

    Si chiama MEPHISTO, Microscope à Emission de PHotoélectrons oar Illumination Synchrotronique de Type Onduleur, ed è uno spettromicroscopio - strumento che effettua spettromicroscopia a fotoelettroni con luce di sincrotrone - costruito in Italia dalla dr.ssa De Stasio dell'Istituto di Struttura della materia e dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca, insieme all'EPF di Losanna. Oltre un miliardo il suo costo.
    In concreto, Mephisto consente di rivelare la distribuzione degli elementi e del loro stato chimico su scala nanoscopica, spiega la d.ssa De Stasio, che rivela il suo maggior utilizzo per le ricerche di neurobiologia e di scienza dei materiali.

    In particolare viene sperimentato per la terapia del cancro al cervello, definita boron neutron capture therapy. Due le fasi principali della terapia: una iniezione endovena di un composto di boro che ha affinità con il tessuto tumorale e che in esso si accumula ed il bombardamento con neutroni termici, che provocano una reazione nucleare localizzata con produzioni di una particella alpha (alta energia) in presenza di boro. In tale contesto, la radiazione è limitata, non è invasiva e si può adoperare in casi non operabili. Tuttavia è fondamentale la distribuzione del boro, che se non distribuito in maniera omogenea permetterebbe allle cellule cancerose di sopravvivere e moltiplicarsi, vanificando la terapia, anche perchè il boro viene metabolizzato da tali cellule e ridotto ad una specie chimica diversa.

    Fra le altre applicazioni che Mephisto registra l'utilizzo negli studi di tribologia in collaborazione con la University of Western Ontario in Canada, la Esso, la Chevron e la Air Force americana.
    Attraverso l'utilizzo del spettromicroscopio si cerca di ovviare alla formazione dei film di fosforo e zolfo che si formano sulla superficie delle automobili e degli aerei a reazione in presenza di olii lubrificanti. Scopo della ricerca è, quindi, ottimizzare gli olii lubrificanti.(Italian Network)


    L'IMA DI GENOVA ESPORTA IN GIAPPONE MODELLI MATEMATICI PER LA MODELLAZIONE DIGITALE DEL TERRITORIO

    Giappone chiama Italia: una lunga attività di cooperazione scientifica tra l'IMA, l'Istituto per la Matematica Applicata del CNR di Genova, e le Università di Tokyo e di Aizu-Wakamatsu ha favorito la nascita di nuove iniziative scientifiche, che hanno dato il via ad alcune interessanti collaborazioni fra mondo scientifico e mondo industriale. E' quanto avvenuto per le ricerche nei settori della modellistica computazionale.
    Recentemente l'IMA ha concluso un significativo contratto, con una importante società giapponese, la Monolith Ltd, molto attiva nel supportare nuove tecnologie, con la quale svilupperà un sistema innovativo per la modellazione digitale ad alta fedeltà del territorio. Progetto che si inserisce, tra l'altro, nel quadro di un programma finanziato dal governo giapponese e che ha registrato il sostegno organizzativo, in Italia, della Jetro.

    Il progetto matematico dell'IMA è fortemente legato alla teoria dell'approssimazione ed analisi di superfici, con riferimento sia a strumeti classici (punti critici e curvatura) sia a strumenti più innovativi (teoria Morse, grafi di Reeb, omotopia). Tuttavia, se esso è più propriamente legato alle teorie classiche il supporto della tecnologia informatica apre nuove prospettive sia in termini di potenza di calcolo che di rappresentazione visuale delle situazioni reali o virtuali.
    In concreto: il modello digitale di un terreno fornisce un plastico virtuale che può essere manipolato ed analizzato e può, quindi, fornire un'approssimazione del terreno che rappresenta un modello matematico dal quale ricavare ulteriori informazioni sul terreno stesso, anche al di fuori dei dati acquisiti, ottenendo così varie entità della superficie di alto livello. Compito del computer è scomporre la scena in primitive di basso livello su cui il modello geometrico può essere costruito.
    La modellazione di superfici naturali dovrebbe, quindi, essere intesa come un processo interattivo di raffinamento che richiede diversi livelli di modelli correlati o astrazioni. In definitiva, - sottolineano all'IMA - il problema chiave consiste nel determinare un elemento astratto che permetta di integrare proprietà, cioè significato, con la geometria all'interno della descrizione della superficie e nel definire strumenti per l'inserimento e la gestione di proprietà e vincoli sulla superficie.

    L'iniziativa dell'IMA ha permesso di identificare proprietà, caratteristiche e vincoli utili che descrivono una superficie in modo coinciso, efficace ed intuitivo attraverso l'analisi e la modellazione basata sulla forma, ovvero un'entità che possiede una geometria particolare ed un significato, come la semantica della geomorfologia dei terreni, che permetta di organizzare e classificare le linee come rete di valli e di creste.
    In tale contesto sono molto significativi gli approcci matematici mirati all'astrazione topologica (come i grafici di reeb), che forniscono una descrizione astratta ed estremamente sintetica della forma di una superficie, facilmente riconducibile a modelli concettuali del terreno orientati alla semantica.(Italian Network)


    ITALIA/BELGIO (COMUNITÀ FRANCOFONA) PROTOCOLLO DI COOPERAZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA

    E' stato firmato a Roma il Protocollo di Cooperazione Scientifica e Tecnologica tra l'Italia e la Comunità francofona del Belgio.
    Il protocollo rappresenta, in linea con il processo di globalizzazione, che vede nella ricerca lo strumento per favorire la ripresa economica e l'occupazione, il passaggio ad una politica di cooperazione bilaterale strettamente raccordata agli sviluppi della programmazione internazionale.

    Con la definizione innovativa di temi di ricerca multidisciplinari, confluiscono nel Protocollo scientifico gli aspetti della ricerca prevista dal quinto programma-quadro della Comunità Europea. Ciò consentirà ai ricercatori di orientare le loro attività; verso partenariati europei, associando fonti di finanziamento nazionale ad eventuali fondi comunitari.

    Il Protocollo prevede, inoltre, l'organizzazione di due importanti eventi che si svolgeranno a Bruxelles e tratteranno temi riferiti alle azioni chiave del programma-quadro: Città del futuro e Fabbrica cellulare, il cui scopo è definire specifici interventi di ricerca da sottoporre alla Commissione Europea.(Italian Network)


    NUOVE RISORSE PER IL RISPARMIO ENERGETICO E LA RIDUZIONE DELL'IMPATTO AMBIENTALE

    L'Italia, uno dei maggiori produttori europei di ceramica e laterizi insieme a Spagna, Germania e Portogallo, è chiamata ad affrontare la sfida dei Paesi emergenti adottando, ad esempio, tecnologie che migliorino l'efficenza energetica producendo, al contempo, vantaggi economici ed un contributo alla crescita sosteniblie del Paese.
    Il 29 gennaio, a Modena, Aster si è svolto un seminario sull'uso razionale dell'energia nel settore del ceramico e dei laterizi per favorire l'incontro e lo scambio di esperienze tra le imprese partecipanti al Programma Joule- Thermie (programma UE di Ricerca e Sviluppo Tecnologico finalizzato a promuovere il più ampio utilizzo delle tecnologie energetiche non nucleari nella UE) che abbiano realizzato progetti sull'uso razionale dell'energia nel settore ceramico e dei laterizi.
    Al seminario, Aster, membro della rete OPET, potrà, inoltre, illustrare agli operatori del settore le innovazioni tecnologiche introdotte in azienda ed i benefici ottenuti.

    Tra le tecnologie più avanzate per favorire il risparmio energetico nel rispetto dell'ambiente, citiamo la cogenerazione che consente la produzione simultanea di energia e calore da una sola fonte energetica per favorirne lo sfruttamento ottimale e può essere introdotta in diversi ambiti industriali dove il calore recuperato è utilizzabile nel processo produttivo (teleriscaldamento, ospedali, scuole, alberghi).
    La cogenerazione offre maggiore efficienza energetica, minori costi per l'approvvigionamento energetico e minore impatto ambientale, ma, nonostante ciò, non è ancora molto diffusa in Italia dove la percentuale di energia elettrica prodotta attraverso tale tecnologia è pari al 10% contro il 40% di altri Paesi europei come Danimarca ed Olanda.

    Per ulteriori informazioni: Verdiana Bandini (verdiana.bandini@aster.it) Aster Via Morgagni, 4 40122 Bologna tel. ++39 051 23.62.42 fax ++39 051 22.78.03.(Italian Network)


    RICERCHE AVANZATE DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA SULLA COMPOSIZIONE CHIMICA DEI DIPINTI

    Che inchiostri usò Sandro Botticelli per eseguire quel delizioso disegno su pergamena che oggi è conservato alla Biblioteca Classense di Ravenna alla voce "manoscritti 143"? L'interrogativo ha ora una risposta grazie all'indagine eseguita da Christian Andalò e Paola Bocchini, con la supervisione del prof. Guido Galletti, del dipartimento di chimica dell'Università di Bologna.
    La determinazione chimica dei colori usati dal grande artista è stata resa possibile utilizzando tecniche molto avanzate come il pixe ((una sorta di "tac" del disegno) e il microraman che hanno consentito di raggiungere la certezza sui singoli colori usati dall'artista: ossido di piombo nel giallo massicot per il colore giallo con sfumatura verde, una miscela di ocre e massicot per il giallo, lapislazzuli per l'azzurro.

    L'indagine è stata realizzata con tecniche non distruttive: questo aspetto è importante, dal momento che fino a pochi anni fa sarebbe stato necessario strappare il disegno per ricavare il campione da analizzare.
    Si tratta di uno dei primi esempi in Italia di ricerca multidisciplinare, che collega arte, scienza e sistema bibliotecario - museale.
    Ad aiutare questa alleanza abbastanza rara, è stata un'azienda chimica, la Cabot, multinazionale che ha la sede italiana a Ravenna ed è leader mondiale nella produzione di carbon black, nero fumo, colorante indispensabile dovunque ci siano materiali di colore nero. L'intervento della Fondazione Cabot, che ha sede a Boston, proposto dal corso di laurea in scienze ambientali di Ravenna, è stato finalizzato a sostenere un progetto dalle connotazioni particolari: alla Fondazione Cabot erano, infatti, interessati a un progetto che avesse a che fare con l'arte,e nello stesso tempo segnasse un legame con Ravenna, città famosa nel mondo per il suo patrimonio artistico.

    Per operare è stato trasferito il dipinto a Firenze e a Roma, dove è stata sottoposta all'indagine sulla complessa macchina del "pixe", un'attrezzatura di grandissime dimensioni,utilizzata finora in ambito artistico solo per analizzare gli appunti originali di Galileo Galilei.
    Dal punto di vista scientifico, questa indagine anzitutto potrà essere utilizzata come base di conoscenza rispetto ad interventi di restauro di opere d'arte, per i quali è indispensabile conoscere con precisione gli elementi usati per poter poi riprodurre i colori con massima fedeltà.
    I risultati della ricerca sono reperibili in dettaglio al sito: www.unibo.it/analitica-gc-ms/Botticelli.htm.(Italian Network)


    LEGGE REGIONALE DELL'EMILIA ROMAGNA N°140/97- BONUS FISCALI PER L'INNOVAZIONE ALLE IMPRESE

    Grandi imprese e PMI del territorio nazionale, iscritte presso l'Inps al ramo Industria, possono accedere alle agevolazioni previste in base alla legge regionale dell'Emilia Romagna n°140 del 1997 per le spese di ricerca industriale e sviluppo precompetitivo.
    In particolare, le spese per la ricerca industriale riguardano l'acquisizione di nuove conoscenze per la messa a punto di nuovi prodotti, processi produttivi o servizi, o il miglioramento di quelli esistenti, mentre le spese per lo sviluppo precompetitivo riguardano la concretizzazione dei risultati della ricerca industriale attraverso le fasi di progettazione e realizzazione di progetti pilota e dimostrativi, nonchè di prototipi non commercializzabili.

    A fare luce su tale opportunità, il servizio FIRST (Finanziamenti per Innovazione, Ricerca e Sviluppo Tecnologico) dell'Aster che ricorda, inoltre, come le domande debbano essere presentate ad uno degli sportelli del gruppo BANCAROMA e come, a fronte della domanda/dichiarazione di autocertificazione dell'impresa, i tempi burocratici siano molto veloci (venti giorni appena per la risposta, ed altri dieci giorni, in caso di risposta affermativa, per l'erogazione dei bonus fiscali).

    Per ulteriori informazioni: Aster ++39 051 23.62.42 (Dr.ssa Gualandi) fax ++39 051 22.78.03 e-mail info@aster.it.(Italian Network)


    A BARI ALL'ISTITUTO DEL GERMOPLASMA UNA BANCA GENETICA ITALIANA DELLE PIANTE

    Se molte specie vegetali nel mondo non si estingueranno lo si deve all'attività dell'Istituto del Germoplasma dell'Area di Ricerca di Bari.
    Reperire, moltiplicare, caratterizzare, documentare, conservare, utilizzare e valorizzare le risorse genetiche vegetali sono, infatti, gli obiettivi dell'Istituto, fondato nel 1970.
    Un centro di ricerca di vitale importanza che ha dato vita - con il contributo della FAO, dell'IPGRI (Istituto Internazionale per le risorse genetiche delle piante), l'ICARDA ( Centro Internazionale per la Riserva in agricoltura nelle aree umide) ed all'IITA (Istituto Internazionale per l'Agricoltura tropicale) - all'unica Banca Genetica italiana, nella quale sono conservate ben 80.000 campioni di germo-plasma vegetale appartenenti ad oltre 40 generi diversi e più di 500 specie di grande interesse per l'agricoltura italiana, nediterranea ed europea.

    Fino ad oggi sono oltre 80.000 i campioni di duplicati e distribuiti nel mondo, di cui 13.000 nei Paesi del Mediterraneo, Etiopia e Sud Africa, per evitare la totale estinzione. Ma l'attività dell'Istituto si estende, anche, allo studio dei materiali genetici per il miglioramento della produzione, resistenza agli stress biotici e adattamento in diversi ambienti agricoli.
    Tale attività ha permesso di rinforzare numerose varietà in tutto il mondo: dai ceci alle lenticchie, al frumento, all'orzo. In Italia ha salvato dall'estinzione, ad esempio, la pianta della cicerchia, un legume del quale si stava perdendo la memoria.

    Ad oggi sono 14 i progetti di ricerca ai quali è interessato l'Istituto del Germoplasma, di cui sei finanziati con fondi di dotazione del CNR. Uno di questi interessa proprio l'attività di esplorazione, conservazione, moltiplicazione e distribuzione dei materiali genetici. Altri riguardano lo studio e la costituzione di diversi stock genetici: delle fave, del frumento per individuare tipi caratterizzati da proteine più adatte alla panificazione ed alla produzione di pasta, nuove qualità di frumento. Altri ancora sono finalizzati allo studio della fisiologia del seme (invecchiamento, adattamento, conservazione in climi diversi.

    Numerose le collaborazioni avviate con centri di ricerca italiani e stranieri, fra cui gli USA, la Thailandia ed i Paesi UE per la produzione di colture diverse di carciofo, melanzane, cavoli.


    IL PARCO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DI SALERNO E DELLE AREE INTERNE DELLA CAMPANIA

    E' nato nel 1995 il Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle Aree Interne della Campania, una Società Consortile per Azioni, cui partecipano l'Università degli Studi di Salerno, del Sannio, 11 Enti Pubblici Territoriali ed oltre cento imprese private (l'area è caratterizzata da un sistema diffuso di piccole e medie aziende produttive e di servizi, per lo più legate alle vocazioni economiche del territorio: agroalimentare, edilizia, concerie, metalmeccanico, tecnologie dell'informazione.
    Fra gli impegni del Parco la gestione della Ricerca nell'ambito del Patto Territoriale Agro Nocerino-Sarnese per le attività di divulgazione scientifica e trasferimento tecnologico alle aziende.

    Le aree tematiche di intervento riguardano: l'agroalimentare, per il quale il PST di Salerno sta portando avanti alcuni progetti relativi a: l'ambiente, l'edilizia, l'informatica ed il multimediale, il project management e gli Enti Locali.. Alcuni di questi progetti sono condotti in collaborazione con partners scientifici italiani e stranieri.
    Il Parco sviluppa la sua azione attraverso due strumenti: lo sportello BRE, Bureau de rapprochement des enteprises, ed il progetto Dinnos per la diffusione e divulgazione dell'innovazione scientifica e tecnologica. Al primo è affidato il compito di favorire, supportare e stimolare la cooperazione internazionale delle PMI, tramite uno sportello multimediale interattivo collegato al circuito dei circa 540 Bre presenti nel mondo, fornendo un profilo di cooperazione. Al secondo l'innovazione scientifica e tecnologica dell'area beneventana per l'innovazione delle imprese nel settore agricolo, agroalimentare ed edile.

    Il Parco dispone di tre sedi operative: SALERNO (anche sede direzionale), via Porta Catena, 52, 84121 SA, tel. ++ 39 89 256611, fax 225397, E-mail pstasa@xcom.it AVELLINO, Corso Vittorio Emanuele, 44, 83100 AV, tel. ++ 39 825 786497, fax 786203; BENEVENTO, Via Arcivescovo Feoli, 17, 82100 BN, tel ++ 39 824 22002/54499, fax 22002, E-mail pstbn@tin.it.


    L'ITALIA E LE BIOTECNOLOGIE: IL PROGETTO FINALIZZATO BIOTECNOLOGIE E BIOSTRUMENTAZIONE DEL CNR

    L'Italia assomma un ritardo nel sistema della ricerca delle biotecnologie rispetto agli altri Paesi industrializzati, avendo iniziato ad interessarsene attivamente solo nel 1985 con un Progetto strategico biennale, che ha rappresentato uno studio di fattibilità sul campo, completando un Progetto quinquennale su Ingegneria genetica e basi molecolari.
    Nel 1988 è stato, quindi, attivato il Progetto finalizzato Biotecnologie e Biostrumentazione.dedicato al campo biologico e medico, tralasciando potenzialità nel settore della chimica ed in altri settori, ritenuti non ancora maturi. Uniche eccezioni: l'agroalimentare ed il settore ambientale.

    Sette i sottoprogetti nei quali si articola il Progetto finalizzato PTBS, cui prendono parte 204 Unità Operative costituite da 341 gruppi di ricerca, per un intervento finanziario totale (fra CNR, Università ed altri Enti) di 63 miliardi dal 1989 al 1994, e che ha realizzato un importante ponte fra ricercatori italiani (anche non CNR) e stranieri - l'Italia partecipa a Biorep, Banca-dati europea sulle biotecnologie con sede ad Amsterdam - e fra ricerca scientifica e ricerca industriale.
    I sottoprogetti riguardano:
  • l'Ingegneria molecolare e cellulare (Roma Tor Vergata: coordinatore Giuseppe Rotilio);
  • Biodiagnostica e vaccini innovativi (Roma Univ.Sacro Cuore: coordinatore Giuseppe Satta);
  • Innovazione e Processi fermentativi e bioconversioni (Univ. La Sapienza: coordinatore Enrico Cernia);
  • Biosensori, carriers e bioreattori cellulari (Istituto Genetica,Biochimica ed Evoluzionistica del CNR di Pavia, coordinatore Gabriele Milanesi);
  • Applicazioni di Biotecnologie innovative a colture cellulari e trapianti d'organo (Univ. Tor Vergata: coordinatore Carlo casciani)
  • Biofarmaci (Univ. di Napoli: coordinatore Gaetano Salvatore);
  • Biostrumentazione (Univ. di Milano: coordinatore Massimo Luzzana).

    Il riconoscimento dei risultati di tale progetto strategico ha condotto, quindi, all'attivazione di un nuovo Progetto Finalizzato Biotecnologie del CNR, attualmente pronto a partire. Unitamente al Programma 5% Biotecnologie , promosso dal Ministero per la Ricerca Scientifica insieme al CNR (Legge 95/95) ed al PNR Biotecnologie avanzate, promosso dal Ministero per la Ricerca Scientifica, tale progetto rappresenta Il Progetto nazionale nell'area delle biotecnologie.


    IL CNR DEL FUTURO NEL RAPPORTO '98 DELLA PRESIDENZA

    La media europea del rapporto tra spesa per la ricerca e prodotto interno lordo si colloca intorno all'1,8%, mentre in Italia si ferma all'1,2%. Ciononostante, il Paese ha raggiunto ampi riconoscimenti internazionale, situandosi al quindicesimo posto (con appena 7.000 addetti del CNR) fra gli organismi scientifici europei, laddove la Francia (25.000 addetti al CNRS francese) occupa il decimo posto, e posizioni di primo piano in settori come la biologia molecolare, l'informatica, l'astrofisica e la fisica cosmica.

    Per il futuro, l'Italia dovrà mantenere i livelli di competitività raggiunti dai sistemi produttivi europei per cogliere nuove opportunità. Ciò che potrà essere perseguito con un profondo cambiamento nella qualità dell'offerta ad alto contenuto tecnologico, piuttosto che nei processi. Il che significa innescare un processo di focalizzazione delle risorse, sostenendo progetti in grado di far partecipare il Paese ad operazioni transnazionali e promuovendo efficaci processi di trasferimento dei risultati della ricerca scientifica verso il mondo sociale e produttivo, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese.
    E' su queste basi che il CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, intende essere attivo in tutte le fasi del processo: dalla ricerca di base alla ricerca finalizzata, al trasferimento tecnologico, all'incubatore di impresa al venture capital, attingendo al capitale di risorse umane esistenti sia in Italia che fra gli esponenti della diaspora scientifica nazionale, per divenire punto di attrazione anche a livello internazionale. A sottolinearlo il presidente del CNR, Lucio Bianco, nel corso della presentazione dell'annuale Rapporto 1998 sullo stato della ricerca.

    Nel Rapporto sono, tra l'altro, evidenziati i principali cambiamenti che il CNR si appresta ad apportare alla propria rete organizzativa, come il superamento dell'attuale distinzione tra Istituti e Centri di ricerca, basata sul grado di interazione con le Università, laddove esso è molto più elevato per i Centri.
    Agli Istituti, un centinaio: risultato di un accorpamento mirato, che rimarranno quale memoria storica del CNR, toccherà il compito di condurre un numero limitato di grandi iniziative scientifiche con la partecipazione finanziaria e di personale di altre istituzioni comunitarie.


    CNR - RAPPORTO '98: L'ATTIVITÀ INTERNAZIONALE

    Cresce l'attività internazionale della ricerca scientifica e gli obiettivi del CNR puntano al rafforzamento della partecipazione ai programmi lanciati dalla UE, allo sviluppo mirato dei rapporti con istituzioni scientifiche dei Paesi occidentali più avanzati, dei Paesi dell'Est Asia, della Russia, al consolidamento delle relazioni scientifiche con i Paesi dell'Europa Centrale ed Orientale e con i Paesi latino-americani. Una scelta destinata a caratterizzare in modo permanente le attività internazionali dell'Ente.

    Sul piano delle proposte è aumentata la percentuale dei progetti giudicati positivamente in ambito comunitario UE: la quota di partecipazione è salita, fra il 1990 ed il 1997, dal 25% al 46%.
    Il contributo comunitario in favore del CNR, per l'intero ammontare dei contratti, sia di quelli in essere sia dei contratti stipulati nel 1997, ha raggiunto i 100 miliardi di lire per 400 progetti distribuiti in tutti i settori.
    Per di più è cresciuta la presenza del CNR nel partenariato europeo: per il 16% dei progetti l'Italia ha assunto la funzione di coordinamento internazionale.

    Ma la cooperazione del CNR sta assumendo un peso maggiore anche sul piano della cooperazione multilaterale, spesso mirata a specificità regionali, quale strumento per risolvere i complessi problemi a livello mondiale (sviluppo sostenibile, cambiamenti globali) ed ottenere ritorni scientifici.
    Il CNR è associato a 71 organizzazioni scientifiche internazionali non governative, che costituiscono le maggiori istanze scientifiche internazionali, accogliendo al loro interno l'intera comunità scientifica, come la International Council of Scientific Unions oppure l'European Science Foundation.

    Altrettanto importante è l'attività sul piano bilaterale: nel 1997 si è realizzata attraverso 33 accordi di cooperazione scientifica e tecnologica con omologhe istituzioni estere, creando una rete di relazioni scientifiche di sempre maggiore importanza nel contesto globale di crescente internazionalizzazione. In quest'ambito l'invio presso istituzioni scientifiche di altri Paesi di 432 ricercatori italiani e l'accoglienza, presso strutture del CNR, di 481 ricercatori stranieri.
    Netta la prevalenza degli scambi con i Paesi dell'Europa occidentale, seguiti da quelli con l'Europa Orientale e dall'America Latina. Particolare rilievo ha, comunque, registrato il collegamento con i Paesi Terzi del Mediterraneo supportato dal Programma comunitario MEDA. Datano al 1998 i due accordi firmati con le istituzioni scientifiche egiziane (gennaio 1998) e con il Consiglio superiore delle Scienze giordano (dicembre 1998).

    Un'attività internazionale che ha prodotto, attraverso progetti congiunti di ricerca pluriennale, 260 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali; 30 opere/trattati; 42 partecipazioni a convegni nazionali e internazionali con pubblicazioni di atti; 69 relazioni presentate a convegni nazionali ed internazionali,ecc...


    DALLA COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE: UNA MOLECOLA PER PROTEGGERE LE CELLULE DALLO STRESS

    I più recenti studi svolti dall'Istituto Internazionale di Genetica e Biofisica del CNR, in collaborazione con il Biological Research Centre dell'Accademia delle Scienze ungheresi di Szeged e con la Biorex Research &Development di Budapest, hanno permesso di identificare gli effetti protettivi di un nuovo derivato dell'idrossilamina, il Bimoclomol, nelle applicazioni terapeutiche della cura del diabete, nella prevenzione dell'infarto, delle piaghe da decubito, nei trapianti di organo e nelle malattie degenerative croniche.

    Il Bimoclomol, sostanza non tossica per l'uomo, facilita la produzione di molecole con attività di chaperone tramite l'induzione di accumulo dei geni heat shock. In sostanza, l'omeostasi cellulare viene mantenuta , a livello molecolare, controllando in maniera rapida, l'espressione di geni i cui prodotti (HSP o proteine da stress) proteggono importanti funzioni cellulari in condizioni di stress (Stress Reponse), tra cui i geni Heat Shock. La risposta da stress è, come noto, presente in tutte le cellule ed i microorganismi.

    Tra le funzioni principali dell'HSP 70 vi è quella di prevenire, sia in condizioni fisiologiche che di stress, ripiegamenti non corretti delle proteine nascenti, associazioni non appropriate tra catene polipeptidiche e di proteggere attività proteiche.
    Le proteine da stress sono presenti a livelli anormali in molte condizioni patologiche quali malattie degenerative, cancro, disfunzioni renali, durante l'invecchiamento, ecc... D'altra parte è stato dimostrato che la pre-induzione di HSP protegge le cellule e gli organismi da condizioni patologiche. Per esempio: brevi episodi di ischemia, che inducono accumulo di HSP 70, proteggono il miocardio ed il cervello da successive ischemie letali. Dunque, le HSP sono cruciali nel mantenere la crescita normale, ed in condizioni patologiche, agendo da proteine omeostatiche.
    Del tutto evidente, pertanto, il grande interesse per l'uso delle proteine da stress nel prevenire o trattare diversi stati patologici e l'importanza terapeutica di composti che siano clinicamente sicuri e capaci di accumulare le HSP. Composti che, stimolando la sintesi di proteine da stress, non devono alterare lo stato fisiologico delle cellule. E' il caso, appunto, del biomoclomol, sostanza di sintesi che esercita il suo effetto interagendo con specifici liquidi di membrana , che innalzano rapidamente l'accumulo di proteine da stress, causando una significativa protezione dall'esposizione a successive condizioni citotossiche, quali lo stress da calore, l'ischemia. E', inoltre, in grado di accellerare il processo di rimarginazione delle ferite e di proteggere il tessuto renale da degenerazioni in pazienti diabetici.

    Lo studio del Biclomol sta entrando nella Fase 3 di studi clinici incoraggiando lo sviluppo di questa nuova molecola ed una nuova generazione di sostanze farmacologiche con proprietà simili.
    Obiettivo della Ricerca italiana è creare un Centro sulle proteine da stress a Napoli il cui scopo sarà esplorare ulteriori applicazioni biotecnologiche in medicina e nelle piante. I progetti includono, allo stato attuale, studi sulle proteine da stress da invecchiamento, produzione di piante transgeniche resistenti a stress ambientali e sviluppo di vaccini. Per questo sono in corso di sviluppo collaborazioni con industrie biotecnologiche sia in Italia che all'estero.


    CON L'AIRCMO SOSTEGNO ALLA RICERCA ED ALLA CURA DELLE MALATTIE DEGLI OCCHI

    L'AIRCMO, associazione italiana per la Ricerca e la cura delle malattie degli occhi, devolve il proprio impegno nei confronti dei progetti di ricerca in campo oftalmologico.
    In particolare, per il 1998 il contributo annuale è andato alla Fondazione Banca degli occhi del Veneto, che opera a Mestre, fra le prime Banche in Europa per qualità e quantità dei tessuti corneali gestiti. La sua attività consiste nel raccogliere, selezionare, conservare i tessuti corneali che vengono donati e distribuiti, dopo averli accuratamente testati, ai medici chirurghi che operano il trapianto.
    Altro ente beneficiario: il Centro di riabilitazione dei non vedenti di San Giovanni Rotondo, che ha maturato particolare esperienza nell'aiuto ai bambini non vedenti.

    Per ulteriori informazioni AIRCMO: via Modigliani (Venezia) 30174 VeNezia Zelarino, Tel ++30041 680070, 5351831.


    ECONET- TECNOLOGIA, AMBIENTE, TERRITORIO A FAVORE DELLO SVILUPPO DELLE FASCE COSTIERE

    Teramo, Crotone, Foggia e Lecce sono le quattro province italiane interessate al Programma Econet: tecnologia, ambiente, territorio, per lo sviluppo dei settori tecnologici, che consentono di affrontare i problemi della fascia costiera.
    Il programma, attivato in collaborazione con il ministero dei Lavori Pubblici, utilizza una rete ATM/ISDN ed il Sistema di Comunicazione Globali Multimediali SAM e prevede l'esistenza di una sede centrale in dialogo con le sedi strategiche del sistema (Berlino, Bruxelles e Toronto) che costituisce il collegamento con il sottosistema Italia.
    Il sottosistema Italia gestisce ed eroga servizi attraverso varie periferiche di rete che, nel caso di Econet in particolare (la rete ATM/ISDN ha, evidentemente, anche altre utilizzazioni), sono ubicate a Roma, Reggio Calabria e L'Aquila e diffondono tecnologie alle province interessate.

    Il programma rivolge particolare attenzione alla protezione della linea di costa e al controllo ambientale delle zone interne contigue con interventi mirati alla conservazione dell'equilibrio ambientale ed alla nascita di attività economiche collegate quali fattorie marine, porti turistici, ruralità, uso del bosco, corretta gestione delle acque ecc.
    L'iniziativa dovrebbe consentire alle province interessate di offrire lavoro ad oltre 100 giovani, sviluppando e consolidando una struttura che, attraverso la rete telematica, Atm-Isdn, sia in grado di diffondere verso le realtà territoriali collegate, tecnologie e servizi per una corretta gestione dell'ambiente e del territorio.

    La Provincia di Teramo, in particolare, ha già avviato un'iniziativa finalizzata a creare una banca dati capace di fornire informazioni sulle caratteristiche della zona ad aziende interessate ad insediarsi sul territorio la cui prima fase si chiuderà a fine anno.


    L'ITALIA DELLA RICERCA E LE RISORSE ITALIANE ALL'ESTERO: L'INIZIATIVA DEL CNR E DEL MAE

    Un enorme patrimonio di ingegni ed esperienze dell'Italia dell'eccellenza vive e lavora fuori dei confini nazionali. Una risorsa portatrice di grandi opportunità che l'Italia intende coinvolgere nel rinnovamento del Paese in linea con l'esperienza maturata nei contesti scientifico-culturali e politici ove attualmente operano.
    Tale lo scopo dell'incontro promosso a Roma dal CNR, dal Ministero degli Affari Esteri e dall'Accademia degli Scienziati italiani in USA. Il secondo dopo quello avvenuto in USA nel 1997 a New York nell'ambito della Mostra sull'emigrazione italiana.
    L'iniziativa è propedeutica ad una operazione di mappatura globale della ricerca italiana, avviata dal ministero degli Affari Esteri, che dovrà portare alla realizzazione di una banca dati degli scienziati e studiosi italiani nel mondo. L'indagine si estenderà successivamente al mondo dell'impresa e della cultura per ottenere un quadro completo della rete italiana nel mondo.

    Il convegno ha permesso, tra l'altro, di fare il punto sulle diverse condizioni all'interno delle quali operano i nostri studiosi all'estero, raccogliendo elementi essenziali dall'esperienza di ciascuno (strategie e scelte per favorire la ricerca di base, modelli di ricerca, connessione fra ricerca ed università, promozione della ricerca, marketing della ricerca e collegamenti con il mondo produttivo, accesso a capitali di rischio, brevettabilità di tecnologie e sostanze, legislazione...) per eliminare vincoli inutili, snellire procedure e favorire in Italia il radicarsi di una cultura politica che prenda coscienza del giusto peso da attribuire alla scienza, all'innovazione tecnologica, all'organizzazione ed all'impresa nel progresso socio-economico del Paese.
    Di particolare interesse, poi, sul piano umano l'esperienza di vita che ha accompagnato ed accompagna - solo pochissimi sono rientrati in Italia - l'esperienza professionale all'estero (in cui ricerca ed imprenditorialità talvolta si legano strettamente) dei nostri scienziati.

    In sostanza, l'Italia della ricerca tenta il recupero delle risorse perdute nella fuga dei cervelli per riannodare un rapporto in forme meno episodiche che in passato e più organiche per il futuro fra il sistema italiano e gli scienziati e ricercatori italiani all'estero, in un mondo in cui scienza e tecnologia svolgono un importante ruolo nella progressiva globalizzazione dell'economia.


    ITALIA LEADERSHIP MONDIALE DELL'ASTRONOMIA DEI LAMPI DI RAGGI GAMMA

    Ricercatori dell'Istituto di Astrofisica spaziale dell'Area di Tor Vergata del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a Roma, (Costa e Pirro) del Dipartimento di Fisica dell'Università di Ferrara e dell'Istituto di Tecnologia sulle radiazioni extraterrestri del CNR di Bologna (Frontera) hanno scoperto l'origine dei misteriori lampi di raggi gamma celesti, provenienti da sorgenti ai confini dell'Universo.
    La scoperta, autorevolmente classificata tra le dieci più importanti dello scorso anno, è stata resa possibile attraverso il satellite italiano Bepposax (satellite astronomico X), dedicato al fisico, prof. Giuseppe Pcchialini, (denominato Beppo) e realizzato e lanciato dall'ASI, l'Agenzia spaziale italiana nel 1996.

    I raggi furono scoperti dagli americani ma la loro origine e la loro distanza era rimasta sempre sconosciuta prima che i ricercatori di Tor Vergata, in collaborazione con l'organizzazione per le ricerche spaziali di Utrecht in Olanda, non svelassero il mistero della loro origine. La grande energia associata a questi eventi li rende, d'altra parte, tra i fenomeni più energetici dopo il Big Bang.

    Il meccanismo di produzione di energia e le altre cause di questi fenomeni esplosivi, chiamati ipemove - per distinguerli dalle supernove, mantengono i lampi gamma al centro dell'attenzione della comunità scientifica internazionale, che ha battezzato una nuova scienza astronomica: l'astronomia dei Lampi gamma.



    BICENTENARIO DELLA PILA DI VOLTA - INIZIATIVE DI CARATTERE SCIENTIFICO IN LOMBARDIA

    La pila di Volta, origine dei più importanti sviluppi scientifici e tecnologici del mondo moderno, soprattutto nei settori delle comunicazioni e delle informazioni, festeggia nel 1999 il suo duecentesimo compleanno.
    L'occasione offre lo spunto per celebrare il suo inventore, Alessandro Volta, scienziato nato a Como, a lungo docente presso l'Università di Pavia (dal 1778 al 1819) e primo presidente dell'Accademia di Scienze e Lettere di Milano.
    La poliedricità d'interessi dello scienziato, la rilevanza delle opere per lo sviluppo scientifico, tecnologico e sociale, gli onori ricevuti in tutto il mondo (ricordiamo che fu premiato da Napoleone ed eletto a simbolo del Risorgimento), fanno di Volta l'emblema della figura dello scienziato moderno in una visione europea.

    Per onorare lo scienziato, in occasione del Bicentenario, Regione Lombardia ha promosso iniziative di carattere culturale, progetti di ricerca ed innovazione tecnologica, potenziamento di strutture scientifiche e normative nei luoghi dove Volta è nato ed ha svolto la gran parte della propria attività. A tale scopo è stato istituito un Comitato regionale per le Celebrazioni voltiane presieduto dall'assessore alla Cultura della Regione Lombardia Marzio Tremaglia, al quale collaborano sponsors privati.
    Le iniziative sono dislocate nei territori di Milano, Como e Pavia,e riguardano la realizzazione di attività editoriali, didattiche ed informative; convegni e mostre; ristrutturazione di beni immobili (Tempio voltiano a Como, tomba dello scienziato a Camnago Volta, Cortile dell'Università con la statua di Volta a Pavia). Fra gli interventi a carattere scientifico: un progetto a cura del Dipartimento di Elettrotecnica del Politecnico di Milano e la progettazione di un Sito Web: Volta '99 a cura del Dipartimento di Fisica Alessandro Volta dell'Università di Pavia.

    Rilevante i Percorsi Voltiani in Lombardia, un progetto in collaborazione tra Università di Pavia e Centro di Cultura scientifica Alessandro Volta di Como ed Istituto lombardo Accademia di Scienze e Lettere di Milano, che consiste in una serie di iniziative coordinate fra le tre città, per la divulgazione degli aspetti scientifici della storia della scienza attraverso le nuove tecnologie di comunicazione.
    La stessa Telecom Italia partecipa attraverso la realizzazione di una particolare scheda telefonica tematica e la progettazione di un sito Internet per diffondere ad un vasto pubblico sia il patrimonio culturale generale dell'esperienza di Volta, sia le conoscenze scientifiche più innovative.


    DALLA COLLABORAZIONE CNR E CENTRO RICERCHE FIAT LA CONCEPT CAR

    Si chiama Dialogos e rappresenta l'ultima nata dalla collaborazione scientifica tra il CNR ed il Centro Ricerche Fiat nell'ambito delle attività istituzionali del Progetto Finalizzato Trasporti 2 del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
    La Concep Car prefigura l'auto biodinamica del futuro, capace di ricevere segnali e decodificarli, adattandosi di volta in volta alle caratteristiche e alle esigenze di chi la usa.

    Le ricerche applicate a Dialogos, una Lancia della Fiat, sono rappresentate da:
  • Cruise Control adattativo, una sorta di pilota automatico che gestisce la velocità della vettura;
  • il Cruise Control evolutivo che, non solo gestisce la velocità e mantiene la distanza di sicurezza ma, in un prossimo futuro, potrà anche dialogare con reti di semafori e centri di controllo dei traffico intelligenti;
  • il Lane and Overtaking Warning, che supporta la guida nelle manovre di sorpasso e nel mantenimento della corsia di marcia in situazioni di pericolo per l'automobilista;
  • il Warning anticollisione, dispositivo radar che segnala al guidatore i potenziali pericoli presenti sulla traiettoria di marcia con avvisi luminosi e sonori;
  • il Cambio robotizzato interattivo ed "intelligente", che apprende e, quindi, imita lo stile di guida dell'automobilista dell'automobilista al volante in modo di ridurre il suo impegno;
  • infine, il Differenziale attivo, che permette maggiore stabilità alla vettura, aumento della velocità di trazione e personalizzazione della risposta dinamica dell'auto.

    I sei progetti confermano l'importanza della ricerca per lo sviluppo della tecnologia avanzata ed in questo caso, in particolare, confermano come un'industria quale Fial Auto recepisca l'innovazione sviluppata con centri di eccellenza nazionali ed internazionali. Non un'attività fine a se stessa, ma un lavoro mirato a risultati concreti, un processo a cascata che dalle Concept Car porta, sulle automobili di serie, a dispositivi destinati a renderle sempre più efficienti, sicure e confortevoli.


    CNR - I FENOMENI FRANOSI DELLE ISOLE VULCANICHE DEL TIRRENO

    Grazie a T.O.B.I. (Towed Ocean Bottom Instrument), strumento per la ricerca su fondale marino, messo a disposizione dall'Unione Europea, è stato possibile studiare i fenomeni di collasso dei fianchi delle isole del Tirreno centro e sud orientale, ovvero degli arcipelaghi delle Eolie, delle Isole campane e delle Isole Pontine, oltre allo stretto di Messina e parte delle coste della Calabria, della Campania e del Lazio.
    Dalla ricerca, organizzata dal Centro di Studio per il Quaternario e l'Evoluzione Ambientale del CNR di Roma, in collaborazione con l'Istituto Geomare Sud del CNR di Napoli, l'Istituto di Geologia Marina di Bologna, di Ricerche sulla Tettonica Recente delle Università di Roma La Sapienza, di Napoli e di Bologna, oltre che con ricercatori spagnoli, inglesi ed austriaci, sono emerse nuove evidenze.
    In particolare, è emerso il collasso di ampi settori della costa meridionale dell'isola di Ischia, avvenuto in un passato geologico recente, che ha prodotto una vera e propria valanga di detrito, con blocchi di dimensione di varie decine di metri, che si estende verso sud per circa 40 Km. Il fenomeno è stato già osservato in altre parti del mondo: negli oceani Pacifico (Hawaii), Indiano (Reunion) ed Atlantico (Canarie), ma non era mai stato segnalato nel Mediterraneo.

    Altri importanti rilevamenti sono stati: la prosecuzione sottomarina della Sciara del Fuoco sui fianchi dell'isola di Stromboli; l'individuazione dello stesso fenomeno anche sul versante opposto della stessa isola; la prima evidenza del bacino tirrenico di torbiditi (veri e propri fiumi di fango che scorrono sul fondo del mare con argini, meandri e barre); di un certo numero di vulcani sottomarini non segnalati; di grandi campi di dune che si muovono sotto l'azione delle correnti.

    Si sono, anche, definite le dinamiche in atto all'interno dei canyon e dei canali, che connettono la costa alle piane abissali: studio che può essere molto importante poiché proprio attraverso le valli sottomarine, materiale inquinato di provenienza costiera potrebbe essere trasferito in zone profonde, interessando ecosistemi molto delicati ed anche poco conosciuti.

    I dati rilevati, opportunamente elaborati, potranno far meglio comprendere i processi geologici del mare profondo e fornire indicazioni utili alla riduzione dei rischi ambientali, cui il CNR da quasi trent'anni svolge un ruolo nelle scienze del mare ed, in particolare, nella geologia marina. Ricerche importantissime giacchè i sette decimi della superficie terrestre sono ricoperti d'acqua e sul fondo del mare giace la risposta a molte tematiche geologiche.


    L'ISTITUTO DI STRUTTURA DELLA MATERIA NELLL'AREA DEL CNR A TOR VERGATA

    Collabora con il Politecnico di Losanna, la Vanderbilt University di Nashiville ed il Rutherford Appleton Laboratory in Gran Bretagna, oltre che con numerosi centri di ricerca italiani: è l'Istituto di Struttura della Materia del CNR ed è localizzato all'interno dell' Area di Ricerca di Tor Vergata, a Roma.
    L'Istituto è attivo, in particolare, nello studio dei materiali per la moderna elettronica, la biologia e la medicina, mediante mezzi di indagine come la radiazione di sincrotrone, i neutroni ed i microscopi a scansione a sonda locale.
    Nel caso della "radiazione di sincrotrone" (RdS), si tratta di luce emessa dagli elettroni orbitanti in macchine acceleratrici, come gli anello di accumulazione. Macchine costruite originariamente per lo studio delle particelle elementari, che sono diventate, negli ultimi anni, un mezzo efficace per lo studio della materia in quanto la RdS possiede caratteristiche uniche in termini di intensità, polarizzazione ed intervallo di energia, che si estende in modo continuo dalla regione dell'infrarosso ai raggi x. Una sorgente di luce continua in un ampio spettro energetico.
    La radiazione emessa dagli elettroni orbitanti nell'anello viene convogliata, attraverso canali di luce, in ultra alto vuoto, verso camere sperimentali dove si studia l'interazione tra tradizione e materia. Ma si possono studiare anche gli effetti fotoelettrici, oppure ottenere informazioni sulle proprietà magnetiche o vibrazionali dei materiali.

    Sul piano pratico, la ricerca ha permesso realizzazioni di tipo strumentale, come la costruzione di linee di luce di sincrotrone ed i microscopi a scansione a sonda locale, che hanno notevoli risvolti di tipo applicativo.
    Gli studi fatti hanno permesso, ade esempio, di individuare, attraverso la luce di sincrotrone, con lo spettromicroscopio "MEPHISTO" nel campo della "Boron Neutron CaptureTherapy", una terapia efficace nell'individuare un composto di boro capace di attecchire in modo selettivo ed omogeneo a cellule tumorali dei cervello e nella distruzione di tali cellule mediante azioni di tipo spettroscopico, come la rifiettività, la trasmittenza o la fluorescenza.
    Tale strumento può dare informazioni utilissime in campo biologico, come l'individuazione di marcatori fluorescenti all'interno di cellule per individuarne alcuni aspetti funzionali, o l'individuazione di materiali diversi, presenti all'interno della cellula stessa, che presentano uno spettro di assorbimento legato alla loro natura chimica.


    UNA SUPERMEMORIA DA 256 MEGABITE PER I PC

    Saranno in vendita tra breve schede di memoria Compact-Flash e schede in formato Pc-Ata capaci di aumentare la memoria del proprio PC fino a 192 ed a 640 megabite.
    Le schede saranno inserite nell'immediato nei portatili e nelle apparecchiature fotografiche digitali professionali e nei dispositivi industriali.
    Ad

    COLLABORAZIONE FRA ITALIA E STATI UNITI SULLE NUOVE TECNOLOGIE

    La collaborazione scientifica fra Italia e Stati Uniti ha trovato un nuovo terreno d'intesa nell'ambito delle PKM, le nuove macchine a cinematica parallela che costituiscono un'innovazione radicale per il settore manifatturiero. Un settore sul quale l'Italia ha investito in studi e ricerche attraverso il Programma Nazionale di Ricerca sui Sistemi di Produzione Innovativi ed Eureka Factory.
    In questo senso l'ITIA, l'Istituto di Tecnologie Industriali ed Automazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche è stato uno dei primi Istituti al mondo a svolgere attività di ricerca, sviluppandone ben due prototipi.

    In particolare, le PKM - in sostanza i nuovi robot - sono macchine modulari, semplici, fondate sul controllo simultaneo della posizione delle aste che collegano una base fissa - che può essere installata su qualunque struttura - ad una piattaforma mobile, capace di portare un utensile o un pezzo.
    Le PKM possono effettuare, ad esempio, lavorazioni di fresatura per produrre uno stampo per autovettura, possono misurare un pezzo meccanico, montare un compressore di un frigorifero od un motoriduttire, possono anche operare nel ciclo di produzione di calzature sportive e in cuoio.

    Sulle PKM e la collaborazione fra i due Paesi è stato promosso, recentemente a Milano, un forum al quale hanno preso parte scienziati, studiosi e ricercatori industriali provenienti da Università Istituti di ricerca ed imprese europee ed americane, oltre che giapponesi e cinesi.
    Obiettivo del forum è stato l'individuazione delle potenzialità delle nuove tecnologie alla luce dell'attuale stato della ricerca in materia. Ed, a questo proposito, è stata allestita una mostra per illustrare i nuovi robot, dalla loro ideazione al ciclo della ricerca ed innovazione, presentando software, tools, prototipi ed altro materiale documentario.

    Per ulteriori informazioni in materia: Istituto di Tecnologie Industriali e Automazione del CNR: Tel.++39 02 70643901 - ++39 02 6126841.


    ISOLE PONTINE - A VENTOTENE: UN POLO EUROPEO PER LA RICERCA BIOMARINA NEL MEDITERRANEO

    Un futuro internazionale per l'isola di Ventotene nell'area pontina: è quel che prevede un progetto lanciato dalla Regione Lazio, che ipotizza la nascita di un Centro europeo per la ricerca biomarina.
    Il progetto, in particolare, fa seguito all'istituzione dell'area marina protetta, e si propone la realizzazione di un polo di ricerca e analisi dell'ecosistema marino del Mediterraneo del Sud ai fini della tutela ambientale, dell'utilizzo durevole delle risorse e dello sviluppo compatibile. Attualmente l'area non è interessata da alcun programma di tal genere, nonostante l'avvio di un progetto similare nella fascia ligure e dell'Adriatico.
    Il Centro - che sarà dotato di un battello di ricerche oceanografiche e di archeologia marina - avvierà contatti, studi, scambi di informazioni e ricerche finalizzati, tra l'altro, alla didattica ambientale nell'ambito di 5 aree specifiche: chimica, ecologia e morfologia, biotossicologia, microbiologia, biochimica. Mentre il battello oceanografico svolgerà un intenso programma di monitoraggio anche nel settore archeologico con il recupero di reperti.

    Il progetto bimarino si inserisce nel programma Tutela dell'ecosistema (studio e gestione degli ecosistemi marini ai fini della tutela ambientale, del) nell'ambito del V° programma quadro di ricerca e sviluppo 1998-2002 della UE.
    Per ulteriori informazioni: Giunta regionale della Regione Lzio Tel.++39 06 51685156, Fax.++39 06 51685155.


    ISOLE PONTINE - A SANTO STEFANO UN CENTRO INTERNAZIONALE SUI DIRITTI UMANI

    Un futuro internazionale per l'isola di Ventotene nell'area pontina: è quel che prevede un progetto lanciato dalla Regione Lazio per la creazione di un Centro internazionale di studi sui diritti umani.
    Significativa, naturalmente, la localizzazione del Centro nel più antico carcere dell'era moderna, datato al 1797, per la trattazione di temi di alto interesse sociale, primi fra tutti i diritti umani e la tolleranza, con particolare attenzione per la convivenza pacifica fra i popoli che si affacciano sul Mediterraneo.
    La vicina isola di Ventotene - come si ricorderà- è stata utilizzata anche nel recente passato come confino per l'allontanamento degli oppositori al regime fascista e, proprio, da Ventotene è stato lanciato - ad opera di Altiero Spinelli - il manifesto sull'unione dei popoli europei, che ha rappresentato la carta programmatica per la nascita dell'Unione Europea.

    Il Centro ospiterà spazi espositivi, centri di documentazione, archivi multimediali ed aree attrezzate per convegni e seminari, corsi di qualificazione e stages i aggiornamento per operatori ed associazioni. Tra l'altro, il progetto propone, anche, la anche la realizzazione nell'Isola di una delle sedi del Tribunale permanente per la difesa dei diritti umani.

    Il progetto si avvarrà del programma Parnaso, che realizza la collaborazione fra Ministeri dell'Università e ricerca scientifica e dei Beni Culturali ed ambientali.
    Uno studio di fattibilità sarà avviato, quanto prima, con il sostegno della sede romana dell'ONU, del Comune di Ventotene e del Dipartimento di innovazione e tecnologia nell'architettura e cultura ambientale della Facoltà di architettura dell'Università La Sapienza di Roma.

    Il sottosegretario alla Pubblica Istruzione, sen. Carla Rocchi, ha, tra l'altro, ipotizzato il varo di un concorso per le scuole che, cogliendo lo spirito di entrambe le iniziative pontine: il Centro di tutela ambientale biomarina ed il Centro Internazionale di studi sui diritti umani, sensibilizzi alla nascita di una dimensione euro-mediterranea.
    Per ulteriori informazioni: Giunta regionale della Regione Lzio Tel.++39 06 51685156, Fax.++39 06 51685155.


    UN NODO SCIENTIFICO PER LA RICERCA ITALIANA

    La situazione attuale della ricerca in Italia è in una fase negativa come evidenziano i dati sulle quote di mercato nel settore hi tech, in lento ma progressivo calo.
    Dal 1980 al 1997, in Europa, la quota di mercato italiana è passata dal 47% al 36% con una flessione dell'11%, mentre, a livello mondiale, dal 4% del 1980 si è scesi al 2,7% del 1997. Solo il settore manifatturiero perde un 3% di occupazione all'anno. Inoltre, i settori tradizionali dell'industria, dove l'Italia ha un ruolo di primo piano, realizzano innovazioni di processo e non di prodotto. Innovazioni che non aumentano l'occupazione ma che, al contrario, la diminuiscono.

    In questo scenario i nodi scientifici e tecnologici occupano un ruolo di primo piano per la possibilità di sviluppare progetti che possono trovare largo impiego nell'industria e nella ricerca avanzata.
    Il nodo scientifico e tecnologico, come è stato sottolineato nel corso di un convegno del Cnr - Consiglio Nazionale delle Ricerche - a Roma, è lo strumento essenziale per lo scambio e la comunicazione di informazioni tra centri scientifici, localizzati in una stessa area geografica, e per lo sviluppo delle conoscenze in materia industriale e sanitaria da parte delle aziende.

    Nel corso degli anni il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha investito in attrezzature per creare nodi scientifici, come nel caso dell'Area Scientifica di Montelibretti, dove - grazie ad un investimento di 5 miliardi - ha creato, tra il 1970 ed il 1979, una struttura il cui valore attuale è, secondo recenti stime, intorno ai 60 miliardi di lire e, ciò che è più importante, risulta all'avanguardia nella ricerca.
    L'istituto riunisce ricercatori provenienti dai settori della fisica, chimica, archeologia e biologia ed è particolarmente avanzata la ricerca sui nuovi materiali funzionali (come il film di diamante, strumento per rinforzare gli utensili per la lavorazione e taglio di lamiere).

    Sostanzialmente, con i nodi scientifici si intende superare il momento puramente teorico, facilitando il collegamento fra i centri di ricerca, le risorse umane e le aziende, dove, effettivamente, l'innovazione trova una sua concretizzazione ed un utilizzo a vantaggio del Paese e della sua industria. Ciò porrebbe, storicamente, fine al fenomeno dell'emigrazione dei cervelli che, fin dai tempi della riforma protestante, ha visto le migliori menti italiane lasciare il Paese per realizzare i propri progetti all'estero. Qualche nome per i molti: Avogadro, Marconi e Fermi.


    ANDREA: SISTEMA INFORMATIVO PER L'EDUCAZIONE AMBIENTALE

    Da una collaborazione fra Ministero dell'Ambiente e Ministero della Pubblica Istruzione, che ne hanno affidato la progettazione all'Istituto di Psicologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nasce Andrea - Archivio Nazionale di Documentazione e Ricerca per l'Educazione Ambientale: un sistema informativo dedicato agli operatori che si occupano di educazione ambientale dentro e fuori la scuola, con l'obiettivo di promuovere la diffusione e lo scambio di informazioni.

    Andrea, di cui è responsabile il dr. Francesco Tonucci, dell'Istituto di Psicologia, consiste in una banca dati relazionale composta dall'intreccio di più archivi: documenta gli enti pubblici e privati che operano nell'ambito dell'educazione ambientale; descrive i singoli materiali prodotti dagli enti; presenta le attività in corso e illustra le esperienze di educazione ambientale condotte dai vari enti e presenta i principali temi di educazione ambientale, concepiti come agili voci enciclopediche.
    La realizzazione è stata accompagnata da una ricerca per lo sviluppo di un thesaurus sperimentale per l'educazione ambientale e sono state studiate interfacce di interrogazione adeguate alle diverse capacità ed esigenze degli utenti.

    Attraverso Andrea si può accedere a Il nostro mondo, uno spazio di lavoro dedicato ai bambini della scuola dell'obbligo come supporto alle attività di educazione ambientale.
    ANDREA è consultabile su Internet all'indirizzo: http://labnet.cnuce.cnr.it/andrea.


    UNA GIORNATA DI STUDIO SULL'UTILIZZO DELLA ROBOTICA IN CHIRURGIA

    Avanza la robotica in chirurgia, a sottolinearlo il Progetto Strategico Robotica in Chirurgia, diretto dal prof. Salvatore Stella del CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche.

    Il Progetto è stato avviato nel 1997 con lo scopo di sperimentare tecnologie avanzate, già disponibili, per l'applicazione in chirurgia per valutare sia le difficoltà di trasferimento di sistemi completi, dalla sperimentazione alla industrializzazione, sia le priorità del sistema sanitario in merito alle proposte attualmente realizzabili, nonché la possibile riduzione di costi e di bassa produttività associati alla chirurgia convenzionale e dei lunghi periodi di degenza che essa comporta.
    Il chirurgo e il tecnologo si stanno alleando per applicare i recenti sviluppi della robotica: dal trattamento di immagini, dalla simulazione, dai sensori e dalle telecomunicazioni al settore della robotica in chirurgia, in particolare nel campo emergente della chirurgia mini-invasiva.

    In questo primo anno il Progetto ha messo a punto uno studio per utilizzazione della robotica nel prelievo di liquido amniotico durante la gravidanza (amniocentesi) e nella terapia fetale (somministrazione di surfattante polmonare suppletivo in utero).
    Al centro dell'attività futura: la messa a punto di un microrobot per la chirurgia mini-invasiva nelle affezioni addominali ma, anche, l'uso sperimentale del robot industriale, sia simulato sia su paziente, per quanto riguarda le biopsie prostatiche e mammarie, il prelievo di liquido amniotico, la chirurgia sterotassica; nonché la puntualizzazione delle specifiche di un robot che aiuti il chirurgo negli interventi sul cristallino.


    SCIENZE STORICHE - NASCE UN NUOVO ISTITUTO DI RICERCA

    Si ufficializza, sabato 19 settembre a Bassano del Grappa, con l'incontro internazionale su Canova e le Arti sorelle, l'avvio dell'attività scientifica dell'Istituto di Ricerca per gli Studi sul Canova e il Neoclassicismo presieduto dallo storico dell'arte Ferdinando Rigon.

    L'Istituto di Ricerca, promosso dal Comune di Bassano del Grappa, città natale di Antonio Canova, ha l'obiettivo di incrementare e potenziare le ricerche e gli studi sulla personalità del Canova e il suo tempo.
    Tra gli scopi del nuovo Istituto è la raccolta di materiali canoviani per arricchire ulteriormente il corpus ospitato nel Museo Biblioteca di Bassano, il promuovere l'approfondimento scientifico della personalità del Canova, attraverso incontri, seminari, convegni e anche con l'attribuzione di borse di studio e di ricerca a studiosi e studenti italiani e stranieri.

    Il convegno vede riuniti a Bassano eminenti studiosi italiani e stranieri, per approfondire il primo e più urgente problema della critica canoviana: il rapporto tra le arti figurative e la letteratura, in linea con il nuovo classicismo e con il recupero, sentito da Canova in modo assolutamente primario, dell'orazione ut pictura poesis.
    Alla tavola rotonda, che seguirà, spetta il compito di indicare gli indirizzi di una metodologia per il confronto tra discipline diverse, metodo che sarà poi perseguito nell'ambito di Settimane di Studio che si apriranno, ancora per iniziativa dell'Istituto, nel 1999.

    In occasione del convegno sarà presentata la ristampa anastatica dell'opera di F. Tadini Le sculture e le pitture di Antonio Canova pubblicate fino a quest'anno 1795, a cura di Giovanni Ventri.

    Per ulteriori informazioni: Museo Biblioteca Archivio via Museo 12.36061 Bassano del Grappa. Tel. +39 0424/522235 - 523336 fax +39 0424/523914.


    CORSI INTERNAZIONALI DI FORMAZIONE SCIENTIFICA PROMOSSI DALL'AREA DI RICERCA DI BOLOGNA

    Corsi intensivi di formazione scientifica e tecnologia avanzata per giovani ricercatori e studenti dei dottorati di ricerca sono stati tenuti, per la prima volta, nell'estate '98 presso l'area di ricerca di Bologna nell'ambito della International School Leonardo da Vinci, istituita fin dal 1996.
    Ai corsi, organizzati quest'anno dall'Istituto di Ricerche Tecnologiche per la Ceramica del CNR di Faenza, hanno preso parte esponenti dell'Istituto di Superconducting materials: advances in Technology and Applications diretto dal prof. Koichi Kitazawa dell'Università di Tokyo.

    L'iniziativa si propone di fornire ai giovani, italiani e stranieri - in particolare dell'Europa dell'Est e dei Paesi in via di Sviluppo - l'opportunità di seguire corsi intensivi di formazione tenuti dai più eminenti scienziati ed esperti della materia, provenienti da prestigiose Università e Centri di ricerca di tutto il mondo.

    I corsi, che saranno indirizzati a 70 giovani (con possibilità di ottenere borse di studio per i più meritevoli privi di adeguato sostegno economico), si svolgeranno con cadenza biennale e saranno incentrati su argomenti di grande attualità: dalla produzione di energia alla costruzione di motori elettrici innovativi a basso consumo; dallo stoccaggio magnetico dell'energia alla realizzazione di apparecchi innovativi per la diagnostica medica alla tecnologia degli acceleratori di particelle nucleari, alle tecnologie spaziali, ecc...

    Il Summer Course '98 è stato finanziato dal Ministero per l'Università e la Ricerca Scientifica e Tecnologica, dalla Regione Emilia Romagna, dall'ENEA, dall'UNESCO-ROSTE di Venezia, dall'INFN, dall'Università di Bologna e dall'European Material Research Society.


    INCENTIVI ALLE PMI PER ASSUNZIONI, INNOVAZIONE E RICERCA

    Le PMI artigiane, i loro consorzi e le altre imprese di cui all'art.2195 del Codice civile possono fare domanda, tra il 10 settembre ed il 10 ottobre, per ottenere le agevolazioni fiscali concesse dal ministero dell'Università e della Ricerca scientifica per: assunzione di dottori di ricerca; stipula di contratti di innovazione con le università; istituzione di borse di studio per la frequenza dei corsi di dottorato.
    Il ministero ha stanziato 30 miliardi di lire così suddivisi: credito d'imposta di 15 milioni di lire per ogni assunzione (dalle agevolazioni per le assunzioni sono escluse le altre imprese di cui all'art. 2195 del Codice civile); crediti d'imposta pari al 60% sull'importo dei nuovi contratti di ricerca commissionati ad università, consorzi ecc. (massimo 250 milioni) e sugli oneri relativi alle borse di studio per i contratti di ricerca (massimo 50 milioni per soggetto beneficiario).
    Priorità è accordata a PMI ed aziende artigiane delle zone depresse in base all'ordine di presentazione delle domande, ma, in ogni caso, entro il 30 ottobre, tutte le aziende riceveranno comunicazione scritta da parte del ministero circa l'esito della domanda.
    Le aziende che ottengono risposta positiva sono poi tenute a presentare, entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, una copia dei contratti d'assunzione o delle ricerche commissionate oppure una dichiarazione che attesti l'intesa per le borse di studio. Ciò consente l'erogazione automatica del credito da parte del ministero che si limita ad una verifica della validità dei documenti senza valutare i contenuti dei progetti.

    Le domande devono essere inoltrate a: ministero dell'Università e della Ricerca scientifica- Dipartimento per lo sviluppo ed il potenziamento dell'attività di ricerca- Ufficio III Piazzale J.F. Kennedy, 20 00144 Roma.


    CHIMICA - UNA LIBRARY DIGITALE PER INFORMARE SULLA CHIMICA FINE

    Tempo di predisposizione: tre anni, entro il 2001, ma, alla fine, il progetto Notorietà, lanciato dall'Associazione Nazionale Chimica Fine e Specialità, ACFIS, una sorta di Fine Chemical Memory - ACFIS Library diventerà un vero e proprio centro propulsore internazionale di studi e ricerche in materia di chimica fine.
    In sostanza, si tratterà di un'ingegneria di sistemi, di cui la Library - una biblioteca di settore - diverrà il centro propulsore, cui sarà collegato tutto quanto è informatizzato tramite reti, telematiche e non solo: da Internet alle televisioni satellitari, alla radio.
    Il progetto prevede, inoltre, studi di mercato, studi sulla legislazione in materia, sistemi di formazione, la fondazione di una Scuola di chimica fine, progetti di investimento, ed una serie di eventi collegati ai vari ambiti del settore, da conferenze a fiere virtuali, a congressi...

    Alla rete dell'ACFIS, associazione aderente a Confindustria, cui fanno riferimento aziende 115 di 9 settori merceologici, con oltre 8.800 addetti ed un fatturato di 7.880 miliardi di lire, potranno accedere, esperti di settore ma, anche, giornalisti e semplici lettori.
    Ricordiamo che il comparto comprende settori merceologici quali: l'acqua, la carta, i prodotti per detergere, cuoio, principi attivi ed intermedi, pigmenti e coloranti, plastica e tessile, e che il fatturato mondiale dell'industria chimica ammonta ad oltre 2.600.000 di miliardi di lire, di cui 423.000 miliardi di lire rappresentano il fatturato della Chimica Fine e Specialità.

    L'Europa è attestata sul 46,4% della produzione mondiale di chimica fine e specialità, gli USA sul 27,6%, il Giappone sull'14,8%, mentre l'11,2% è prodotto da altre aree.
    In Italia si è passati da un fatturato di 5.960 miliardi di lire nel 1991 agli 8.410 miliardi nel 1996. Mentre le esportazioni sono cresciute, nello stesso periodo, da 2.191 miliardi a 3.869.
    Per ulteriori informazioni: Millenium (Pampinella, Vitali) ++39 2 48027217.


    LA RICERCA DEL CNR SUL POTENZIAMENTO DEL VALORE NUTRITIVO DEGLI ORTAGGI

    L'uomo utilizza da sempre i semi come principale fonte proteica per la propria alimentazione: i semi di cereali - e legumi freschi od i prodotti ottenuti dalla farina di tali semi, che rappresentano la base salutare di ogni dieta. Mentre, le foglie, pur essendo spesso utilizzate a fini alimentari, sono generalmente povere di proteine.
    Aumentare il contenuto proteico delle foglie rappresenterebbe un obiettivo di rilevanza sociale, soprattutto per quei Paesi caratterizzati da un arretrato sistema primario di produzione alimentare. E', questo, lo scopo dei ricercatori dell'Istituto di Biosintesi dei Vegetali del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Milano, guidat dal dr. Alessandro Vitale, che hanno avviato uno studio dei meccanismi molecolari che veicolano le componenti proteiche all'interno della cellula vegetale.
    L'approccio scientifico consiste, in particolare, nel creare piante transgenetiche che producano nelle foglie le proteine di riserva normalmente accumulate nei semi rendendo la localizzazione cellulare stabile.

    L'ipotesi studiata dal gruppo del Dr.Vitale,e pubblicata recentemente dalla rivista scientifica The Plant Cell, è attualmente sperimentata dall'Istituto di Biochimica ed Ecofisiologia Vegetale del CNR di Roma, dal gruppo del dr. Domenico Mariotti, su piante di lattuga transgeniche.


    I MANOSCRITTI ORIGINALI DI GALILEO IN INTERNET

    I manoscritti originali di Galileo Galilei approdano su internet per permetterne la comoda consultazione da casa tramite il sito web della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, che ne ha curato il progetto in collaborazione con l'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze e il Max Planck Institut di Berlino.

    La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze dispone di circa 347 testi galileiani: 292 sono a disposizione nel sito internet ed offrono una descrizione unitaria della figura del grande scienziato italiano in quanto l'archivio non si è formato per successive stratificazioni ma è andato crescendo nel tempo con precisi scopi di approfondimento e ricostruzione biografica.
    Tra l'altro, è disponibile il carteggio tra Galileo ed i suoi discepoli e con i più importanti scienziati suoi contemporanei.

    La consultazione è possibile interrogando il database attraverso singole chiavi di ricerca, come il titolo o il nome oppure attraverso una ricerca a campi incrociati.
    Il plurilinguismo del carteggio ha consigliato tre diverse sezioni linguistiche: latino, italiano e francese.

    La pubblicazione su internet è la conseguenza della catalogazione telematica dei manoscritti galileiani disponibile nel Fondo Galileiano della Biblioteca, realizzata attraverso la creazione di un particolare software che ne rende possibile la gestione sui diversi sistemi di gestione, come Windows NT.

    La scelta dei testi galileiani si è resa necessaria nell'immediato per la fragilità degli scritti originali, che sconsigliava una loro consultazione diretta, ma in futuro il progetto Galileo costituirà un prototipo da utilizzare nella catalogazione di fondi di manoscritti moderni, in particolare di testi scientifici.


    FONDI PER UNIVERSITÀ E RICERCA SCIENTIFICA

    36 miliardi di lire per il '98, 82,8 miliardi per il '99 e 200 miliardi a partire dal 2000: i finanziamenti stabiliti dal ministero dell'Università e della Ricerca scientifica approvati dal Parlamento, che consentono di aumentare le borse di studio per i dottorati ed i fondi a disposizione della ricerca di base scientifica, adeguandoli ai modelli europei.
    In particolare, per la ricerca di base è prevista la spesa di 1,170 miliardi di lire all'anno per i prossimi tre anni per sostenere le attività di selezione e valutazione dei progetti di ricerca.

    Per il funzionamento degli istituti scientifici speciali e per l'acquisto, il rinnovo ed il noleggio di attrezzature didattiche, inoltre, sono stati stanziati, nel periodo 1998-2000, complessivamente 4,8 miliardi di lire.


    LA NAVE DEL CNR URANIA NEL MEDITERRANEO

    Prosegue nel Mediterraneo la campagna di ricerca estiva della nave oceanografica del CNR Urania, secondo i progetti dell'Istituto nazionale di coordinamento per le Scienze del Mare, recentemente costituito dal CNR.
    La nave ha effettuato, tra l'altro, una sosta di due giorni a Lisbona in occasione dell'Expò, dedicata appunto a Gli oceani, un patrimonio per il futuro, in cui il Consiglio Nazionale di Ricerca è presente all'interno del padiglione italiano.

    Urania ha al suo attivo all'incirca una ventina di campagne di ricerca ogni anno sia in Atlantico che nel Mediterraneo, durante le quali sono ospitati a bordo fino a 20 ricercatori, oltre a tecnici ed equipaggio, impegnati in veri e propri laboratori galleggianti, dotati di apparecchiature scientifiche per la ricerca oceanografica ad alta tecnologia d'avanguardia.
    Tra le apparecchiature più moderne il CNR segnala un correntometro per la misurazione delle correnti marine a diverse profondità, ed una dotazione per la stratigrafia dei fondali, denominata sub bottom profiler.


    ITALIANA LA TECNOLOGIA DIGITALE PER LA TELEVISIONE

    Nel 1990 furono trasmessi dalla televisione i Campionati del Mondo di Calcio con l'ausilio del Satellite Olympus utilizzando la tecnologia di compressione delle informazioni, grazie ad un progetto di collaborazione scientifica tra Italia e Spagna: furono quelli i primi passi verso la televisione digitale.
    Tuttavia, il merito di aver realizzato l'M-Peg, lo standard di compressione delle immagini e delle informazioni va all'Italia ed, in particolare alla collaborazione tra la RAI e Telettra.

    L'iniziativa partì dalla necessità di far passare un numero elevato di applicazioni ed effetti speciali ad alta definizione riducendo la qualità del segnale ed eliminando il problema del numero elevato di bit al secondo che il segnale analogico non avrebbe potuto trasmettere senza degradare l'immagine. Ciò che avrebbe, d'altra parte, richiesto l'acquisto di nuovi televisori dotati di opportuna tecnologia per non perdere la qualità dell'immagine.
    Il problema fu risolto contraendo il numero delle informazioni necessarie, attraverso l'identificazione - nella mappatura dell'immagine - delle zone omogenee, il che permette di non ripetere l'informazione nei diversi pixel, e con la non ripetitività delle parti di immagini identiche nei quadri successivi al primo, che vengono rinnovati ogni 25 secondi, sostituiti dalla memorizzazione del quadro iniziale.
    In sostanza, si arrivò a comprimere il numero delle informazioni da inviare, aprendo il fronte alla trasmissione di più canali digitali laddove, in precedenza, i satelliti televisivi erano in grado di far passare un solo canale analogico.


    MOSAN-MILANOSALUTE- UNA FIERA PER L'INCONTRO TRA RICERCATORI ED INDUSTRIA

    Mosan-Milanosalute, la Fiera che si terrà a Milano tra il 7 ed il 10 ottobre, è finalizzata all'incontro tra esperienze della ricerca scientifico-sanitario-farmaceutica, per i quali non esiste interscambio tra settori attigui.
    Mosan-Milanosalute, organizzata da Cirm (Consorzio italiano per la ricerca medica) e patrocinata da Regione Lombradia, Comune di Milano, ministero della Sanità, Cnr e commissioni UE, costituirà un'importante opportunità di contatto tra ricercatori dei centri nazionali ed esteri e mondo dell'industria.

    Per ciascuno dei 13 settori di punta della ricerca pura ed applicata, individuati da Mosan-Milanosalute, sono previsti due appuntamenti: exhibition space ed incontri scientifici. In particolare, l'exhibition space permetterà ad enti, istituzioni, aziende ed università di presentare strumenti e risultati del loro lavoro.
    Nell'ambito degli incontri scientifici, invece, si farà il punto su numerosi progetti di ricerca, in vista di future partnership.

    Un comitato scientifico è incaricato di svolgere il lavoro di coordinamento. Di esso fanno parte gli istituti del Cirm, la Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia, il Policlinico San Matteo, sempre di Pavia, la Fondazione Centro auxologico italiano di Milano, l'Istituto Burlo Garofalo di Trieste e gli istituti ortopedici Rizzoli di Bologna.


    CNR - L'AREA DI RICERCA DI TORINO A CONFRONTO CON L'INDUSTRIA

    Per difendere l'occupazione ed i livelli di benessere, è necessario orientare maggiormente la ricerca verso la produzione. A tal proposito, l'Area della ricerca di Torino sta avviando molteplici contatti con imprese ed amministrazioni pubbliche.
    L'Area di Torino è una delle più antiche strutture del Cnr, istituita nel 1978, primeggia nella ricerca connessa con le attività industriali meccaniche ed affini e costituisce attraverso l'Istituto metrologico G. Colonnetti, un punto di riferimento per l'intero Paese nel campo della misurazione delle grandezze fisiche.

    L'Istituto Colonnetti è membro di tutti i Comitati consultivi (nove) per il coordinamento internazionale della Convenzione del Metro (1875). Esso effettua interessanti ricerche nel campo dei laser, dell'interferometria ottica, dei microscopi a scansione, oltreché nel settore termico.

    Nell'insediamento di Strada delle Cacce (10 ettari ai margini della città) sono compresi solo quattro dei nove Istituti afferenti all'Ente che ospita, inoltre, undici Centri studi.
    Le attività di ricerca svolte dall'Area sono conseguenza delle attività industriali della Regione, a dimostrazione del forte legame territoriale esistente, testimoniato, tra l'altro, dall'esistenza di una rete informatica locale che connette tutti gli Istituti piemontesi e gran parte dei Centri studio, contando, al momento, su circa 300 utenti.


    UNA RETE DI SPORTELLI INFORMATIVI TECNOLOGICI A SERVIZIO DELLE PMI

    Accrescere la competitività e la presenza delle PMI sul mercato nazionale ed internazionale attraverso una migliore percezione degli obiettivi e degli strumenti della normativa tecnica è lo scopo della Rete degli Sportelli informativi ad indirizzo tecnologico, finanziata da 17 Camere di Commercio ed Unioncamere e realizzata con il supporto tecnico di DINTEC (società consortile tra Unioncamere ed Enea).
    L'idea degli Sportelli è nata dalla consapevolezza che molte imprese italiane, pur offrendo prodotti e servizi di ottima qualità, ancora non dispongono degli strumenti necessari a documentare la qualità dei loro prodotti, la rispondenza alle prescrizioni normative e ad utilizzare nel modo migliore i risultati di ricerche sull'innovazione tecnologica.
    A tal fine, anche attraverso visite personalizzate in azienda per rilevare le esigenze particolari delle PMI e seminari su temi d'interesse, gli Sportelli offrono alle aziende del territorio informazioni ed orientamenti circa le norme cogenti (direttive e regolamenti UE, provvedimenti nazionali di recepimento delle direttive in materia di ambiente e sicurezza e marcatura CE) e volontarie (norme nazionali UNI e CEI, internazionali ed industriali ISO, DIN, AFNOR, BSI..., militari USA e NATO e su ambiente sicurezza e qualità) cui esse sono sottoposte.
    Inoltre, sono offerte indicazioni circa il Sistema Qualità Italia ed i laboratori di prova, i brevetti ed i finanziamenti nazionali ed internazionali, il TQM (Total Quality Management), il trasferimento dei risultati di ricerca ed innovazione tecnologica presso gli Innovation Relay Centers e circa i soggetti che offrono servizi ale PMI nei vari settori.

    Le informazioni sono fornite con l'ausilio di strumenti informativi quali internet (http://www.sitcam.dintec.it ), banche dati (Eurodata, Safety, Agral.......) e pubblicazioni CENELEC ed UNI (con i riferimenti alle normative che prevedono la marcatura CE).


    INFORMAZIONE EUROPEA- LA LOMBARDIA PREDISPONE LA RETE VERNE

    La rete VERNE è nata con l'obiettivo di unire imprese e mondo della ricerca attraverso sistemi informativi regionali su offerta e domanda di ricerca consultabili su Internet attraverso il sito dell'Aster (Agenzia per lo Sviluppo Tecnologico dell'Emilia Romagna).
    Verne, nato in collaborazione con le Università di Bologna, Ferrara e Modena, Regione Emilia Romagna, Associazione Industriali di Bologna, Tavolo regionale dell'imprenditoria ed Innovation Relay Centre Irene (Enea- Cnr) è una banca dati che si ispira a CORDIS (banca dati CE) e contiene informazioni su oltre 600 progetti di ricerca suddivisi in relazione ad area scientifica di riferimento e settori industriali di potenziale applicazione dei risultati della ricerca.
    Di ogni singolo progetto di ricerca sono riportati: titolo, aspetti innovativi, abstracts, pubblicazioni originate dalla ricerca, tipo e fonte del finanziamento, tipo di collaborazione richiesta, responsabile.

    I dati sono raccolti in maniera autonoma dalle tre università aderenti ad Aster che li raccolgono in Internet, dove sono accessibili sia per l'immissione di nuovi dati, sia per essere interrogati.

    Per ulteriori informazioni: http://www.aster.it/verne. Aster Via Morgagni, 4 40122 Bologna ++39 051 23.62.42 fax ++39 051 22.78.03. Giorgio Moretti (giorgio.moretti@asster.it).


    IL MINISTERO DELL'AMBIENTE: 325 MILIARDI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

    Il ministero dell'Ambiente ha varato un programma da 325 miliardi di lire (195,690 spendibili entro il '98 e 130 nel '99), per stimolare l'innovazione, promuovere sviluppo sostenibile e nuova occupazione, soprattutto al Sud.
    Il Programma, grazie alle risorse fissate dalla Finanziaria '96 e rese disponibili dalla legge n°344/97, consiste nel finanziamento di progetti pilota individuati sulla base di sei progetti strategici, per la cui attuazione il ministero, supportato dall'Agenzia nazionale per l'Ambiente (ANPA), ha sottoscritto accordi di programma con ENEA e CNR.
    L'attuazione di tali progetti è resa possibile, inoltre, anche da interventi diretti del ministero dell'Ambiente, intese di programmma con le Regioni, accordi di programma con Enti Locali, Enti pubblici nazionali, Ferrovie dello Stato ed industrie private, protocollo d'intesa ANCI- Federambiente- Cispel e Convenzioni con le Università.

    I sei progetti strategici nei quali sono stati suddivisi gli investimenti riguardano i cambiamenti climatici (92,7 miliardi); l'innovazione nelle politiche di risanamento ambientale (86,6); la valorizzazione del patrimonio naturale (55,99); la gestione dei rifiuti come risorse (53,5); il mare, coste ed isole minori (22,9); gli strumenti per lo sviluppo sostenibile (14).

    La quota maggiore degli stanziamenti si riferisce ai cambiamenti climatici, per i quali l'Italia deve uniformarsi al protocollo di Kyoto, che impone l'obbligo di ridurre le emissioni di gas climalteranti, del 6,5% entro il 2012, rispetto ai livelli del '90.
    Ciò può, al tempo stesso, divenire un'occasione di sviluppo dell'innovazione nel settore dei trasporti e di promozione dell'uso delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica.
    In particolare, i progetti sono finalizzati alla razionalizzazione della mobilità urbana, (sistemi telematici, mobility managers, taxi collettivi, auto in multiproprietà o in multiuso con noleggio, incentivi all'uso di autobus elettrici, motorini e biciclette); delle fonti energetiche rinnovabili; dell'efficienza energetica (regolameni edilizi per ridurre i consumi energetici); degli strumenti di controllo e l'attuazione delle convenzioni internazionali.



    LE INIZIATIVE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE IN TIBET

    Il CNR sta conducendo nella piramide-laboratorio a 5.000 metri sulle pendici dell'Everest in Himalaya una serie di esperimenti finalizzati allo studio degli effetti che il comportamento umano ha in situazioni difficili.
    Ciò permetterà di trovare soluzioni per il recupero di soggetti compiti da patologie gravi, soprattutto in materia cardiovascolare e cerebrale. A questo scopo una equipe medica dell'ospedale Forlanini di Roma ha avviato nel Centro alcune sperimentazioni finalizzate alla diagnosi, ma anche alla prevenzione, degli edemi cerebrali in condizioni estreme.

    Il programma - definito Progetto strategico Ev-K2-CNR - prevede 33 progetti di ricerca in diverse aree disciplinari ed è coordinato dal professor Renato Baudo.

    Tra le ricerche in atto, da parte italiana, sull'Everest vi è lo studio del funzionamento degli ecosistemi in condizioni peculiari per pressione, temperatura ed isolamento. Ciò che comporta una serie di esperimenti in ambito geologico-geochimico e floro-faunistico.
    Gli studiosi italiani stanno portando avanti, a tal proposito, una serie di ricerche sul comportamento di alcune specie di animali a rischio di estinzione. Fra gli altri: il Dipartimento di biologia evolutiva dell'Università di Siena.

    L'iniziativa italiana sull'Everest è, inoltre, improntata alla collaborazione con equipes di altre nazioni: al CNR ricordano l'iniziativa dell'Università di Pavia insieme all'Università del New Mexico e la Minneapolis University nel campo delle funzioni respiratorie, per migliorare l'adattamento in alta quota.
    Con la Facoltà di Scienze Naturali dell'Università di Parigi per lo studio delle piante spontanee utilizzate ad uso terapeutico.


    IL CICLO IDROLOGICO DELL'AREA MEDITERRANEA: INDISPENSABILI I PROGETTI EUROPEI FINALIZZATI

    L'Area mediterranea, con i suoi bacini molto piccoli che rendono difficile il monitoraggio, è caratterizzata da frequenti periodi (anche anni) in cui le condizioni idrometeorologiche si discostano dai regimi medi, di solito calcolati sulla base di trenta anni.
    Inoltre, secondo il prof. Antonio Speranza del Dipartimento Servizi Tecnici Nazionale e dell'Università di Camerino, il ciclo idrologico dell'Area risente di una serie di complicazioni quali cicloni secondari mediterranei, bande di precipitazione intensa che colpiscono le coste spagnola, francese ed italiana (Liguria e Piemonte) e fenomeni prettamente locali (Versilia) che, insieme, ostacolano la fenomenologia idrometeorologica frontale tipica del Nord Europa.
    Il prof. Speranza spiega come su tale complessità di base si innestino altre complicazioni di tipo antropico quali la predominanza marittima e la forte internazionalità del bacino che rendono difficile la copertura osservativa e l'influenza insediativa umana (per esempio, nella Calabria jonica il clima è fortemente influenzato dalla pastorizia che ha determinato modifiche nella copertura dei suoli).
    Da tali aspetti si evince il motivo per cui la ricostruzione sistematica del ciclo idrologico sia così arretrata rispetto ad altre aree del globo come il Nord Europa, dove la fenomenologia idrometeorologica è decisamente più semplice.
    Del resto, l'attività conoscitiva sul territorio si impone come uno strumento di intervento territoriale, oltrechè di pianificazione: è difficile pensare ad imporre modifiche, onerose sul piano sociale ed economico, agli insediamenti ed alle attività umane, se non sulla base di conoscenze rigorose e scientifiche.
    L'urgenza di tali problematiche, infine, rende indispensabile il varo di alcuni progetti europei finalizzati a colmare le lacune conoscitive su tutta la gamma dei problemi idrologici, dalla scala globale a quella locale. Un aspetto importante dell'impresa, conclude il prof. Speranza, è costituito dal raccordo culturale tra discipline accademicamente distinte e praticamente non comunicanti come Meteorologia, Idrologia superficiale, Idrogeologia profonda ecc. La barriera culturale potrebbe essere la più difficile da superare.


    CNR - DALLE SPEDIZIONI DI NOBILE ALL'ULTIMO PROGETTO NELL'ARTICO

    A 70 anni dalla storica e tragica spedizione del Dirigibile Italia intrapresa dal ricercatore Umberto Nobile nella regione artica, il Cnr ha ricordato con una giornata commemorativa l'impresa per ricordare l'intraprendenza organizzativa e scientifica degli esploratori nel 1928 e la tradizione nell'esplorazione polare da parte del mondo scientifico attuale.
    Nel maggio del 1997, infatti, il Cnr attraverso il Comitato per le Scienze e dell'Habitat, ha varato un progetto strategico per promuovere la ricerca scientifica nell'ambiente artico, inaugurando a Ny Alesund (Isole Svalbard), a cento metri dal pilone da cui partì il Dirigibile Italia, una base di ricerca nell'ambito della Stazione strategica internazionale che ospita anche i laboratori di Norvegia, Gran Bretagna, Francia, Germania e Giappone.
    La base di Ny Alesund, aperta tutto l'anno, è a disposizione di tutta la comunità scientifica nazionale, nonché, internazionale, nell'ambito dello spirito di collaborazione che costituisce un elemento importante nell'esplorazione Artica.

    Tra le ricerche svolte all'interno del progetto strategico: studi sulla stratosfera, sull'ozono, biomedicina e contaminazione ambientale.
    Nel 1997 si sono effettuate otto spedizioni scientifiche, tra cui, in particolare, indagine su campioni biologici umani per la verifica dello stress, corrosione marina, l'inquinamento atmosferico e distribuzione del mercurio, considerato l'inquinante più importante del 2000.
    Quest'anno sono proseguite le attività svolte nel '97 e si sono aggiunte lo studio del clima e l'impatto del turismo nella zona artica.

    La collaborazione internazionale - sottolineano al CNR - offre moltissime possibilità attraverso programmi bilaterali o multilaterali, nonché programmi comunitari, particolarmente nel settore dell'ambiente, che, come noto, costituiscono uno dei riferimenti più importanti del V° Programma quadro di ricerca Ambientale dell'Ue.


    A TRIESTE UN CENTRO INTERNAZIONALE SULL'USO PACIFICO DELLE BIOTECNOLOGIE

    Il Centro Internazionale per l'Ingegneria Genetica e la Biotecnologia (ICGEB) di Trieste svolge da anni un'intensa attività sull'uso pacifico delle tecnologie e delle biotecnologie.
    L'ICGEB è un'organizzazione internazionale ed intergovernativa che offre un Centro di eccellenza per la ricerca e la formazione nei settori dell'ingegneria genetica e della biotecnologia. Essa dispone di 32 centri affiliati, localizzati negli Stati membri.

    Il Centro fa riferimento alla convenzione per la lotta alle armi biologiche, che proibisce lo sviluppo, la produzione, l'acquisizione e la ritenzione delle armi biologiche. Convenzione entrata in vigore nel marzo 1975 e ratificata, attualmente, da 140 Paesi (18 Stati, invece, lo hanno soltanto firmato).

    Particolari incentivi, in questo campo, sono stati ideati per convincere gli Stati a ratificare la convenzione finalizzata alla promozione della cooperazione pacifica, la biotecnologia ed il suo uso pacifico, dal commercio alla prosperità, allo sviluppo tecnologico, che prevede apporti paritari a quelli definiti per la tutela della sicurezza degli stati membri.


    L'AREA DI RICERCA DEL CNR IN FRIULI A SOSTEGNO DELLE PMI

    L'Area di ricerca del CNR in Friuli Venezia Giulia partecipa all'iniziativa del Parco Scientifico di Trieste finalizzata all'internazionalizzazione delle PMI. In particolare, l'attività del Centro è destinata alla sezione del progetto relativa all'innovazione tecnologica delle PMI situate nell'area dell'Obiettivo 2.
    Un impegno scientifico che fa seguito a quello già avviato dall'Università di Udine nell'ambito del Progetto Novimpresa dello scorso triennio e dal quale è derivata la nascita di un Osservatorio tecnologico, che ha il compito di rilevare statisticamente le esigenze delle aziende.

    All'attività progettuale collabora un gruppo di manager dell'innovazione che funzionano da raccordo fra le strutture scientifiche dell'Area e le esigenze del mondo imprenditoriale nell'ambito dei processi di trasferimento tecnologico.
    Si tratta di un primo gruppo, formato all'interno dell'Area, cui faranno seguito altre iniziative di formazione.


    ENEA E CAMERE DI COMMERCIO PER UNA RETE DI SPORTELLI INFORMATIVI TECNOLOGICI

    Accrescere la competitività e la presenza delle PMI sul mercato nazionale ed internazionale attraverso una migliore percezione degli obiettivi e degli strumenti della normativa tecnica è lo scopo della Rete degli Sportelli informativi ad indirizzo tecnologico, finanziata da 17 Camere di Commercio ed Unioncamere e realizzata con il supporto tecnico di DINTEC (società consortile tra Unioncamere ed Enea).
    L'idea degli Sportelli è nata dalla consapevolezza che molte imprese italiane, pur offrendo prodotti e servizi di ottima qualità, ancora non dispongono degli strumenti necessari a documentare la qualità dei loro prodotti, la rispondenza alle prescrizioni normative e ad utilizzare nel modo migliore i risultati di ricerche sull'innovazione tecnologica.
    A tal fine, anche attraverso visite personalizzate in azienda per rilevare le esigenze particolari delle PMI e seminari su temi d'interesse, gli Sportelli offrono alle aziende del territorio informazioni ed orientamenti circa le norme cogenti (direttive e regolamenti UE, provvedimenti nazionali di recepimento delle direttive in materia di ambiente e sicurezza e marcatura CE) e volontarie (norme nazionali UNI e CEI, internazionali ed industriali ISO, DIN, AFNOR, BSI..., militari USA e NATO e su ambiente sicurezza e qualità) cui esse sono sottoposte.
    Inoltre, sono offerte indicazioni circa il Sistema Qualità Italia ed i laboratori di prova, i brevetti ed i finanziamenti nazionali ed internazionali, il TQM (Total Quality Management), il trasferimento dei risultati di ricerca ed innovazione tecnologica presso gli Innovation Relay Centers e circa i soggetti che offrono servizi ale PMI nei vari settori.

    Le informazioni sono fornite con l'ausilio di strumenti informativi quali internet, banche dati (Eurodata, Safety, Agral.......) e pubblicazioni CENELEC ed UNI (con i riferimenti alle normative che prevedono la marcatura CE).


    COLOMBO- PROGETTO UE PER IL BIORISANAMENTO

    Il progetto Colombo, approvato dall'UE nell'ambito dell'iniziativa Esprit, riguarda l'applicazione dei calcolatori paralleli alla simulazione dei processi di biorisanamento di suoli inquinati. Esso, inoltre, prevede la messa a punto di modelli matematici basati su un approccio innovativo ad automi cellulari e la progettazione e realizzazione di un ambiente software portabile su diversi tipi di macchine parallele per tali modelli.
    Basato sul precedente progetto europeo Capri-Caboto e realizzato da un consorzio di aziende, università e centri di ricerche italiani, inglesi e tedeschi, guidati dal Centro Ricerche Ambientali Montecatini (Montedison), in collaborazione con Enea, Umweltschutz Nord, European Parallel Computing Centre (EPCC, centro per il calcolo parallelo dell'Università di Edinburgo) e QSW, Colombo ha un costo complessivo stimato intorno ai 4,6 miliardi di lire e dovrebbe concludersi entro gennaio 2000.

    Il biorisanamento è la tecnologia che consente la decontaminazione del suolo attraverso la stimolazione delle proprietà degradative dei batteri indigeni, già presenti nel suolo stesso. Rispetto alle tecnologie alternative esso offre vantaggi ambientali (rendendo superfluo l'uso di discariche, l'escavazione ed il trasporto di materiale inquinato e la sua esposizione all'atmosfera) ed economici (niente costi di trasporto e di stoccaggio o trattamento del materiale inquinato, tecnologie a basso costo).
    Le nuove tecniche introdotte sono, inoltre, in grado di offrire un valido contributo per superare le remore attualmente esistenti circa l'utilizzo del biorisanamento (difficoltà di stimare in anticipo i tempi ed i costi degli interventi).
    I modelli matematici di simulazione, infatti, contengono alcuni parametri che consentono di adattarli al caso in esame, i cui valori possono essere determinati negli studi di laboratorio. La loro utilizzazione, dunque, consente di superare l'approccio attuale, prevalentemente empirico, per il quale i risultati dell'intervento sul campo sono studiati attraverso prove di laboratorio.

    Quanto appena visto è ancora più importante se si pensa agli ingenti investimenti che l'Europa (65 miliardi di dollari) e l'Italia (10 miliardi) effettuano in materia di biorisanamento.

    In qualità di partners associati, partecipano, infine, al progetto anche l'Università della Calabria, il CNR-Isi (Cosenza) e la società di consulenza Ironside Farrar (Edinburgo). Per informazioni: Centro Ricerche Ambientali Montecatini Via Ciro Menotti, 48 48023 Marina di Ravenna (Ra) tel. ++39 544 53.00.16 fax ++39 544 53.86.63.


    Il MILLEMIGLIA IN AUTOMATICO UNA RICERCA DELL'UNIVERSITÀ DI PARMA

    Si è concluso un giro lungo l'Italia di una macchina progettata dalla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Parma. Il progetto della vettura, chiamata ARGO a ricordo di Giasone e dei suoi Argonauti che navigarono alla ricerca del Vello d'oro sulla prima nave della storia, appunto Argo (prototipo delle nuove tecnologie), è portato avanti in collaborazione con i l Consiglio Nazionale delle Ricerche (Progetto finalizzatao Trasporti II) e con Tim, Telecom Italia Mobile,
    Lo scopo del tour MilleMiglia in Automatico è stato : dimostrare lo stato di avanzamento di un progetto per il miglioramento della sicurezza stradale e la possibilità che sistemi di guida automatica potranno essere installati a bordo veicolo che percorrono strade pubbliche, in diverse condizioni ambientali, utilizzando esclusivamente informazioni visive e hardware commerciale di basso costo.

    Il tour - per il quale è stata utilizzata una Lancia Thema 2000, si esviluppato fra Parma, Piacenza, Torino, Milano, Pavia, Padova, Ferrara, Bologna, Ancona, Pescara, Roma, Firenze, Bologna, per poi ritornare a Parma una settimana più tardi dopo aver percorso più di 1800 km in modalità automatica.
    Imprese similari sono state condotte a No Hands Across America dal gruppo di Carnegie Mellon University, Pittsburgh, USA, e da Monaco (Germania) a Odensa (Danimarca) dal gruppo della Universitat der Bundeswehr, Monaco, Germania.

    Per ulteriori informazioni: Alberto Broggi, ARGO project coordinator Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione Università di Parma, Viale delle Scienze, 43100 PARMA, ITALY; Fax: ++39-521-905723; E-Mail: broggi@ce.unipr.it.


    TERAPIE NON CONVENZIONALI NELLA LOTTA AL CANCRO - A FRIBURGO SI STUDIANO NUOVI METODI

    L'alternativa alla medicina tradizionale nella cura contro il cancro risiede nella medicina tradizionale stessa.
    A sostenerlo, nell'ambito di un convegno tenuto nella sede del Cnr a Roma (Ruolo delle terapie non convenzionali nel trattamento del cancro), il prof. Gerhard A.F. Nagel, direttore del Tumor Biology Center di Friburgo (Germania) per il quale la malattia può essere vinta anche attraverso terapie alternative adeguatamente sperimentate.
    Nagel sostiene che l'esigenza primaria dei medici sia di studiare i motivi per cui i pazienti affetti da tumore desiderano rivolgersi a terapie non convenzionali e le risposte che i medici devono dare alle istanze dei pazienti stessi alla luce delle difficoltà di comunicazione esistenti.
    I medici, infatti, sostengono che la malattia si curi estripando il male, mentre i malati credono molto nel tentativo di aumentare la salute. Allo scopo, il centro di Friburgo offre un ambiente estremamente confortevole al malato, accolto nella clinica insieme a tutta la sua famiglia. Il Centro, inoltre, effettua studi approfonditi circa le terapie della medicina alternativa, svolge ricerche psico-somatiche e sulla qualità della vita per capire il paziente (seguito anche da psicologi), i suoi bisogni e le sue aspettative.

    Per la cura del cancro, attualmente esistono approcci patogenici (chirurgia, chemioterapia, radioterapia e bioterapia) ed approcci salutogenici (fitness, difese immunitarie, potere mentale, fede, forza di volontà...). Ebbene, molti pazienti scelgono la terapia non convenzionale non per sfiducia verso la medicina accademica, ma per il bisogno di completare tale medicina attraverso il ricorso a pratiche che puntano sugli approcci salutogenici, in cui il malato si sente parte attiva nella cura della malattia. Tant'è che nell'80% dei casi vengono abbandonate le terapie convenzionali.

    Chi fosse interessato ad entrare in contatto con il prof. Nagel o con il Tumor Biology Center di Friburgo, può rivolgersi al prof. Marcellino direttore di Aispo 2000, progetto del CNR: Tel. ++39 6 36.30.66.83; ++39 6 32.97.199.


    FIUME TEVERE XXI SECOLO ANCORA A RISCHIO INONDAZIONI

    L'evoluzione del Tevere nel corso dei secoli, le prospettive per riportare il fiume di Roma tra la gente della città ed il probabile rischio di future inondazioni hanno costituito l'argomento di un convegno promosso a Roma dal CNR sotto l'egida del Comitato Italiano IHP - Unesco.

    Il Tevere, contrariamente ad altri fiumi europei come la Senna ed il Tamigi, è solito a frequenti inondazioni che hanno causato nei secoli passati gravi danni e vittime. Provvedimenti per evitare le spiacevoli conseguenze delle inondazioni sono stati ricercati fin dal tempo dei fondatori della città. Ma, allo stato attuale delle cose anche il sistema dei muraglioni, efficente nel XX secolo, non è del tutto sicuro.
    Per tutto il ventesimo secolo non si sono verificati problemi di grossa portata. Non solo per merito dei muraglioni. Recenti studi dimostrano che il ventesimo secolo è stato, per motivi climatici e idrogeologici, particolarmente tranquillo. Anzi, analizzando i dati del secolo scorso emerge come il ripetersi di una alluvione come quella del 1870 provocherebbe oggi gli stessi danni di 128 anni fa a motivo degli ostacoli architettonici introdotti con il rifacimento dei ponti e dei muraglioni. Il dibattito sull'argomento è ancora aperto.

    Per quanto riguarda il recupero del fiume nell'ambito della vita cittadina è possibile, secondo gli esperti,rendere vivo il fiume dal punto di vista della navigabilità. E se la navigabilità è esclusa per quanto riguarda il tratto urbano del fiume, una buona cura dei fondali potrebbe garantire una buona navigabiltà nella valle di San Michele.


    LA PRIMA MISURAZIONE DEL GRAVITOMAGNETISMO AD OPERA DI SCIEN ZIATI ITALIANI

    Dopo circa un secolo di tentativi, è giunta, grazie agli scienziati dell'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario del Cnr, la misurazione dell'effetto di Lense - Thirring, ovvero del gravitomagnetismo che trovò la sua prima formulazione all'interno della Teoria della Relatività di Albert Einstein e fu studiato da Lense e Thirring. I dati sono stati presentati dal Cnr a Roma.

    Gli scienziati italiani sono riusciti ad ottenere una prima approssimazione dell'effetto Lense Thirring utilizzando i dati provenienti dai satelliti Lageos e Lageos II le cui misurazioni hanno rilevato uno spostamento del piano orbitale dei satelliti di circa 9 millionesimi di grado per anno. Dopo i primi dati, risalenti a due anni fa, forzatamente approssimativi per via delle difficoltà di misurazione causati dallo schiacciamento della Terra, si è giunti al dato recente attraverso una pulizia delle informazioni ricevute dai satelliti.

    Grazie agli ultimi studi della Nasa e dell'Università del Texas riguardanti il campo gravitazionale terrestre i ricercatori sono riusciti ad isolare l'effetto con una precisione ncora più vicina alla perfezione di quanto fatto in passato. L'analisi delle orbite dei due satelliti è stata recentemente ripetuta all'Università di Roma, al Centro Goddard della Nasa e all'Inta - Laeff di Madrid.
    Presentato il 27 marzo sulla prestigiosa rivista scientifica americana Science, gli sforzi futuri degli scienziati sono indirizzati ad ottenere un risultato con un margine di errore di circa il 3%.


    IRPEM - PRIMO ISTITUTO DEL CNR SULLA PESCA MARITTIMA

    Temperatura, salinità, clorofilla, biologia delle specie ittiche, alimentazione, riproduzione dinamica di popolazioni ed aspetti tecnologici sono elementi studiati dall'IRPEM, Istituto di ricerche sulla pesca marittima, per supportare gli operatori del settore e gli amministratori.
    Nato nel 1968, l'IRPEM è il primo Istituto del Cnr ad avere intrapreso ricerche nel settore della pesca. Organismo di ricerca e consulenza, esso promuove l'approfondimento di temi importanti e, spesso, trascurati come, ad esempio, la conoscenza del regime delle correnti marine che regola le migrazioni delle varie specie ittiche.
    Tra le innovazioni apportate dall'Istituto nel corso degli anni, ricordiamo, oltre al verricello salpareti che facilita il recupero e la sistemazione della rete a bordo, (incidendo, anche, sulla sicurezza del pescatore), le barriere artificiali poste nella fascia costiera per favorire la costituzione di rifugi per la riproduzione di pesci, molluschi e crostacei ed impedire, al contempo, la pesca al traino.

    L'Istituto ha sede ad Ancona, ha un finanziamento annuo di due miliardi che deriva, per il 77%, da contratti di ricerca stipulati con l'UE e con organizzazioni statali e private italiane ed è organizzato in sette reparti: Biologia marina, Oceanografia, Tecnologia della Nave e degli Ausiliari di Coperta, Maricoltura e Barriere Artificiali, Dinamica di Popolazioni, Tecnologia delle Reti ed Attrezzi da Pesca, Elettronica Applicata alla Pesca ed Acustica Marina.


    L'AREA DELLA RICERCA DI GENOVA

    Tra le molteplici iniziative al servizio della ricerca e delle esigenze delle realtà locali, l'Area della Ricerca di Genova, in collaborazione con il CNR e le imprese in fase di riconversione verso prodotti ad alto valore aggiunto, deve eseguire due studi di fattibilità di trasferimento tecnologico alle PMI delle Province di Genova e Savona operanti su tematiche Ambientali e Chimiche.
    Costituita nel 1978, l'Area ospita alcuni istituti del CNR (200 addetti), frequentati da borsisti, tesisti, ricercatori e personale docente di università: Istituto per l'Automazione Navale (IAN); Istituto per la Cibernetica e la Biofisica (ICB); Istituto per i Circuiti Elettronici (ICE); Istituti di Chimica e Fisica applicata ai Materiali (ICFAM); Istituto per la Corrosione Marina dei Metalli (ICMM); Istituto per la Matematica Applicata (IMA); Istituto di Studi Chimico-Fisici di Macromolecole Sintetiche e Naturali (IMAG); Istituto per le Tecnologie Didattiche (ITD); Istituto per lo Studio dell'Oceanografia Fisica.
    Gli Istituti operano nei settori delle scienze e tecnologie marino-marittime, delle scienze informatico-didattiche e delle scienze dei materiali, settori ben integrati nelle attività economiche regionali che sono, come detto, al centro dell'interesse dell'Area.
    Oltre agli Istituti, l'Area ospita anche diversi Centri di studio: per la Fisica delle superficie e delle basse temperature; per la Chimica dei composti cicloalifatici ed aromatici; per la Neurofisiologia cerebrale; sulla Filosofia contemporanea e sulla Storia della tecnica.
    A testimoniarlo, gli accordi siglati con il Centro di Biotecnologie Avanzate, Ansaldo Ricerche, Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare, Amministrazione provinciale di Genova e società di formazione SOGEA.

    L'Area dispone, infine, di un'interessante biblioteca che ha iniziato ad operare per via telematica e di un Euroufficio che fornisce informazioni ed assistenza agli istituti che devono intraprendere progetti europei.


    TOR VERGATA - 21 ISTITUTI DI RICERCA - 8 DEL CNR

    Sono 8 gli Istituti di Ricerca del CNR presenti nell'area della Seconda Università di Roma, Tor Vergata, insediati grazie ad una convenzione tra CNR ed Università finalizzata a sviluppare iniziative di ricerca avanzata in una logica di interscambio di esperienze e competenze sviluppate autonomamente in ognuno dei due enti.
    Gli otto istituti - Istituto di Acustica O.M.Corbino, l'Istituto di Astrofisica Spaziale, l'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario, l'Istituto di Fisica dell'Atmosfera, l'Istituto di Medicina Sperimentale, l'Istituto di Struttura della Materia, l'Istituto per la Tettonica Recente, il Laboratorio di Microsistemi e Biosensori - fanno parte dei 21 istituti insediati od in via di insediamento - nell'intero comprensorio della ricerca di Tor Vergata.
    Gli altri istituti attualmente afferenti all'area sono: gli Istituti di applicazione di calcolo Mauro Picone, l'Istituto di Biologia cellulare, l'Istituto di Elettronica dello Stato Solido, e poi ancora gli Istituti di Neurobiologia, di Psicologia, di Psicologia e Psicofarmacologia, di Trattamento dei Minerali, l'Istituto sulla Ricerca e sulla Documentazione Scientifica, di Tecnologie Biomediche, di Ricerca sulle Acque, di Analisi dei Sistemi ed Informatica, Ricerche sulla Popolazione.


    AREA DELLA RICERCA DI GENOVA: EUROUFFICIO PER L'ASSISTENZA A ISTITUTI E RICERCATORI

    L'Area della Ricerca di Genova sta conducendo, in collaborazione con il CNR e le imprese in fase di riconversione verso prodotti ad alto valore aggiunto, due studi di fattibilità relativi al trasferimento tecnologico alle PMI delle Province di Genova e Savona in materia chimico-ambientale.
    In realtà, si tratta di due fra i diversi impegni impegni che gli istituti dell'area stanno portando avanti in collaborazione con realtà territoriali ed istituti di ricerca localizzati nella Regione. Ricordiamo, in tal senso: gli accordi siglati con il Centro di Biotecnologie Avanzate, Ansaldo Ricerche, Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare, l'Amministrazione provinciale di Genova e la società di formazione SOGEA.

    L'Area dispone, inoltre, di un Euroufficio, un centro informazioni che fornisce assistenza agli istituti ed ai ricercatori che devono intraprendere progetti europei.

    Costituita nel 1978, l'Area ospita alcuni istituti del CNR (200 addetti), frequentati da borsisti, tesisti, ricercatori e personale docente di università: Istituto per l'Automazione Navale (IAN); Istituto per la Cibernetica e la Biofisica (ICB); Istituto per i Circuiti Elettronici (ICE); Istituti di Chimica e Fisica applicata ai Materiali (ICFAM); Istituto per la Corrosione Marina dei Metalli (ICMM); Istituto per la Matematica Applicata (IMA); Istituto di Studi Chimico-Fisici di Macromolecole Sintetiche e Naturali (IMAG); Istituto per le Tecnologie Didattiche (ITD); Istituto per lo Studio dell'Oceanografia Fisica.
    Gli Istituti operano nei settori delle scienze e tecnologie marino-marittime, delle scienze informatico-didattiche e delle scienze dei materiali, settori ben integrati nelle attività economiche regionali che sono, come detto, al centro dell'interesse dell'Area.
    Oltre agli Istituti, l'Area ospita anche diversi Centri di studio: per la Fisica delle superficie e delle basse temperature; per la Chimica dei composti cicloalifatici ed aromatici; per la Neurofisiologia cerebrale; sulla Filosofia contemporanea e sulla Storia della tecnica.


    COLLABORAZIONE ITALO/BRITANNICA PER PROGETTI DI RICERCA

    Il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica - in collaborazione con la Conferenza dei Rettori - ed il British Council hanno istituito un Programma di cooperazione bilaterale nel settore della ricerca e dell'istruzione superiore.
    Obiettivo dell'accordo è stimolare collaborazioni nei campi di ricerca di mutuo interesse : Fotonica e nuovi materiali; Invecchiamento della popolazione: aspetti medici e sociali; Scienze del mare: interazioni tra terraferma, coste, estuari; Ingegneria: eco-design per l'ambiente urbano e i luoghi di lavoro.
    Il Programma finanzia, per una durata massima di due anni, le spese di mobilità per collaborazioni tra gruppi di ricerca dei due Paesi.

    Ogni progetto di collaborazione deve avere un responsabile italiano ed un responsabile britannico i quali concordano i temi e le modalità della collaborazione, stendono il progetto comune e si fanno garanti per il progetto stesso.
    Il finanziamento sarà concesso su base annuale; mentre la seconda annualità sarà assegnata dalla commissione mista italo-britannica in base ad una relazione scientifica sull'attività di collaborazione svolta e ad un rendiconto delle spese sostenute.

    Per il 1998 il finanziamento totale italiano ammonta a 200 milioni di lire e il finanziamento totale britannico a 100.000 sterline. Il finanziamento annuale massimo ad un gruppo di ricerca sarà per l'Italia di 10 milioni di lire, per la Gran Bretagna di 4.000 sterline.


    PER IL PROGETTO STRATEGICO SULL'OCCUPAZIONE DEL CNR LA RICETTA STA NELLA FLESSIBILITà INNOVATIVA

    Una flessibilità innovativa, differente rispetto a quella di breve periodo riferita al solo mercato del lavoro, è lo strumento più importante per risolvere i problemi occupazionali in un Paese come l'Italia, dove tali problemi non riguardano soltanto il mercato del lavoro, ma l'intero sistema economico.
    Ad affermarlo il progetto strategico Disoccupazione e basso livello di attività in Italia: cause specifiche e rimedi adeguati presentato dal Cnr, che illustra una crescita dell'occupazione inferiore al potenziale, sia per la sottrovalutazione della domanda interna come creatrice di posti di lavoro, sia per la conduzione delle politiche macroeconomiche gestita dall'UE.

    La flessibilità innovativa deve consentire la realizzazione delle infrastrutture materiali (informatica e telecomunicazioni) ed immateriali (formazione e ricerca) necessarie allo sviluppo delle capacità individuali, conciliando, al contempo, interventi di emergenza (Mezzogiorno) e di lungo termine; la promozione della competitività dei sistemi locali di produzione attraverso l'apertura dei mercati locali del lavoro collegati; la valorizzazione delle risorse umane e la loro partecipazione a forme di organizzazione del lavoro coerenti con il miglioramento della qualità dei prodotti e valutare le politiche occupazionali, in modo da migliorare l'efficacia degli interventi delle agenzie pubbliche.


    TOR VERGATA- IN FUNZIONE LO SPORTELLO PER LA RICERCA

    Il dialogo tra industrie farmaceutiche ed università per il fine comune della ricerca è al centro dello sportello delle idee, iniziativa ospitata dall'Università di TorVergata, e promossa dal consorzio Tecnofarmaci (che raggruppa 19 aziende farmaceutiche) in collaborazione con l'Istituto mobiliare italiano, in rappresentanza del Murst.

    La struttura, che dovrebbe presto estendersi ad altre Università italiane, intende analizzare le attività di ricerca per individuare i campi di integrazione tra il mondo industriale ed accademico in modo da dar vita a progetti di ricerca in comune da realizzare nelle Università.
    Infine, lo sportello si propone, per il futuro, la realizzazione di un albo dei ricercatori.


    UN CD ROM DEL CNR SULLA CARTOGRAFIA NEL MEZZOGIORNO

    Il Consiglio nazionale delle ricerche ha pubblicato un cd-rom relativo all'Atlante di posizione e banca dati della cartografia tematica nel Mezzogiorno.
    L'iniziativa realizzata da Fabrizio Rallo, esperto Cnr per lo studio del territorio, e' stata presentata da Piero Manetti, presidente del Comitato nazionale per le scienze goelogiche e minerarie.


    12 MILIARDI DI CONTRIBUTI AGLI ENTI DELLA RICERCA SCIENTIFICA

    12 miliardi: a tanto ammontano i contributi previsti per enti, accademie, fondazioni, consorzi, associazioni ed altre associazioni pubbliche e private finalizzati alla diffusione della cultura tecnico-scientifica e la divulgazione dei temi della ricerca e della sperimentazione.
    L'accesso ai finanziamenti è previsto dal decreto del ministro dell'Università e della ricerca scientifica del 18 giugno scorso.
    Cinque le aree di intervento individuate:
  • progetti presentati da istituzioni specializzate nella diffusione della cultura scientifica , cui saranno erogati 5,5 miliardi di lire;
  • progetti riguardanti orti botanici, osservatori astronomici e musei naturalistici o storico-scientifici (2 miliardi);
  • progetti di diffusione e formazione per la scuola presentati da singoli istituti e consorzi (1,5 miliardi);
  • progetti per la preparazione della Settimana della cultura scientifica, che si svolgerà dal 23 al 29 marzo 1998 (1 miliardo).


    IL CONTRIBUTO ITALIANO NELLA LOTTA ALL'EFFETTO SERRA

    Il CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche segue ben diciotto progetti europei in materia di impatto ambientale. In particolare, gli studi sono finalizzati al raggiungimento di tre obiettivi: lo studio delle reazioni degli ecosistemi ad alte concentrazioni di gas ad effetto serra, la capacità di assorbimento di biossido di carbonio da parte delle foreste mediterranee e la verifica degli effetti delle emissioni inquinanti sul clima.
    I progetti rientrano nel Programma Internazionale alla Geosfera e Biosfera (IGBP) e sono realizzati dalla Commissione Italiana IGBP, che ne ha affidato il coordinamento al CNR.

    Gli studi rientrano negli sforzi che la Comunità Internazionale si è prefissata, nel recente vertice di Kyoto, per stabilizzare le emissioni inquinanti responsabili dell'effetto serra. Inoltre, il protocollo firmato a Kyoto invita i paesi firmatari a trovare politiche che aumentino la sostenibilità e la protezione del clima e dell'ambiente tramite un potenziamento della ricerca, che diventi strumento, a livello globale, delle future decisioni in materia.

    Le ricerche sono finanziate con fondi europei nell'ambito del programma Ambiente e Clima. I progetti del CNR hanno un finanziamento di 32 miliardi di lire.


    TEN34: UNA RETE DI COMUNICAZIONE DEDICATA ALL'EUROPA DELLA RICERCA

    E' attiva da alcuni mesi la rete TEN-34, la prima rete europea ad alta velocità dedicata alla comunità scientifica.
    Alla Rete, finanziata con fondi comunitari, aderiscono Telecom Italia, Swiss Telecom, Britisch Telecom, France Telecom, Deutsche Telekom e la greca Ote, che hanno predisposto una piattaforma comune di telecomunicazioni in tecnologia ATM (Asynchronous Transfer Mode). In tal modo sono state collegate le reti per la ricerca delle diverse università che utilizzano un canale preferenziale.
    Per l'Italia partecipa l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che collabora con Telecom Italia al progetto dal 1996.


    AREA DI RICERCA - A PADOVA UN CENTRO RICERCHE IN EVOLUZIONE

    Attività di punta dell'Area della Ricerca di Padova sono la chimica e l' ingegneristica, con riferimento al campo dei materiali e dei composti organici ma, parallelamente, l'Area opera in altri settori, come le biotecnologie, tecnologie del legno, l'informatica, la robotica, la produzione ed il controllo del freddo in collaborazione con altre strutture del CNR e le Università di Padova, Trieste, Venezia e Trento, in ambito sia nazionale che comunitario.
    Attualmente, l'Area è sostenuta da dieci istituti (quattro in sedi decentrate, presso le quattro università del Triveneto), sedici Centri di Studio e circa 350 operatori (dipendenti CNR, borsisti, dottorandi, ricercatori...).

    La struttura è nata, negli anni '80, a seguito della decisione del CNR di rivalutare le Aree di ricerca come strutture di servizio del CNR, per favorire l'interrelazione fra mondo della ricerca e PMI (imprenditoria locale), instaurando rapporti con gli enti locali ed, in particolare, le Regioni. In questo periodo (1987) si insediò a Padova l'Istituto Gas Ionizzati, nato all'interno dell'Università, ed esecutore del progetto europeo RFX (fusione termonucleare controllata), cui partecipano CNR, Euratom, ENEA e Università.
    Recentemente, sono state potenziate le linee già tracciate ma la struttura non ha ancora registrato, ammette Ricerca e futuro., la rivista scientifica del CNR, quel salto di qualità nel rapporto con il mondo del lavoro che ci si sarebbe atteso dalla sua vicinanza all'imprenditoria locale e dalle strutture scientifiche collegate. Tant'è che il CNR risulta assente dal Parco scientifico e Tecnologico Galileo, varato recentemente a Padova dopo sei anni di gestazione.
    In futuro, le scelte politiche nazionali nell'ambito della ricerca andranno a confrontarsi con l'esperienza scientifica e manageriale dell'Area, che può favorire le iniziative spontanee di aggregazione anche temporanea di gruppi di ricercatori, superando il formalismo di ricerca di base e di ricerca applicata; programmare la gestione delle risorse umane a disposizione.


    UNA CITTÀ DELL'INNOVAZIONE NEL PARCO ARCHEOLOGICO E SCIENTIFICO DI PULA

    110 miliardi di finanziamento e la creazione di 200 posti di lavoro : questi i dati che caratterizzano la la nuova iniziativa scientifico-imprenditoriale, denominata Città dell'innovazione all'interno del Parco scientifico e tecnologico di Pulas, in provincia di Cagliari.
    L'iniziativa è privata (Gruppo Saras -raffinerie) ma sostenuta dall'intervento pubblico, e realizzata dalla Società Antlantis che controllerà sette società partner del progetto, ciascuna specializzata in un determinato segmento tecnologico (Tecne, sicurezza e accessi), (Inser, sistemi di Gestione in rete), (FST, Commercio elettronico, intrattenimento e cultura), (Mediatech, prodotti informatici), (Vox, sistemi di interfaccia e applicazioni vocali), (Starchust, sistemi di rilevamento evasione fiscale).
    Obiettivo dell'iniziativa è la costruzione di una rete di servizi, sistemi integrati, utilizzo di tecnologie telematiche, sistemi formativi ed informativi fruibili dallo stesso utente, giungendogli a destinazione, attraverso analisi, revisione dei processi, innovazione e realizzazione delle iniziative sperimentali avviate.


    UN POLO SCIENTIFICO DEL CNR A SESTO FIORENTINO

    All'interno del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino sta per sorgere una struttura in grado di accogliere e di integrare le diverse attività scientifiche degli istituti del CNR di: Ricerca sulle Onde Elettromagnetiche (IROE), Elettronica Quantistica (IEQ), a Documentazione Giuridica. Inoltre, si insedieranno il Laboratorio Europeo di Spettroscopia non Lineare (LENS), l'Istituto Nazionale di Ottica e la sezione fiorentina dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).
    L'optoelettronica e l'agro-ambiente rappresentano i settori di punta dell'area, insieme a quello delle grandi apparecchiature

    UNIVERSITÀ URBINO - PROGRAMMA TRIENNALE SULLE TECNOLOGIE ECOCOMPATIBILI

    Il Centro per la diffusione della cultura e delle tecnologie ambientali, istituito presso la Facoltà di Scienze Ambientali dell'Università di Urbino, ha avviato un programma di documentazione e ricerca applicata ai settori industriali, agricolo ed urbanistico.

    Il programma, a carattere regionale, interessa:
  • sul fronte industriale : le questioni attinenti all'impatto ambientale. In particolare, l'Università analizzerà l'attività svolta e le tecnologie a basso impatto ambientale utilizzate dalle industrie nei nuovi cicli produttivi, che consentono la riduzione dei consumi nell'uso dei materiali e delle risorse naturali.
  • nell'ambito del settore agricolo, il Centro studierà le possibilità di adattamento delle tecniche agricole esistenti alla realtà regionale per il miglioramento della qualità e dei prodotti tipici marchigiani.
  • Infine, nel settore urbanistico sarà privilegiata la ricerca dei fattori di contenimento dei consumi energetici per dare un consistente apporto alla pianificazione urbanistica - recupero edilizio ed urbano, localizzazione ed orientamento tipologie edilizie ed urbane, bisogni enrgetici nuovi insediamenti, criteri costruttivi, architettura bioclimatica.

    Il programma, di durata triennale, in convenzione con il Servizio Tutela Risanamento Ambientale della Regione Marche, usufruisce di contributi pubblici - Comunità Europea e Regione - previsti per l'Obiettivo 5B 1994-1999 - per un importo di L.1.760.006.000.


    L'AVVENTURA SCIENTIFICA ITALIANA IN ARTICO

    L'Italia è presente in Artico con una iniziativa di grande valore scientifico. Assieme alle comunità scientifiche di Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna e Norvegia, effettuerà studi nella più settentrionale stazione scientifica internazionale: la Base Artica Dirigibile ITALIA del CRN a Ny Alesund, nelle Isole Svalbard.
    Per le sue condizioni geografiche e climatiche, l'arcipelago delle Svalbard (protettorato norvegese), situato a circa 1000 km dal Polo Nord e caratterizzato dall'influenza della Corrente del Golfo che ne mitiga il clima, ha assunto un ruolo chiave nella ricerca scientifica europea.

    Studi sull'andamento delle variazioni climatiche, effettuati nelle ultime decadi, confermano un riscaldamento della temperatura media del pianeta, legato all'aumento di concentrazione di gas-serra (CO2, CH4, CFC). Di conseguenza, nei prossimi anni soprattutto le regioni polari saranno esposte ad un aumento della temperatura che si riperquoterà negativamente sui delicati equilibri dell'ambiente terrestre e marino. Di qui l'intervento della ricerca scientifica nel settore ambientale, cui l'Italia già prende parte in relazione ai grandi cambiamenti dei sistemi fisici e biologici globali; mentre stanno per partire le ricerche riguardanti le tecnologie, le Scienze umane, sociali e politiche, la ricerca applicata alle risorse naturali.

    Uno degli obiettivi principali della presenza italiana nell'Artico, fortemente sostenuta dal Ministero degli Esteri e dall'ambasciata italiana ad Oslo, consiste nel promuovere la presenza di giovani ricercatori ed utilizzare risorse già parzialmente disponibili, per dar vita ad attività a costi contenuti e ad altissima ricaduta strategica.


    CNR : UN ISTITUTO PER LE TECNOLOGIE EDILIZIE

    L'ICITE, l'Istituto Centrale per l'Industrializzazione e la Tecnologia dell'Edilizia, che opera nell'ambito del CNR dal 1962, utilizza le proprie competenze in materia di ingegneria civile, meccanica ed architettura, per effettuare ricerche volte a migliorare il comfort degli edifici.
    Grazie ad un edificio sperimentale costruito a Lecco, l'Istituto è in grado di studiare la tossicità di alcune sostanze per l'edilizia (formaldeide), l'inquinamento acustico e la possibilità di garantire l'isolamento termico salvaguardando il ricambio d'aria e di combinare in maniera ottimale tutti i fattori in modo da garantire la migliore vivibilità dell'edificio.
    In ambito comunitario l'Istituto fà parte della rete europea URATC (Union Européenne pour l'Agrément Technique dans la Construction) che promuove lo scambio volontario della certificazione su prodotti innovativi e partecipa all'EOTA (European Organization for Technical Approval) che, al contrario dell'URATC, svolge la propria attività in ambito legislativo.
    Inoltre, l'ICITE è inserito nell'European Network of Building Research Institutes (ENBRI), una rete che favorisce lo scambio di dati e lo sviluppo di progetti comuni per chi opera nel settore dell'edilizia.


    ALL'ERA DI TRIESTE UNA BILANCIA SPAZIALE

    La bilancia inerziale centrifuga (BIC )per pesare le masse nello spazio è uno dei prodotti esposti nello stand che il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha allestito nell'ambito della quarta edizione E.R.A., l'esposizione di ricerca avanzata promossa a Trieste dall'Associazione Globo Trieste e dal Parco tecnologico di Area Science Park.
    Il prototipo della bilancia è stato sviluppato presso l'Istituto di Metrologia G.Colonnetti del CNR di Torino, con la collaborazione di Alenia Spazio ed il supporto finanziario dell'ASI, l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
    Ma a cosa serve una bilancia inerziale ? A bordo di un veicolo spaziale nessuna delle bilance terrestri è utilizzabile, giacchè non è possibile pesare un oggetto in condizioni di assenza di peso, e per misurarne la massa si deve ricorrere alle sue caratteristiche inerziali: proprio sul principio inerziale centrifugo si basa la bilancia presentata a Trieste. Essa è in grado di misurare la massa di oggetti di varia natura con una portata massima di 500 grammi ed una incertezza di 0,1 g. Si tratta, in sostanza, di un modello di terra pensato per operare in condizioni di microgravità ma non ancora spazializzato, ovvero non ancora ottimizzato per il volo spaziale dal punto di vista dei pesi, degli ingombri e delle normative specifiche, che potrà essere utilizzato sulla futura stazione spaziale internazionale (ISS), il cui lancio è previsto per la fine degli anni '90.


    BANCA DATI SUI RICERCATORI - INCENTIVI ALLE PMI PER LA LORO ASSUNZIONE

    Prossimo archivio on line dei profili dei ricercatori e tecnologi italiani. A predisporlo sarà il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica in collaborazione con altri enti pubblici e privati.
    Scopo dell'iniziativa : valorizzare capacità e competenze disponibili in Italia nell'ambito della ricerca scientifica a vantaggio della stessa ricerca e del mondo del lavoro.
    In questo senso si inserisce l'intervento del Governo a sostegno dell'assunzion di ricercatori da parte delle PMI.

    Le PMI godranno, a partire dal periodo di imposta 1° gennaio 1998 un credito di imposta pari a 15 milioni di lire per ogni nuova assunzione a tempo pieno (contratto a tempo determinato o formazione e lavoro) di titolari di dottorato di ricerca o di possessori di altro titolo di formazione post-laurea, conseguito anche all'estero, nonchè di laureati con esperienza nel settore della ricerca, fino ad un massimo di 60 milioni di lire per impresa.
    Inoltre, il credito sarà del 60% dell'importo per ogni nuovo contratto relativo a d attività di ricerca commissionata ad università, consorzi e centri interuniversitari, enti di ricerca, fondazioni private che hanno per finalità la ricerca scientifica, laboratori (sec.art.4 L.17/2/82, n.46).

    Le agevolazioni sono concesse alle PMi delle aree depresse se l'impresa, anche di nuova costituzione, realizza - nell'anno di riferimento del credito di imposta - un incremento netto del numero di dipendenti a tempo pieno rispetto all'anno precedente, comprendendovi anche i dipendenti assunti a tempo determinato e con contratti di formazione e lavoro. Per le imprese già costituite al 30 settembre 1997, l'incremento è commisurato al numero dei dipendenti esistenti.

    Le modalità di attuazione il controllo e la regolamentazione contabile dei crediti di imposta sarà determinata da decreti del Ministro dell'Università e della ricerca scientifica.


    IL CNR: CENTRO D'INCONTRO INTERNAZIONALE SULLA RICERCA

    La sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a Roma, sta assumendo sempre più la funzione di Centro d'incontro internazionale e di dibattito avanzato fra specialisti italiani e stranieri. Avviene così che studiosi delle diverse discipline, di passaggio a Roma, abbiano l'opportunità di incontrare i colleghi italiani, spiega la professoressa Lucia Vagnetti dell'Istituto di Studi Micenei ed Egeo-Anatolici, promotrice di un recente incontro con l'archeologa tedesca Peslow sulle recenti scoperte archeologiche nella Regione di Latmo sulla costa turca, alle spalle dell'antica Mileto.
    Altro appuntamento di rilievo per gli studiosi e gli appassionati di archeologia, è stato l'incontro con il direttore della sovrintendenza occidentale di Creta per approfondire i più recenti sviluppi degli scavi nella cittadina di Chania. Un complesso urbanistico risalente all'età del bronzo, che costituì uno dei principali porti del Mediterraneo.

    Per ulteriori informazioni : Istituto di Studi Micenei (Lucia Vagnetti ++39 6 44232313; Fax.++39 6 44237724.


    UN MICROSCOPIO PER VEDERE DENTRO LA MATERIA

    L'Istituto di struttura della materia del CNR ha realizzato, in collaborazione con la Vanderbilt University di Nashiville ed il Politecnico di Losanna, un microscopio ottico a scansione capace di vedere all'interno della materia.
    Il meccanismo, che si avvale di un abbinamento laser ad elettroni liberi, consente di osservare un campione mettendone in evidenza la struttura con una definizione di un milionesimo di millimetro, che apre grandi possibilità nell'indagine microelettronica e nella biomedicina.

    I ricercatori italiani che hanno lavorato al progetto, insieme ai colleghi statunitensi (Norma Telk) e svizzeri (Jonathan Cilligan), sono Antonio Criscenti, Renato Generosi e Paolo Perfetti.



    PARCHI TECNOLOGICI : CENTURIA PARCO SCIENTIFICO-TECNOLOGICO AGROINDUSTRIALE

    Cesena, in Emilia Romagna, ospita Centuria, Parco Scientifico-Tecnologico a tema agroindustriale ed ambientale, al quale aderiscono il sistema delle imprese locali, l'università di Bologna e Istituzioni a specializzazione agro-industriale.
    Obiettivo del Parco è stimolare l'innovazione, la ricerca applicata, il trasferimento tecnologico e il marketing territoriale nell'ambito del comparto agroindustriale - ortofrutta, avicoltura, industria saccarifera, automazione e imballaggio, trasporti e frigotecnica, biotecnologie, informatica.

    Favorito dalla collocazione geografica al crocevia tra le principali arterie stradali italiane - ollegamenti fra Nord Italia e la costa adriatica fino a Sud, e tra Roma, il Nord-Est italiano e l'Europa Centrale ed Orientale, il territorio è servito da tre aeroporti nazionali ed internazionali, da porti e linee ferroviarie con nodi di interscambio.

    Divenuto un vero e proprio distretto tecnologico, grazie allo sviluppo di attività industriali di settore ad alta tecnologia, Centuria è divenuto un'importante occasione di sviluppo culturale ed economico del territorio, grazie anche all'insediamento di una serie di facoltà universitarie

    Centurie offre alle aziende collegate consulenza sia sul piano tecnologico, grazie alle opportunità di ricerca applicata svolta in collaborazione con l'università, che del marketing. Svolge, inoltre azioni di networking e formazione del settore. In collaborazione con l'ICE svolge attività di promozione all'estero, cui partecipano l'Ervet e Unioncamere.

    Per ulteriori informazioni : dr. Marco Baccanti - Direttore Centuria : Tel.++39 547 317996, Fax ++39 547 318431, e- mail : centuria@mbox.queen.it.
    La sede sociale di Centuria è in Via Dismano n. 3845, 47020 Cesena (FO), Italy.


    PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI: L'AREA SCIENCE PARK DI TRIESTE

    L'Area Science Park di Trieste è il primo parco scientifico multisettoriale italiano, uno dei più importanti esistenti in Europa. Operativo dal 1982, è nato con l'obiettivo di collegare al mondo imprenditoriale le numerose istituzioni scientifiche di prestigio internazionale esistenti a Trieste, come l'Università, il Centro Internazionale di Fisica Teorica, Osservatorio Astronomico, Osservatorio Geofisico Sperimentale. l'Istituto di Biologia marina.
    Istituzionalmente è un consorzio, patrocinato dal Ministero dell'Università e della ricerca scientifica, che ospita laboratori, Centri di ricerca e società, in cui lavorano attualmente circa 800 persone, impegnate in attività di ricerca e servizi qualificati alle imprese, sia pubbliche private.

    Le principali attività svolte nel parco riguardano lo sviluppo di nuove tecnologie attraverso la realizzazione di prototipi, le innovazioni nei processi e nei prodotti industriali, la progettazione e lo sviluppo di strumentazione, sia scientifica che industriale.
    I settori in cui si articolano le attività sono molteplici: dalla biotecnologia alla fisica, ai nuovi materiali, dalla elettronica all'automazione industriale e strumentazione informatica e sistemi multimediali, dall'ambiente ai servizi alle imprese e documentazione, tecnologie biomediche, per finire con il Laboratorio di luce di sincrotrone Elettra.

    Accanto alle attività di ricerca, il parco svolge altre funzioni a servizio del mondo scientifico ed economico: si va dal trasferimento di know how e servizi qualificati sul territorio in cui opera, alla formazione, alla creazione di nuove imprese operanti in settori ad alto contenuto tecnologico, alla realizzazione di connessioni telematiche internazionali.

    Sono attualmente una ventina i laboratori e centri servizi di Enti pubblici ed imprese private insediati nel parco scientifico, oltre ai Centri di ricerca e formazione, che costituiscono sia un punto di riferimento per la formazione a livello universitario e post-universitario, che per la formzione di base ed applicata, con collegamenti a livello internazionale.

    Per quanto riguarda il sistema Nuove imprese: esso si sviluppa attraverso attività imprenditoriali originate dalla disponibilità di servizi qualificati, know how e dotazioni incentivanti del parco scientifico. In alcuni casi costituiscono lo spin-off dei Centri di ricerca e formazione. Insieme ai Centri di ricerca e servizi di imprese esterne.

    Per informazioni :
  • E mail Francesca.Tosoni@area.trieste.it" - Francesca Tosoni tel.++39-40-3755206,
  • Incentivi, finanziamenti: mail :Gianfranco.Paulatto@area.trieste.it - tel ++39-40-3755215,
  • E-Mail Nuovi insediamenti, trasferimento tecnologico: Gabriele.Gatti@area.trieste.it - Gabriele Gatti ++39-40-3755238;
  • Strutture, impianti, servizi logistici: Giuseppe.Tudech@area.trieste.it Giuseppe Tudech ++39-40-3755250;
  • Connessioni telematiche, centro calcolo: e mail: Tommaso.Russo@area.trieste.it Tommaso Russo ++39-40-3755259;
  • Programmi di formazione: e mail : Lorella.Cucit@area.trieste.it - Lorella Cucit ++39-40-3755268
  • Ufficio Stampa: Leo.Brattoli@area.trieste.it - Leo Brattoli ++39-40-3755221


    PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI: TECNOPOLIS PARCO SCIENTIFICO DI VALENZANO

    A quindici chilometri da Bari è sorto dal 1986 il parco scientifico e tecnologico di Tecnopolis CSATA Novus Ortus: consorzio, cui sono associati Università, enti pubblici ed imprese, promotore e realizzatore del parco Scientifico e Tecnologico di Valenzano (BARI)

    Il Consorzio dispone di: 250 unità di personale, altamente specializzato, di attrezzature scientifiche e tecnologiche (non rintracciabili in altre sedi del Mezzogiorno), di impianti logistici funzionali ad ospitare attività di ricerca, formazione, dimostrazione e produzione.

    Il Parco costituisce, inoltre, l'incubatorio temporaneo di nuove iniziative, delle quali viene facilitata ed accelerata l'operatività, mentre le iniziative pubbliche e di interesse sociale generale sono insediate permanentemente.
    Attualmente sono operative attività scientifiche, formative e produttive, organizzate da Enti di Ricerca di rilevanza nazionale e da grandi imprese nazionali e multinazionali, da PMI locali, riferite ai comparti territorio e ambiente, spazio, automazione di fabbrica, teleinformatica, microelettronica, che impegnano oltre 500 persone nel Parco e circa 1000 persone nel Distretto Tecnopolitano.

    Attraverso il complesso delle infrastrutture di comunicazione afferenti, Tecnopolis rappresenta un nodo di rilevanza regionale e nazionale per il sistema della ricerca accademica ed industriale, per il sistema della diffusione dell' innovazione tecnologica e per quello dei servizi telematici a valore aggiunto. Le finalità dell'infrastruttura di elaborazione di Tecnopolis riguardano:
  • il sostegno della costituzione e del mantenimento di reti di competenze;
  • la cooperazione tra il sistema scientifico e quello industriale;
  • promozione e supporto di nuove iniziative imprenditoriali caratterizzate da elevato contenuto di innovazione;
  • prova e certificazione di qualità di componenti, prodotti e processi di produzione di hardware e software;
  • il sostegno delle relazioni del Parco Scientifico con le comunità locali dell'economia, dell'amministrazione e della cultura;
  • lo sviluppo dell'ampia diffusione e promozione dell'innovazione tecnologica nel territorio regionale
  • l'accesso a risorse strumentali ed informative pregiate;
  • un servizio di informazione alle imprese realizzato in collaborazione con la INFOTECNA e la CNA.

    Il livello regionale del nodo telematico di Tecnopolis è la rete Tecnopac, a sostegno dei bacini di utenza presenti nel territorio regionale di Puglia e Basilicata. Mentre, il livello nazionale è basato sulla infrastruttura nazionale di comunicazione ad alta velocità GARR, per il sistema scientifico accademico ed industriale. Questa rete realizza il collegamento anche con le principali reti internazionali usufruibili di conseguenza da tutta la popolazione di utenza.
    Attualmente sono presenti a Tecnopolis, i laboratori specializzati in: Sistemi Distribuiti, Informatica Territoriale, Sistemi Multimediali, Robotica, Editoria Elettronica, ASMIT.

    Per ulteriori informazioni : Loredana Caradonna L.Caradonna@mail.csata.it Tony Martino Tony.Martino@mail.csata.it